Il presidio, che va avanti da una settimana, potrebbe essere sospeso nelle prossime ore. E questo per effetto di un incontro che, in tarda mattinata, una delegazione dei precari, in servizio alla Provincia regionale di Agrigento, ha avuto con il presidente Eugenio D'Orsi, con alcuni suoi assessori, assieme al direttore generale, Giuseppe Vella, e ai dirigenti del settore Risorse Umane, Cipolla, e della Ragioneria, Caruana. Un momento di confronto durato più di un'ora nel corso del quale sono state messe subito le cose in chiaro: il benedetto rapporto fra spese del personale e quelle correnti supera abbondantemente la fatidica soglia del 50%. Tradotto in soldoni significa che la stabilizzazione si allontana E allora bisogna trovare, qualora ce ne fossero, altre soluzioni.
D'Orsi ha ribadito la piena disponibilità della sua amministrazione: “Noi non lasceremmo nulla di intentato – ha precisato – proveremo fino all’ultimo a dare una risposta positiva a questi padri e madri di famiglia”.
E tra una idea e l’altra, il presidente, che ha mostrato grande apertura e sensibilità, ha messo sul tavolo una sua proposta.
“Noi – ha detto – approveremo in giunta una delibera facendo riferimento ai parametri del 2011 quando il rapporto risultava sforato solo dello 0,16%. Invieremo tutto alla Regione alla quale spetterà il compito di verificare se la strada sarà praticabile oppure no. Fermo restando la mia e la nostra forte volontà politica di andare incontro alle legittime istanze dei precari, deve essere altrettanto chiaro e assodato che non farò correre alcun rischio ai miei assessori. Andremo avanti solo con il conforto della legittimità degli atti”.
Una misura invece che , se otterrà la condivisione delle organizzazioni sindacali, si potrà concretizzare subito sarà quella dell’integrazione oraria. “I soli li prenderemo eventualmente dal fondo accessorio” – ha assicurato D’Orsi.
Il clima al termine dell’incontro sembra essersi un po’ rasserenato. Da domani quasi certamente ci sarà lo stop al presidio, anche perché saranno revocate le ferie ai precari, che restano comunque in stato di agitazione: dopo il 31 luglio, infatti, se non dovesse intervenire nulla di nuovo e positivo, il loro destino, alla stessa stregua degli altri precari degli enti locali, sarebbe segnato: quello del licenziamento.