Almeno, in cinquecento cittadini hanno firmato l'esposto contro Girgenti acque.
"Non ho avuto il tempo di fumare una sigaretta – ci dice Giuseppe Lentini, portavoce di Socialisti riformisti – la gente arrivava continuamente, felice di firmare l'esposto". Un vero plebiscito contro un’azienda che non è riuscita a garantire adeguati livelli di qualità del servizio e, di più, ha tagliato l’acqua anche a chi non può pagare a causa della grave crisi economica.
Domani, in occasione della celebrazione della giornata della legalità dovrebbe trovare spazio la notizia di questa significativa partecipazione popolare all’esposto contro Girgenti acque, mai vista a Favara.
Bravi i Rifondati, le associazioni, i socialisti riformisti, l’onorevole Moscatt e Leonardo Pitruzzella, brava Maria Nona alla quale dovrebbe andare il riconoscimento dei favaresi per la sua passione in favore del progresso cittadino.
7 commenti
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Bene x gli organizzatori…ma soprattutto bravi i cittadini…. protagonisti …con una nuova e positiva voglia di fare e di non subire … disponibili ad impegnarsi per cambiare le cose…e soprattutto la mentalità….Si richiede tenacia e perseveranza !
Ignazio Ignazio Inglima liked this on Facebook.
19 sindaci, lo scorso anno hanno denunciato Girgenti Acque al Ministero dell’Interno ed anche alla Procura della Repubblica di Agrigento, per una serie di disservizi, illegalità commesse e possibili infiltrazioni mafiose. Dal Consorzio Pubblico, composto da sette comuni, il Tre Sorgenti di Canicattì, a Naro, a Sciacca, a Racalmuto, da ogni singolo comune della provincia di Agrigento sono partite raffiche di denunce contro Girgenti Acque, per l’illegittimità del suo trentennale contratto di gestione, i suoi debiti, le tariffe che applica che sono le più care d’Italia, l’acqua dissalata, piena di calcare, sabbia o, addirittura inquinata che manda nelle case, con turni insopportabili; per l’assenza di manutenzione che provoca ingenti perdite d’acqua, fatte pagare in bolletta agli incolpevoli cittadini; per l’inquinamento delle coste agrigentine, a causa della mancata depurazione dei liquami fognari che sino ad oggi ha provocato gravissimi problemi igienico-sanitari; depurazione che comunque, continua a far pagare, in palese violazione della sentenza della Corte Costituzionale in materia, risalente al 2005. Sono stati denunciati gli ex amministratori di Girgenti Acque, uno dei quali, l’avvocato ed ex deputato nazionale, Giuseppe Scozzari, si è dovuto dimettere da amministratore perchè raggiunto da un’informativa antimafia. Lo stesso azionista di maggioranza, tal Marco Campione che detiene più del 51% delle azioni di Girgenti Acque, è stato condannato, lo scorso anno, in via definitiva, dalla Suprema Corte di Cassazione per falso e truffa aggravata ai danni dello Stato per la vicenda dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento ed è sotto inchiesta in una serie di processi, compreso un procedimento per dei presunti reati di mafia.
Insomma che cosa si deve fare di più per dire basta? Perché nessuno interviene? Qualche maligno sussurra che molti politici e non solo, ma anche alcuni esponenti degli organi inquirenti che dovevano indagare su Girgenti Acque, hanno ricevuto favori da Girgenti Acque in termini di posti di lavoro per amici e familiari. Perché Girgenti Acque non pubblica l’elenco delle sue imprese, dei suoi dipendenti, dei suoi tecnici, dei suoi consulenti? Così possiamo renderci conto del grado di compromissione di politici e rappresentanti di altri organi dello Stato e delle sue articolazioni periferiche che ha garantito l’impunità di una società di gestione che giorno 12 giugno, presso il Tribunale di Agrigento, intanto rischia il fallimento, per dei debiti che ammontano ad oltre trenta milioni di euro. Debiti maturati nei confronti di pubblici consorzi di Comuni e quindi nei confronti dei cittadini. Ci riferiamo alle istanze fallimentari presentate dal Consorzio di comuni Tre Sorgenti di Canicattì che avanza da Girgenti Acque più di 14 milioni di euro!
Che sia la volta buona?
Che si faccia chiarezza, rispetto ad una miriade di denunce presentate presso le autorità politico-istituzionali e giudiziarie.