“Se la legge dice al contadino che per dissodare il terreno può farlo solo con a mani nude, lui che può fare se non usare la zappa e infrangere la legge o cambiare mestiere?”.
Un amico pescatore, con questo esempio paradossale, mi spiegava quanto sia diventato difficile svolgere onestamente il suo mestiere in Sicilia.
Le norme sancite dall’Unione Europea proibiscono l’utilizzo di quelle che per secoli sono state le attrezzature tradizionali dei pescatori. D’altro canto il Mediterraneo è il mare in cui tanti Paesi che non recepiscono le norme europee sono liberi di pescare un po’ come pare a loro.
Il risultato? Sul mercato italiano troviamo prodotti che provengono dalle acque qualche miglio più in là dalle nostre coste ma che non possono essere pescati da siciliani.
Un danno all’economia dell’isola e un danno all’economia delle migliaia di famiglieche vivono di questo mestiere.
Rivedere le norme comunitarie in funzione delle realtà locali, garantire la tutela della fauna marina e delle tradizioni delle marinerie, coinvolgere i Paesi extra UE in un processo di condivisione delle risorse: questo ci aspettiamo da chi legifera in Europa. Questo, fuorché “chiedere al contadino di zappare a mani nude”.