All’indomani della grande manifestazione indetta dalla CGIL, CISL e UIL, che ha visto partecipare oltre duemila lavoratori della formazione professionale, nessuna reazione o segnale da parte del Governo. Infatti né l’assessore Scilabra né il presidente Crocetta hanno manifestato pubblicamente e formalmente le reali intenzioni per placare gli animi e i problemi di ottomila famiglia ormai alla fame.
Ma ricapitoliamo, ieri alle 9.30 del mattino più di duemila lavoratori si sono incontrati a Piazza Marina per sfilare in corteo tra le strade del centro di Palermo fino ad arrivare sotto la Presidenza della Regione. Molti i pullman provenienti da tutta la Sicilia, gruppi organizzati e non hanno dato vita a una manifestazione colorata, numerosa, rumorosa ma pacifica. I cori di disperazione si sono alternati alla musica proveniente dal carro in testa al corteo, la solitudine e i problemi del singolo hanno trovato sfogo e conforto nella condivisione e solidarietà del gruppo. Non sono mancati gli striscioni coloriti e gli slogan pungenti, il tutto si è svolto sotto il controllo delle numerose forze dell’ordine.
La manifestazione dalla strada, quasi in diretta, porta il suo fragore sul web che già nelle prime ore della mattina era ricco di foto, video e commenti. In strada infatti erano duemila e cinquecento, chi dice tremila, ma tante altre migliaia di lavoratori seguivano e protestavano attraverso la rete. Questa mattina facendo un giro tra i principali gruppi facebook del settore, si registrava la delusione del popolo della formazione che aspettando di trovare notizie e informazioni su atti concreti da parte dell’Amministrazione Regionale.
Si aspetta la riunione del Tavolo Tecnico previsto per lunedì p.v., convocato per discutere delle nuove disposizioni sull’accreditamento degli enti di formazione. In tanti si pongono la domanda se, ad oggi, è realmente indispensabile ed urgente stravolgere le regole di accreditamento, magari peggiorandole oppure sia più fondamentale per la sopravvivenza degli operatori della formazione concentrare tutte le energie ed ogni sforzo per sbloccare i mandati di pagamento e su un concreto atto di indirizzo per garantire la continuità lavorativa e formativa.
Ancora nessuno ha capito, e chi non capisce forse è in malafede, come bisogna garantire e tutelare il personale, con quale avviso e con quale decreto. Che succederà dopo il famoso 7 giugno? I Maya dicono la fine della formazione professionale.
Il rispristino della costituzione dell’albo dei formatori può essere un segnale, ma senza attività e senza corsi, forse si trasforma un albo in elenco di disoccupati e disperati.
Alcuni sostengono che un mero atto di indirizzo politico applicativo a firma dell’Assessore Scilabra non sia normativamente da solo sufficiente ad abrogare le precedenti disposizioni. Semmai forse occorrerebbe un decreto assessoriale o addirittura una deliberazione della giunta regionale come avvenuto in passato per stabilire le modalità e la tenuta di un apposito Albo.
Inoltre non trovano collocazione e classificazione nell’aggiornando Albo diverse figure professionali e mansioni incluse nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro: esempio tra tutti il responsabile dei processi o il progettista.
Pare che diversi lavoratori assunti regolarmente dopo il 2008 ai sensi della Legge Regionale n.10 del 7.6.2011 stiano valutando, assieme alle organizzazioni sindacali, di impugnare l’ atto di indirizzo 2026/gab del 15 maggio. Infatti attraverso la richiamata L.R. 10, viene superato il blocco del riconoscimento delle assunzioni al 31.12.2008, estendendo a tutti i lavoratori assunti entro giugno 2011 il riconoscimento al “sostegno al reddito e di riqualificazione professionale“.
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LA PROTESTA DELLA FORMAZIONE: IL POPOLO INVISIBILE – SiciliaOnPress http://t.co/vXx3xKFQh2