Valentina Piscopo
5 giugno 2013: In questa giornata l’Italia celebra la festa dell’Arma dei Carabinieri. Sono trascorsi ben 199 anni da quel lontano 1814, quando conla definitiva caduta di Napoleone, Vittorio Emanuele I di Savoia, rientrato in Piemonte, costituiva il Corpo dei Carabinieri Reali, un corpo armato che, per le funzioni sia civili che militari,è stato parte attiva di ogni evento positivo o tragico che ha attraversato l’ Italia, dal Risorgimento ai nostri giorni, parte integrante della Storia D’Italia. Sono 199 anni di storia da raccontare, anni in cui si è fatta letteralmente l’Italia. Ma anche la festa dell’Arma dei Carabinieri, quest’anno, deve adeguarsi alla spendingreview , alle direttive nazionali che impongono come parola d’ordine sobrietà e austerità.
Durante la celebrazione , come di rito ,saranno consegnate le Medaglie al Valor Militare ealtre “Ricompense” ai Carabinieri maggiormente distintisi nelle attività di servizio ed, anche, il “Premio Annuale” a cinque Comandanti di Stazione. La vita del Carabiniere non è facile.All’apparenza, il fatto che esistano i Carabinieri è un fatto talmente scontato nell’immaginario collettivo italianoda farli sembrare uomini di tutti i tempi, nati con la storia. Quando eravamo piccoli, li abbiamo conosciuti attraverso la descrizione imponente e severa del Collodi nel suo “Pinocchio”, e, più avanti ,dai personaggi spesso scanzonati e divertenti dei tanti film del neorealismo e della commedia all’italiana, che con il grande Vittorio de Sica, hanno modellato il mito “dell’uomo in divisa”, facendo sospirare le nostre mamme.
Ma crescendo li abbiamo ammirati e rispettati per quello che rappresentano: unaconcreta presenza di legge, di ordine ,di coraggio, di costante coerenza, graniticamente fedele a quei valori per cui non solo hanno giurato, ma per cui darebbero la vita. Chi condivide il proprio cammino con quello di un Carabiniere, sà che dietro la divisa c’è un padre, una madre ,una sorella , un fratello, un fidanzato, un marito che quasi sempre è lontano dalla sua terra natia,dalla sua famiglia e dai suoi affetti . Sà che nei momenti di maggiore tensione emotiva rivolge le sue preghiere alla Virgo Fidelis, patrona dell’arma dei Carabinieri, che è la Mamma di ogni uomo o donna che ha abbracciato il motto “Nei secoli fedele”. Anche Favara ha una Tenenza dei Carabinieri, ed anche Favara oggi festeggia L’Arma dei Carabinieri. Purtroppo non si vive solo di festeggiamenti ed onorificenze, ma anche di fatti concreti. E’ necessario dare a questi uomini che lottano ed operano sul nostro territorio per la nostra sicurezza, una struttura fisica degna dell’azione che svolgono.
Favara ha bisogno di dare ai Carabinieri una Caserma vera e propria.Caserma che ,in realtà, già c’è ma che, per motivi che vanno al di là della comprensione, non è stata ancora occupata . In questa giornata di festa, speriamo che si rimetta in moto questa macchina burocratica, perché a quanto pare, le sole preghiere alla Virgo Fidelis non sono bastate.
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