di Benedetto Scuderi (Presidente ASEF)
Mi riferisco all’intervista rilasciata dal segretario Giuseppe Raimondi della UIL e dal segretario della CGIL Giusto Scozzaro alla stampa, ai quali manifesto il mio apprezzamento per la dimostrata voglia di creare un reale clima di partecipata collaborazione, pur nella distinzione dei ruoli di ciascuna delle parti, per confermare che l’incontro tra tutte le parti sociali e’ stato auspicato dalle stesse per dare piena autorevolezza ad un accordo che avrebbe riportato serenità nel tanto travagliato comparto della formazione professionale. Grazie alla maturità delle parti si è potuti pervenire alla sottoscrizione di un Accordo che si propone di salvaguardare il sistema. Durante l’incontro gli scontri con i rappresentanti del Governo sono stati durissimi perché alle richieste di chiarimento ed alla manifestata esigenza di poter visionare la documentazione prodotta dal CENSIS sono state date, di fatto, risposte per nulla pertinenti, come se tale documentazione non potesse essere esibita. Tale comportamento risulta incomprensibile dato che la suddetta documentazione, per dichiarazione dell’Assessore, rappresenterebbe lo scenario dei profili professionali cui dovremmo fare riferimento per programmare adeguati piani formativi. Altro elemento che ha causato una fortissima tensione è stato l’estromissione dell’ambito FP dal futuro piano formativo, ambito di grande importanza poiché interviene sulle fasce deboli in generale e sulla qualificazione di soggetti con particolari esigenze siano essi disoccupati che occupati. L’Asef, promotrice della difesa dell’ambito FC, è stata costretta ad un durissimo scontro con l’Assessore al Ramo poiché sostenitrice della importanza del servizio reso all’utenza data e della sua utilità sociale. E’ innegabile che la non attivazione dei progetti inclusi nell’ambito FP provocherà una perdita di opportunità di professionalizzazione di una platea importante e la diminuzione dei lavoratori occupati in tale ambito. Siamo riusciti alla fine, fino a quel momento ci eravamo rifiutati di sottoscrivere l’accordo, a far inserire un richiamo che in qualche misura ci avrebbe dato l’opportunità di tenere desta l’attenzione sul problema FP, non comprendendo lo scopo di un così radicale accanimento nei confronti dell’ambito FP, ma riferendoci all’Andreottiano pensiero …
Perché, inoltre, accettare di sottoscrivere un Accordo la cui definizione dei contenuti viene rinviata ad un tavolo tecnico senza che il Governo abbia dato risposta ai quesiti posti nel precedente incontro ? Perché il senso di responsabilità ha prevalso tra le parti sociali che si sono trovate dinanzi la rappresentanza di un Governo che non riesce ad esibire neanche un presunto studio consegnato dal CENSIS, adducendo risposte inadeguate se proferite ad un tavolo di concertazione.
Il fatto stesso che tutte le parti sociali abbiano ritenuto di praticare il tentativo della concertazione dimostra che certamente si è sviluppato un processo di maturazione basato sul convincimento che la posta in gioco ha travalicato i confini in cui erano trincerate sino a quel momento. Ora tocca al Governo mantenere gli impegni assunti, anche attraverso annunci alla stampa, per esempio in ordine all’avvio delle attività progettuali, che sarebbe dovuto avvenire dall’otto di Giugno, nonostante in quella data gran parte degli Enti abbia già esaurito il finanziamento assegnato.
Sostanzialmente, stanno per concludersi le attività formative e gli enti hanno ricevuto (non tutti!!!) il primo 25 % del finanziamento ed in qualche caso il secondo 25%.
Ma guai a non essere in regola con i pagamenti delle retribuzioni !!!! Guai a non avere il DURC positivo!!!
Come è possibile erogare le retribuzioni ? In che modo affrontare le normali spese di gestione???? Cosa fare di fronte da una parte parti sociali pronte a collaborare per non continuare a far permanere condizioni di instabilità al sistema e dall’altra il Governo che non ha ancora provveduto, attraverso l’emanazione di Atti amministrativi utili, a dare serenità agli attori del sistema, intervenendo, anche nelle more, a dare avvio alle attività progettuali mentre si procede alla definizione di una offerta formativa di qualità da tutti predicata???
Sentiremo le Organizzazioni sindacali per cercare di comprendere come procedere per consentire una giusta applicazione pratica dell’Accordo, sarebbe un vero peccato non poter continuare a praticare la strada della concertazione che consente di fruire di benefici collettivi, come del resto accade nei paesi in cui la parte sindacale è adeguatamente rappresentata nei CDA delle imprese, ma questa è un’altra storia. La parte Pubblica ha cantato vittoria appropriandosi di meriti riconducibili in grandissima misura alle parti sociali e glielo concediamo ma, nel contempo la invitiamo a procedere con urgenza nell’ adempimento dei propri compiti, cosa che non sempre le riesce.
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