La Costa Concordia si avvicina a Palermo. E’ stato approvato al Senato un ordine del giorno presentato dal Movimento Cinque Stelle, primo firmatario Maurizio Santangelo, che impegna il governo “a valutare attentamente la scelta della struttura più idonea a livello nazionale per accogliere il relitto della nave… per procedere alla demolizione della stessa”.
“Non possiamo cantare vittoria – afferma Sant’Angelo – ma è di sicuro un passaggio importante. Noi di certo non abbasseremo la guardia. Anzi. Sulla questione abbiamo presentato pure un’interpellanza che andrà in aula entero fine mese”.
Si allontanerebbe pertanto l’ipotesi Piombino. Un decreto del governo Monti, infatti, avrebbe spianato la strada verso la Toscana per la demolizione della carcassa, sebbene la struttura, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, sarebbe tutt’altro che attrezzata per questo genere di lavori. Proprio per metterla in condizioni di effettuare la demolizione il decreto avrebbe stanziato 90 milioni di euro.
“Sarebbe una scelta folle ed antieconomica”, commenta il deputato regionale M5S Sergio Tancredi, primo firmatario di una mozione presentata all’Ars dai deputati regionali Cinque Stelle, “per impegnare il governo regionale a mettere in pratica tutte le iniziative possibili per dirottare i lavori a Palermo, una delle poche strutture del Mediterraneo in grado di portarli a compimento”.
Un analogo provvedimento che caldeggiava la candidatura dei Cantieri navali siciliani è stato presentato pure alla Camera dai deputati M5S.
“Spendere male il denaro pubblico – afferma Tancredi – è sempre un male, farlo in tempi di crisi devastante è criminale. Tra l’altro per attrezzare adeguatamente Piombino pare ci vogliano tre anni, quando Palermo sarebbe in grado di operare praticamente da subito”.
Per il cantiere navale di Palermo quella della Concordia non è l’unica notizia positiva. L’ordine del giorno che ha avuto via libera dal Senato impegna infatti il governo anche “ad adottare ogni opportuna iniziativa volta ad affrontare e superare definitivamente la situazione di crisi che interessa l’area, garantendo il rilancio delle prospettive occupazionali e produttive”
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