di valentina oliveri
Ieri sera, dopo settimane di piacevole reclusione favarese, ho scelto di fare un giro a San Leone, per i lettori lontani e che non conoscono la zona, parlo del litorale marittimo di Agrigento, a una decina di chilometri da Favara. Ho scelto di andare a cercare gli amici che per ora, per l’impegno che sto mettendo qua, ho trascurato in termini geografici e affettivi. Li ho ritrovati alcuni, e m’hanno subito chiesto come va qui, come procedono i lavori al Castello. Qualcuno m’ha chiesto di raccontagli dello sparti traffico che abbiamo ridipinto, evento del quale vi parlai in un mio precedente intervento in questo blog, circa un mese fa.
Ecco, stamattina – la tempistica del caso è sempre perfetta – Salvatore Giglia, regista e creatore di un video-testimonianza di quella serata, mi ha comunicato di aver caricato il video su Youtube.
Nell’arco di poche ore la Home si è riempita del video in questione, intitolato “ColoriAMO Favara“, esattamente come l’iniziativa che ritrae nel susseguirsi dei suoi fotogrammi.
Il clip si apre con un’immagine indicativa del grigiore urbano che sovrasta i nostri spazi. Un’auto percorre tutta la lunghezza dello sparti traffico. Rivedendolo in quelle immagini scarne di colore e vita, risalenti a solo un mese fa, mi pare di non ricordarlo in quelle condizioni. Mi pare di non averlo mai vissuto così brutto, eppure lo è stato, e anche a lungo.
L’immagine in bianco e nero è immediatamente tagliata e uccisa da quella di un pennello, che si inserisce a gamba tesa nel contesto, accompagnata da una musica attiva e il verde acceso d’una maglia da lavoro.
Il ColoriAMO Favara ha così inizio, e da lì è un tripudio di pennelli, rulli, latte di vernice, sorrisi giovani e sorrisi meno giovani, una comunità intensamente coesa per un unico obiettivo: portare nuova vita ad un luogo, tramite il colore. Le immagini scorrono, la musica è travolgente e scelta in maniera sapiente e oculata dal mio amico Totò (il regista di cui sopra) ed eccoli, li riconosco tutti i protagonisti di questo nuovo, nuovissimo vento positivo: ci sono i ragazzi di Favara Urban Network coi berretti di carta da pittore già posizionati sulla testa, il mix multi-etnico dei ragazzi della Tenda di Abramo di Frà Giuseppe Maggioresempre presenti con la loro straordinaria operosità, il sindaco Rosario Manganella, Leonardo Pitruzzella ed Emanuele Vita, rispettivamente il presidente del Consiglio Comunale e l’Assessore al Verde Pubblico, nonchè rappresentanti di questo giovane e innovativo modo d’amministrare la cosa pubblica, i dinamici di Dinamicamente sorridenti e belli coi rulli in mano, e tutti gli gli altri delle associazioni Nicodemo, Beddra Favara, Comitato Beni Comuni, i singoli Favaresi e le famiglie. Li conosco tutti ormai, ed è una bella sensazione.
Poi c’è lui, Lillo, l’architetto Lillo Giglia che ha progettato e ci spiega come fare, da dove partire coi colori e dove andranno, per creare quel bellissimo arcobaleno ch’è visibile adesso, e Florinda Saieva che ha diretto i lavori con la verve sempre accesa che la caratterizza. Arte, caro lettore, il momento che ti racconto è un’altissima dimostrazione d’arte umana: la rivoluzione d’un paese.
Abbiamo riversato, chinandoci a tinteggiare la cinta di cemento di quella lunga aiuola, un fiume di colore e vitalità per le strade di Favara, ed è passato un mese da quella sera – stancante e sudatissima sera – di cui ancora si parla e tornata gloriosamente in auge quest’oggi, col video di Giglia.
Sai cosa succede quando cresci in provincia, in una grande cittadina di provincia, divenuta manifestazione del decadimento culturale negli anni e soggetta a crolli d’interesse e prospettiva futura da parte degli stessi cittadini? Succede che un bel giorno ti stanchi. E colori tutto. E lo fai bello. E desideri esattamente che la Bellezza divenga imperatrice di questo territorio allargato nei confini e nella conoscenza, che Favara ambisce ad essere.
ColoriAMO Favara è solo il primo sostanzioso e cromatico passo di quell’avanzamento culturale – come ama definirlo Lillo Giglia – ch’è in corso, e che parte da Farm Cultural Park.
L’arcobaleno in una strada, l’arcobaleno di questa rinascita, l’arcobaleno di questo anno concepito dalla mente e dal grande cuore di Andrea Bartoli, il notaio sorridente, il papà adottivo dei Sette Cortili, il diffusore di energia artistica e coraggio per la nuova Favara che si sta facendo bella e grande, il direttore artistico del Castello Chiaramonte e primo motore di idee di Favara Urban Network.
Con lo sparti traffico vestito a nuovo, non abbiamo fatto qualcosa: l’abbiamo appena iniziata.
Ecco, stamattina – la tempistica del caso è sempre perfetta – Salvatore Giglia, regista e creatore di un video-testimonianza di quella serata, mi ha comunicato di aver caricato il video su Youtube.
Nell’arco di poche ore la Home si è riempita del video in questione, intitolato “ColoriAMO Favara“, esattamente come l’iniziativa che ritrae nel susseguirsi dei suoi fotogrammi.
Il clip si apre con un’immagine indicativa del grigiore urbano che sovrasta i nostri spazi. Un’auto percorre tutta la lunghezza dello sparti traffico. Rivedendolo in quelle immagini scarne di colore e vita, risalenti a solo un mese fa, mi pare di non ricordarlo in quelle condizioni. Mi pare di non averlo mai vissuto così brutto, eppure lo è stato, e anche a lungo.
L’immagine in bianco e nero è immediatamente tagliata e uccisa da quella di un pennello, che si inserisce a gamba tesa nel contesto, accompagnata da una musica attiva e il verde acceso d’una maglia da lavoro.
Il ColoriAMO Favara ha così inizio, e da lì è un tripudio di pennelli, rulli, latte di vernice, sorrisi giovani e sorrisi meno giovani, una comunità intensamente coesa per un unico obiettivo: portare nuova vita ad un luogo, tramite il colore. Le immagini scorrono, la musica è travolgente e scelta in maniera sapiente e oculata dal mio amico Totò (il regista di cui sopra) ed eccoli, li riconosco tutti i protagonisti di questo nuovo, nuovissimo vento positivo: ci sono i ragazzi di Favara Urban Network coi berretti di carta da pittore già posizionati sulla testa, il mix multi-etnico dei ragazzi della Tenda di Abramo di Frà Giuseppe Maggioresempre presenti con la loro straordinaria operosità, il sindaco Rosario Manganella, Leonardo Pitruzzella ed Emanuele Vita, rispettivamente il presidente del Consiglio Comunale e l’Assessore al Verde Pubblico, nonchè rappresentanti di questo giovane e innovativo modo d’amministrare la cosa pubblica, i dinamici di Dinamicamente sorridenti e belli coi rulli in mano, e tutti gli gli altri delle associazioni Nicodemo, Beddra Favara, Comitato Beni Comuni, i singoli Favaresi e le famiglie. Li conosco tutti ormai, ed è una bella sensazione.
Poi c’è lui, Lillo, l’architetto Lillo Giglia che ha progettato e ci spiega come fare, da dove partire coi colori e dove andranno, per creare quel bellissimo arcobaleno ch’è visibile adesso, e Florinda Saieva che ha diretto i lavori con la verve sempre accesa che la caratterizza. Arte, caro lettore, il momento che ti racconto è un’altissima dimostrazione d’arte umana: la rivoluzione d’un paese.
Abbiamo riversato, chinandoci a tinteggiare la cinta di cemento di quella lunga aiuola, un fiume di colore e vitalità per le strade di Favara, ed è passato un mese da quella sera – stancante e sudatissima sera – di cui ancora si parla e tornata gloriosamente in auge quest’oggi, col video di Giglia.
Sai cosa succede quando cresci in provincia, in una grande cittadina di provincia, divenuta manifestazione del decadimento culturale negli anni e soggetta a crolli d’interesse e prospettiva futura da parte degli stessi cittadini? Succede che un bel giorno ti stanchi. E colori tutto. E lo fai bello. E desideri esattamente che la Bellezza divenga imperatrice di questo territorio allargato nei confini e nella conoscenza, che Favara ambisce ad essere.
ColoriAMO Favara è solo il primo sostanzioso e cromatico passo di quell’avanzamento culturale – come ama definirlo Lillo Giglia – ch’è in corso, e che parte da Farm Cultural Park.
L’arcobaleno in una strada, l’arcobaleno di questa rinascita, l’arcobaleno di questo anno concepito dalla mente e dal grande cuore di Andrea Bartoli, il notaio sorridente, il papà adottivo dei Sette Cortili, il diffusore di energia artistica e coraggio per la nuova Favara che si sta facendo bella e grande, il direttore artistico del Castello Chiaramonte e primo motore di idee di Favara Urban Network.
Con lo sparti traffico vestito a nuovo, non abbiamo fatto qualcosa: l’abbiamo appena iniziata.
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