Riceviamo e pubblichiamo
Aramis
“Sono le ore 9,00 del mattino ed è domenica, mi sono svegliato con un ritornello che mi mette dentro una strana inquietudine: “Il vento del cambiamento soffia su Favara un vento che nessuno può fermare”.
Tutti aspettiamo che qualcosa cambi, qualcuno dice che c’è aria di cambiamento e nessuno fermerà questo nuovo modo di vivere. Io mi chiedo, il cambiamento parte dalla presa di coscienza di aiutare i poveri? Dalla consapevolezza che dove viviamo c’è una povertà diffusa? Dalla conoscenza di storie di bambini che crescono con il desiderio non soddisfatto di gustare una coppa di gelato?
Non è forse meglio affidare al vento del cambiamento il concetto che la città appartiene ad ognuno di noi e che la spazzatura non va gettata dove capita, forse non è meglio coprire buche, riparare strade, pulire vie e giardini, rispettare le regole e le persone.
Certo vedere tanti giovani che credono in quello che fanno è uno spettacolo, la loro soddisfazione rappresenta la soluzione, mentre i grandi problemi della città li incarna chi guarda ai propri interessi e ne pensa una più del diavolo per essere sempre sulla cresta dell’onda. Sinceramente mi auguro che gli sforzi di tutti questi giovani non siano stati vani e che non rimangano delusi.
Torniamo al vento del cambiamento tanto proclamato. Riempire la piazza è stato bello, vedere giovani salire e scendere da Sette cortili, la musica, l’alcol e altro sono certamente il cambiamento ma è tutto bene? Facebook è piena di commenti positivi da parte di tanti giovani che fanno intravedere voglia di fare e grande entusiasmo, ma nasce in me una riflessione: tutto questo aiuterà la gente emarginata di Favara? Questi giovani se rimangono fedeli sudditi del gran castellano dell’ex castello Chiaramonte hanno fallito ma se riescono a rompere le scatole a tutti per costruire un vera Favara basata su solide basi sarà meglio, perché il cartone alla prima pioggia si infracidisce.
Il vero Cambiamento dovrebbe essere rappresentato da un’amministrazione interessata alla collettività e non al singolo per previlegiarlo consegnando i beni pubblici della città. Il cambiamento sarebbe avere una Chiesa locale e non parlo solamente dei preti ma anche dei laici, attenta ai bisogni della gente e che sappia alzare la voce di fronte all’ingiustizie, ai falsi profeti e ai presunti venti di cambiamento.
Sono convinto che qualcosa potrebbe cambiare impegnando le stesse forze del cosiddetto cambiamento per un centro storico che cade a pezzi, poi magari se muore qualcuno piangiamo e facciamo un bel funerale. C’è tanta gente che a Favara vive in catapecchie … scusate ma tutto questo non appartiene al vento del cambiamento che si predica in questi giorni, per dirla a modo nostro nu porta grana. Buona giornata”.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.
10 commenti
Giuseppe Trupia liked this on Facebook.
Angelo Dalli Cardillo liked this on Facebook.
Calogero Giglia liked this on Facebook.
Di certo un cambiamento nn per i cittadini per loro solo tasse e malessere!
Il “cambiamento” oltre che un termine molto inflazionato è un processo lento, molto lento. Serve un progetto orientato a cambiare civiltà e FUN è sulla buona strada. Cambiamo prima noi stessi e affrontiamo i problemi uno per volta e, soprattutto, mettiamoci la faccia vediamo che succede! 😉
Giuseppe Di Miceli liked this on Facebook.
Joseph Zambito liked this on Facebook.
so che la mia opinione non sarà condivisa dalla stragrande
maggioranza di lettori…. ieri vedevo tutti i visi incantati di chissà
quali strabilianti novità. A mio parere, da una parte ammiro e
condivido il progetto FUN, ma dall’altro verso penso che il castello
chiaramontano sia il posto sbagliato per attuare questi progetti
“futuristici”. Capisco che quest’arte può o non può piacere, perché
il gusto delle cose è unicamente soggettivo…. ma attuarlo in un antico
castello è sicuramente uno scempio.
scusate ma l’articolo da chi è scritto? Aramis chi sarebbe? E’ unìanalisi molto interessante comunque che condivido. L’entusiasmo che si respira a Favara è qualcosa di splendido, ma spero non siano solo tanti sudditi di un maestro, ma che questi giovani sappiano avere la propria opinione critica e libera su tutto senza essere abbindolati. Altrimenti avranno una grande delusione.
“Delatores, genus hominum publico exitio repertum, et poenis quidem numquam satis coercitum, per praemia eliciebantur”
Tacito, Annales
Purtroppo per lei (e fortunatamente per favara) è vero: piaccia o no, il vento del cambiamento soffia e come. Soffia forte e lambisce terre ben oltre i confini della vostra frastornata cittadina (mi è giunta voce che dagli States con amore Lisa Wade ha comprato casa nel circondario).
Il cambiamento parte dalla presa di coscienza di aiutare i poveri, quelli d’anima e di idee. Che la povertà peggiore è questa, e da questa scaturisce quella del corpo. Chi ha affamato Favara? Perchè ha affamato Favara? Come ha potuto Favara farsi affamare? Come darle sollievo?
Non colgo in lei uno spirito da attento osservatore.
Parla di pulire vie e giardini. Già fatto, domenica 26 Maggio, Parco di Giufà. O il giardino del Castello stesso che versava in condizioni peggiori di una discarica (lo so che a dir la verità è poco ma nessuno vuol togliere il posto di lavoro ai dipendenti del’ato rifiuti ne tantomeno a quelli comunali).
Ha una vaga idea di cosa sia il progetto Giardini in Campo?
Parla anche di gelati. Domenica offrivano un ottimo sorbetto (mi conceda almeno questa triste battuta).
Parla di rispetto delle regole e delle persone. Quale rispetto verso l’altro quando per inveire ci si cela dietro uno pseudonimo? (A mio avviso scontato e di cattivo gusto, sarà perchè non amo Dumas senior).
Questi tanto suggestionabili giovani che lei ha visto arrancare speranzosi, salire e scendere dalla Farm, andare e venire dal Rudere (a proposito di centro storico che cade a pezzi), non sono sudditi: sono i sovrani del loro futuro.
Nascosto dalla maschera telematica arriva a fomentare persino il Clero verso una fantomatica crociata contro il Moro di turno. Ho paura che l’alcool del quale parla sia finito accidentalmente dentro il suo stomaco sabato sera, questo spiegherebbe perchè non ha capito nulla (forse anche della vita stessa) e perchè si sia svegliato la domenica mattina alle 9.00 con quella strana inquietudine.
Concludo, non voglio affaticarla, precisando che non c’entro niente (ancora, chissà) con FUN o con Farm Cultural Park, sono solo un povero giovane illuso.
Ah già, dimenticavo, non sono neanche di Favara. Ma se continua così quasi quasi le faccio una proposta: esce lei ed entro io, che dice?