Malasanità ad Agrigento: muore uno stimato professionista di Favara

Dopo la giovane mamma di 29 anni che lo scorso mese è stata trasferita all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì e da lì al S.Elia di Caltanissetta, a causa del guasto alla Tac dell’Ospedale San Giovanni di Dio, l’altro ieri è toccato il crudele destino ad uno stimato professionista di Favara. Se fosse stato sottoposto subito alla Tac, probabilmente sarebbe stato possibile approntare le cure adeguate e fermare l’aneurisma all’aorta toracica.

I familiari hanno presentato un esposto e la polizia ha sequestrato le cartelle cliniche.  Le autorità competenti dovranno fare giustizia sull’accaduto: ma intanto oggi presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il dott. Antonello Seminerio, direttore del presidio ospedaliero e il dott. Alfredo Zambuto, Direttore Sanitario dell’Asp di Agrigento, i maggiori vertici dell’azienda sanitaria hanno voluto far chiarezza sulle vicende: “L’azienda – ha detto Zambuto – ha avviato tre inchieste interne, il cui esito sarà comunicato all’assessorato regionale. A queste si sono aggiunte le inchieste giudiziarie aperte per far luce su eventuali responsabilità penali. Il malfunzionamento della tac si è verificato il giorno 23 dicembre – ha proseguito il Direttore Sanitario – e da subito ci siamo attivati per risolvere il problema. Un primo intervento è stato effettuato dai tecnici il 30 dicembre ma questo non è stato risolutivo. Si dovrà attendere l’arrivo di altri pezzi di ricambio e tutto ritornerà a funzionare il prossimo 7 gennaio. Purtroppo, nelle more, si sono verificati questi due casi che però sono stati affrontati in maniera professionale e secondo quanto prevede il sistema di rete che interviene non appena un apparecchio non dovesse funzionare”.

I cittadini continuano a pagare un altissimo prezzo: il costo della vita è irrinunciabile; non si riesce a capire ormai come nel terzo millennio possano accadere simili tragedie nonostante l’imposizione fiscale ai cittadini, i sacrifici perenni che la collettività deve subire per far fronte al risanamento del bilancio statale. Ma tutto ciò non basta e si continua a morire per carenza di mezzi e strutture sanitari.

Una persona perbene se n’è andata lasciando il vuoto nei propri affetti familiari e degli amici. Conosciuto in paese e apprezzato per le sue doti umane, è stato un nostro affezionato lettore.

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