LA BOCCIATURA DEL GOVERNATORE SICILIANO ARRIVA DELLA STAMPA NAZIONALE. IL PD DEL NUOVO CORSO POTREBBE SPEDIRE LA SICILIA AL VOTO ANTICIPATO.
Renzi pronto a rottamare Crocetta? Che quello del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, sia oramai il governo delle “barzellette dal naso lungo” lo hanno capito gli osservatori oltre lo Stretto di Messina. Nei giorni scorsi “Il Fatto quotidiano” ha raccontato degli spreci e dei costi eccessivi dell’Assemblea regionale siciliana. A testimoniare proprio il livello di attenzione sulla Sicilia e sull’operato dell’attuale esecutivo, il quotidiano nazionale “Il Foglio” di Giuliano Ferrara che, che ha sferrato un attacco diretto alla credibilità del governatore siciliano, “tutto chiacchiere e distintivo” per parafrasare una famosa battuta del film “Gli Intoccabili”. Un presidente, il pidiessino Crocetta, definito bugiardo e incantatore, pataccaro e dalla facile legalità “a parole” che tra auto blindate e incarichi e consulenze anche a magistrati (come il caso di Ingroia) avrebbe mostrato la faccia peggiore di sé e della politica siicliana. Riportiamo il passo dell’articolo che esprime un quadro devastante per la stessa tenuta dell’istituzione siciliana.
“Le bugie non bastano più. E’ dall’ottobre del 2012 che Rosario Crocetta cerca di incantare i siciliani con le sue fanfaronate e con il suo finto eroismo antimafia. Sono diciotto mesi che il governatore della Sicilia promette rivoluzioni che non arrivano mai e riforme che non riescono a vedere mai la luce. Furbo come un pataccaro, Crocetta crede di prendere in giro la gente con qualche comparsata televisiva: va alla “Arena” di Giletti, la sua tribuna preferita, e dà per fatta l’eliminazione delle province che però sono ancora lì, vive e vegete come non mai; torna davanti alle stesse telecamere e annuncia un taglio epocale a sprechi e privilegi che invece sopravvivono rigogliosi e scandalosi, a cominciare da quelli intestati ai personaggi che gli sono più vicini”.
L’attacco poi è frontale al presidente ed alla sua smania di apparire come l’uomo della rivoluzione della legalità e del rigore nei conti. Aspetti che non si rinvengono poi sull’operato fatto di consulenze e incarichi assegnati senza limite a dirigenti generali esterni all’amministrazione regionale ed a personalità di diversa provenienza. In tema di conti, pende il giudizio del Commissario dello Stato, baluardo sì al rispetto delle regole, che potrebbe delineare il possibile scioglimento anticipato dell’Ars nel caso di impugnativa al bilancio regionale approvato dal parlamento siciliano lo scorso 15 gennaio.
Richiamiamo le parole del citato quotidiano nazionale.
“Il suo mestiere, se proprio vogliamo dirla tutta, è diventato sostanzialmente quello di criminalizzare chiunque abbia la sventura di opporsi alle sue stramberie, e di utilizzare il ruolo che gli elettori gli hanno conferito per costruire un monumento a se stesso: sostiene giorno e notte di essere l’uomo più minacciato di tutta la Sicilia e compra per sé cinque macchine blindate; offre un incarico di sottogoverno all’ex procuratore Ingroia in un carrozzone che andrebbe immediatamente chiuso, ma lo fa soprattutto per notificare agli oppositori un insinuante messaggio: che lui ha buone entrature tra i magistrati; si riempie la bocca di paroloni, come rigore o legalità, ma non riesce a estirpare da questa infelicissima isola un solo tangentista. Anzi, la Sicilia è diventata sempre più terra di maneggioni e traffichini: lo dimostra il fatto che gli imprenditori fuggono disperati e che la disoccupazione giovanile supera ormai la soglia del 40 per cento. Un disastro”.
Dalle colonne de “Il Foglio” si intravvede la possibilità che lo stesso Crocetta potrebbe ricevere la sfiducia definitiva proprio dal Pd che nel frattempo ha cambiato aria con l’avvento del “rottamatore”, che ha dato dimostrazione di andare avanti per la sua strada e non guardare in faccia nessuno. In ballo il rimpasto di governo e il cambio di marcia nell’azione politico-amministrativa.
“Un disastro politico e sociale di cui si sono accorti i dirigenti siciliani del Pd. I quali hanno fatto pubblicamente sapere al governatore che la ricreazione è finita e che, se entro pochi giorni non si darà vita a un governo degno di questo nome, non ci sarà altra strada se non quella di tornare a votare. E’ l’effetto Renzi. Se non fosse cambiato il vento al Nazareno i democratici di Sicilia difficilmente avrebbero trovato il coraggio di sfiduciare un “coraggioso simbolo della lotta a Cosa nostra”. Ma il nuovo segretario del Pd, si sa, non ama i luoghi comuni. E al ciclone Renzi va dunque riconosciuto il merito di avere spazzato via anche quest’altra mistificazione e di avere smascherato finalmente un guitto della politica che, pur di galleggiare, non esita a spacciarsi per eroe dell’antimafia. Il mito di Crocetta è evaporato. S’affumò, direbbero i siciliani”.
Lo scoglio dell’esame del bilancio, sotto le lenti d’ingrandimento del Commissario dello Stato, come ricordavamo, diventa il vero passaggio politico per il futuro del Governo Crocetta in Sicilia.
Che si torni al voto?
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