Il Segretario Territoriale Cisl
Maurizio Saia
“Tra il silenzio delle istituzioni e dei partiti politici la provincia di Agrigento si appresta a sancire la fine dello sviluppo industriale che tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta aveva rappresentato il volano dell’economia siciliana.
La nostra provincia tra qualche mese non avrà più alcun sito industriale.
Parliamo dell’ Italcementi di Porto Empedocle che ridurrà i propri investimenti, mantenendo in essere solo parte della lavorazione limitando a 2/3 circa la forza lavoro, fintanto che manterrà attiva la parte di produzione relativa alla macinazione del clinker.
L’ Enel, che pare voglia investire nel territorio procede, però, lentamente ed ancora dopo 8 anni non ha avviato i lavori relativi al rigassificatore, incontrando anche difficoltà per rimodernare l’attuale centrale elettrica di Porto Empedocle.
La stessa Moncada Energy, che mentre scriviamo sta attivando i contratti di solidarietà e che negli ultimi anni aveva investito sulla vecchia area Montedison, vive un periodo di forte ridimensionamento.
Tutto ciò sembra non essere notato da nessuno; la politica in primo luogo, sempre più impegnata in sterili lotte di posizionamento interno, invece di proporre progetti di investimento e rendere appetibili alle imprese le nostre ex aree industriali, attraversate dalle linee ferrate e di fronte ad un Porto, quello di Porto Empedocle, che è l’accesso principale al mare Mediterraneo, se ne sta in silenzio.
Gli attori che dovrebbero realizzare il piano strategico industriale di sviluppo della provincia non devono fare a meno di pensare all’industria che, unitamente al giusto mix tra turismo e il manifatturiero, può rilanciare l’economia e garantire benessere ed equità sociale.
Diversamente, chi ci governa dovrà spiegare agli agrigentini, come intende rilanciare il sistema produttivo della nostra terra per uscire dalla crisi. Pubblico impiego, edilizia ed agricoltura fino a qualche tempo addietro sostenevano l’economia; oggi, a causa della crisi dei settori ed di un accanimento strumentale nei confronti dei dipendenti pubblici, non riescono a garantire più una sufficiente capacità di spesa. Il lavoro nero, l’evasione fiscale e la corruzione fanno il resto.
Sulla Italcementi e sulle aree che lascerà libere, da diverso tempo ci raccontano di un interessamento dell’Italkali che avrebbe predisposto un piano di sviluppo industriale da estendere su quelle aree. A settembre si esauriranno gli strumenti ordinari di sostegno al reddito per i lavoratori della Italcementi che, per stessa ammissione della direzione
aziendale, non troveranno più collocazione nella stessa attività lavorativa.
Non possiamo assistere passivamente all’ennesimo calvario di intere famiglie, non siamo interessati a prolungare gli ammortizzatori sociali come strumento risolutivo, pretendiamo sin da subito che i lavoratori ritornino tali.
E’ quantomeno disdicevole accettare, dopo innumerevoli anni di sfruttamento del territorio, con le conseguenze ambientali note a tutti, che per mera logica di profitto si tenti di “IMBROGLIARE” un’ intera popolazione.
La politica regionale e nazionale esca allo scoperto, il Presidente Crocetta socio di maggioranza dell’Italkali ci indichi tempi e modalità di attuazione del progetto industriale.
La Cisl e’ pronta a stipulare intese, accordi e contratti che facilitino gli investimenti. E’ arrivato il momento, non più derogabile, che ognuno si assuma le proprie responsabilità, occorre una battaglia forte dei sindacati e delle imprese per incalzare il Governo regionale sui fattori di sviluppo e produzione industriale.
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Saia: "La nostra provincia tra qualche mese non avrà più alcun sito industriale"
By vedisotto3 Minuti di lettura