Misure correttive – La seduta del Consiglio cade due volte per mancanza del numero legale

Non c’è stato l’atteso dibattito sulla grave questione finanziaria del Comune che il Consiglio doveva stasera affrontare per approvare le misure correttive chieste dalla Corte dei Conti e che la Magistratura contabile si aspetta di ricevere del 25 Novembre scorso. In ritardo di due mesi, ancora si perde tempo e così alla chiamata del presidente Leonardo Pitruzzella rispondono in 14 al primo appello, la seduta cade per mancanza di numero legale, dopo il rinvio di un’ora al secondo appello rispondono in 12, la seduta cade per la seconda volta e si aggiorna a domani alle ore 18. Presente l’opposizione e assente la maggioranza impegnata in incontri alla ricerca di non si sa quali accordi per entrare in aula e affrontare il punto inserito nell’ordine del giorno.  
Ora le misure correttive sono state preparate e completate dagli uffici comunali da qualche settimana e i consiglieri hanno avuto tutto il tempo per leggerle e pure per impararle a memoria. Impensabile, quindi, che stasera i nostri eroi si siano riuniti fuori dall’aula per studiare le carte. Se non hanno studiato le carte, su cosa ragionavano al secondo piano del Palazzo? Altra domanda: dopo due mesi e oltre di ragionamenti e discussioni, hanno provato un minimo disagio nel disertare l’aula, sprecando i soldi dei contribuenti che, intanto, pagano?
Antonio Palumbo di Rifondazione comunista, che con gli altri all’opposizione erano gli unici presenti  parlava di vergogna riferendosi all’assenza dei suoi colleghi della maggioranza. Non gli si può dare torto ché è davvero una vergogna amministrare in questo modo la città.
Una maggioranza coesa che crede nel suo programma politico non rinvia e non perde tempo. Di più, non polemizza con il sindaco, viceversa non è più una maggioranza e ne prende atto, tranne che non si tratti di una coalizione finalizzata a fare pressioni sul capo dell’amministrazione.  Comunque si guardi la cosa, Antonio Palumbo non ha torto a definirla una vergogna. A domani sera la replica.

Riproduzione riservata