Ieri si è svolto il Consiglio Comunale, come avevo preannunciato ci sono andato, sono arrivato un po’ in ritardo e con grande stupore ho visto tanta gente: curiosi, giovani, impiegati comunali, le maestre degli asili nido, molti politici e militanti di partito. E’ stata una positiva meraviglia, il messaggio sulla “riappropriazione” del proprio spazio politico è passato.
Andiamo ora ai lavori del consiglio comunale. Erano presenti 25 consiglieri su 30, c’era il sindaco dal viso stanco e ombroso, c’erano persino i componenti del Collegio dei Revisori al completo, il Segretario Generale leggermente ansioso e il presidente della commissione bilancio, Gaetano Caramazza, che brilla solo per le numerose convocazioni della stessa commissione, senza aver ancora risolto le problematiche relative ai rilievi della corte dei conti!
C’era una strana atmosfera, non tanto di tensione, ma di novità. Mi spiego meglio raccontando cosa è successo.
Il consiglio comunale accantona immediatamente il punto più politico, quello relativo alle misure correttive al bilancio. Mancano ancora i pareri tecnico-legali dicevano. Prelevano successivamente il punto sul regolamento sul cimitero ed ecco la novità: sia la maggioranza che l’opposizione votano insieme stravolgendo le proposta dell’amministrazione comunale.
Il fatto politico è eclatante, in poche parole sia sul regolamento del cimitero che sulle misure correttive, la maggioranza “ha un’idea diversa” rispetto a quella del sindaco. Nullo è valso l’allucinante intervento del consigliere Caramazza che parlava a nome della maggioranza, il dato politico che veniva fuori non è che Manganella non ha più la maggioranza, bensì il consiglio comunale “l’ha commissariato”.
Sin dalla notte dei tempi, le proposte deliberative sono sempre concordate con la maggioranza politica prima che esse vengono presentate. Se un Sindaco presenta delle proposte e queste vengono stravolte e modificate in consiglio dagli stessi consiglieri comunali, significa semplicemente che non c’è stata precedentemente nessuna condivisione o impostazione unitaria sui punti da proporre e votare.
E’ una novità incredibile, è come se Il presidente del consiglio Letta presentasse i disegni di legge del governo in Parlamento e i deputati della maggioranza votano ben altro!
Il paradosso direi che è unico nel suo genere: un sindaco che non ha più la guida politica della città, trasformandosi nel ruolo di un
piccolo notaio che registra ed esegue “l’agenda politica” imposta e determinata da altri! Il bello che “altri” non è il proprio partito,
il PD si trova oggi spiazzato, incredulo, in grande difficoltà. Hanno anche ragione, si riuniscono, dibattono, concordano e poi….tutto
viene stravolto non tanto dalla volontà del loro Sindaco ma bensì nell’incapacità di tradurre in azione amministrativa la linea politica concordata in
sede di partito.
Le scelte possono essere solo due: Il sindaco continua ad essere “commissariato” e lui ed il suo partito non tenere l’agenda politica del
paese con l’aggravante di caricarsi sole le responsabilità negative; oppure un “colpo di orgoglio” del Sindaco, che azzera la Giunta e
si presenta alla città e davanti al consiglio comunale con un programma “proprio” e con donne e uomini “propri”.
L’unico dato oggi certo è che il giocattolo della politica si è rotto, l’anomalia di un Sindaco notaio che siede nel Palazzo di Città e di
un altro che “governa” la città, giova solo a quest’ultimo!
davide romeo
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