Rosaria Spataro
“Bisogna intervenire per opporsi alla smobilitazione dei corsi di laurea tenuti presso il Polo Universitario di Agrigento, dove su sei attualmente attivi potrebbero rimanerne solo due. Le conseguenze di questa decisione sarebbero pesanti – aggiunge Panepinto – anche dal punto di vista sociale: chiedo al governo regionale di intervenire per evitare di disperdere un importante patrimonio culturale e formativo messo in piedi in questi anni”.
Il testo dell’interrogazione parlamentare, a firma dell’on. Giovanni Panepinto, presentata al Governo regionale al fine di attivarsi per preservare ciò che ancora del polo universitario rimane, evidenzia il ruolo strategico che la struttura riveste e la sua importanza non solo didattica ma culturale, sociale ed economica.
La fondazione del Cupa, Consorzio Universitario della provincia di Agrigento, avviene nel 1994 dalla volontà del Comune, della provincia Regionale e della Camera di Commercio di dotare il territorio agrigentino di una sede universitaria di al fine – così come si legge nella presentazione dello stesso – di “avviare importanti processi di internazionalizzazione e di collegamento con il mondo del lavoro e dell’impresa” oltre che, naturalmente, perseguire gli obiettivi propri della formazione universitaria e specialistica post diploma.
Il Polo universitario di Agrigento viene istituito quindi per operare oltre che nei termini propri di una struttura universitaria anche nell’ottica dello sviluppo e della crescita di quei settori della cultura e della conoscenza appartenenti per storia e tradizione a questo territorio, come l’archeologia e lo studio e la ricerca volti alla tutela e alla promozione dei beni archeologici e paesaggistici.
Il Consorzio consegue, nei primi anni di attività, risultati positivi ed a tratti anche brillanti con l’attivazione di diversi corsi di laurea frequentati da studenti che arrivano anche dalle altre province siciliane incrementando la popolazione studentesca e spingendo la struttura universitaria agrigentina ad implementare la sua offerta formativa fino ad arrivare all’attivazione di ben dodici corsi di laurea a fronte dei due esistenti alla sua nascita. La crescita della struttura è particolarmente viva negli anni 2000 dove, oltre alla costruzione materiale di una vero e proprio polo universitario alla periferia della città, nascono e si sviluppano tutta una serie di attività e di servizi riservati agli studenti che contribuiscono ad accrescere la popolarità del polo agrigentino che si afferma come uno dei migliori nel panorama regionale e nazionale.
Il Polo universitario agrigentino è nella sua forma giuridica un consorzio al quale partecipano oltre all’Univeristà degli studi di Palermo, la Provincia regionale di Agrigento, la Camera di Commercio di Agrigento alcuni comuni della provincia di Agrigento aggiuntisi negli anni successivi e che oggi risultano essere venticinque. La partecipazione di soci privata è marginale e finalizzata in gran parte alla promozione di particolari eventi che interessano la struttura come seminari o workshop per cui risulta chiaro ed evidente che l’azionariato pubblico è la sola ed unica forza motrice economica del Polo per cui negli anni con l’aggravarsi della crisi economica diviene logico e naturale che questa si rifletta sulla struttura universitaria.
Il primo risultato della precaria condizione economica e finanziaria del Consorzio è una riduzione dell’offerta formativa: infatti dai dodici corsi di laurea esistenti oggi sopravvivono solo sei corsi con, inoltre, il rischio concreto di ulteriori tagli che riguarderebbero non solo l’offerta formativa ma anche le strutture di supporto come la biblioteca o i laboratori.
Il settore pubblico, principale azionista, e la politica locale, incontrastato sponsor dell’Università di Agrigento, non sono più nelle condizioni di saziare il grande appetito del Polo e talune sono così gravi da non potere più garantire i trasferimenti dovuti al Consorzio, come successo recentemente alla Provincia Regionale per la quale si è anche temuta persino una fuoriuscita dal CdA del Consorzio
Diviene particolarmente evidente in questa fase critica che, a fronte di un innegabile e continuo impegno della politica e dei parlamentari della provincia, non si riesce a cogliere nelle azioni, nei programmi e nelle azioni del Polo stesso lo sforzo – in questo caso vitale – teso a garantire l’autonomia economico-finanziaria dell’ente e quindi la vera e propria sussistenza.
Il ricorso al taglio delle spese se da un lato si proietta positivamente sull’immagine del Consorzio (taglio auto blu, consulenze, spese di rappresentanza, etc…), dall’altro rischia di abbattersi su strutture di primaria importanza come la biblioteca o le attività divulgative e culturali.
E’ sconfortante e persino disarmante assistere al lento declino di una struttura che nella provincia agrigentina ha svolto un deciso ruolo di primo piano; anche in questo caso, come purtroppo avviene per tutto ciò che è pubblico, si aspetta e si spera nell’intervento statale o regionale, nella mano che gli enti sovraordinati sono pronti o costretti a tendere per garantire ciò che gli enti stessi non sono in grado di assicurarsi.
Non sono mancate al Consorzio le idee o gli spunti per consentire lo sviluppo e la crescita della struttura come l’attivazione di master di I e II livello o dell’alta formazione o il ricorso a strategie attrattive del privato come l’”azionariato diffuso” o il “socio benemerito”, ma è facilmente rilevabile che non si è voluto o si è convintamente operato nel tentativo di trovare sbocchi alternativi atti a garantire, accanto alle tradizionali attività dell’università, nuovi progetti e nuove strade da intraprendere e percorrere atte a dare nuova linfa al Polo anche e soprattutto in termini economici.
Qualunque struttura pubblica o privata, a fronte del periodo di grave crisi che il nostro Paese attraversa, ha il dovere e l’obbligo morale di rigenerarsi, di reinventarsi oltre che di progredire e svilupparsi per rispondere alle crescenti esigenze di sapere e di conoscenze che la società ed in particolare i giovani richiedono.
Il perfezionamento post laurea, le scuole di specializzazione, la formazione professionale, la preparazione ai test d’ingresso all’università (oggi particolarmente richiesta e remunerativa!), i corsi di recupero universitari, l’aggiornamento per gli ordini professionali e per il pubblico impiego oltre che le innumerevoli opportunità offerte dalla comunità europea potrebbero costituire nuovi spunti da cui ripartire per evitare il fallimento di una struttura ormai fondamentale per la provincia agrigentina.
La vera sfida del nostro tempo sta nel sapersi reinventare, nell’esplorare il terreno delle nuove frontiere del sapere comprendendo ed anticipando le scelte di coloro che si accingono ad entrare nel mondo dell’università e della formazione post diploma. E’ altresì fondamentale riuscire ad individuare nelle mille pieghe negative di questa crisi le opportunità che paradossalmente essa offre a chi opera in un territorio fortemente provato, tenuto conto che l’esistenza e la crescita di una struttura università offre alla comunità che la ospita anche un ritorno economico dato che da un lato l’università incrementa tutta una serie di attività legate al mondo studentesco e dall’altro raggiunge il duplice scopo di evitare la “migrazione” dei giovani locali verso altre città (che si traduce in un risparmio notevole per le famiglie) ed un maggiore radicamento dei giovani nel loro territorio.
Bisogna smettere di credere che la mano pubblica rappresenti la sola possibilità nella nostra terra di raggiungere uno scopo o di esistere: il pubblico è oramai e definitivamente un animale agonizzante che non ha la forza di rialzarsi e provvedere alle proprie necessità e di conseguenza non ci si può aspettare che possa provvedere alle sue appendici quale che esse siano: solo comprendendo che l’autonomia, finanziaria e progettuale, è alla base di qualunque crescita si può continuare a parlare di esistenza e di futuro.
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Cupa – Panepinto: "Intervenire per opporsi alla smobilitazione dei corsi di laurea"
By joseph.zambito7 Minuti di lettura
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