Il Pd a Favara non è nella maggioranza e non è all’opposizione dell’amministrazione comunale.
Non vuole farsi carico, il partito di Renzi, del peso impopolare di una pessima guida della città semplicemente perché il sindaco ha preso la tessera e per lo stesso motivo, almeno al momento, non può dichiarargli guerra aperta.
Nel documento numero “uno” del 28 Gennaio scorso, il Pd ha fatto sapere a Manganella che non basta la sua tessera per considerare dentro la maggioranza il Pd, occorre ancora che il “rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione relativamente al sistema di riscossione dei tributi debba essere gestito direttamente dal Comune con un servizio rinnovato utilizzando il proprio personale” e “non si taglino ulteriormente i servizi alla persona ma si punti al loro rafforzamento e riqualificazione, immaginando una nuova organizzazione della spesa che tenga innanzitutto conto della fasce più deboli”. Le scelte dell’Amministrazione “non siano punitive per il personale dipendente ma puntino, in particolare, al potenziamento e riorganizzazione dei servizi che possono assicurare entrate certe per il comune e costituire, insieme, occasione di economia per la città e di una migliore qualità della vita”.
Il Pd pone come condizioni anche l’abbattimento delle spese politiche.
Nel documento si fa chiaro riferimento ad una sorta di fosso con dentro i coccodrilli scavato tra la gente e il sindaco per il suo impopolare modo di amministrare.
In estrema sintesi, la tessera c’è, ma non c’è nessun tappeto rosso ad accoglierlo. Non solo, l’appoggio del partito è condizionato ad un rilancio dell’amministrazione secondo i paletti posti dello stesso Pd.
Per Favara è una piccola rivoluzione, abituati come siamo a passaggi concordati tra un partito all’altro per avere immediatamente reciproche contropartite: il sindaco le coperture e il partito i posti in Giunta.
Una piccola rivoluzione che fa, dicevamo, onore al Partito democratico con la parte più consistente degli iscritti attenti alla scelta di entrare in Giunta, non volendosi caricare il peso dell’improduttività e dell’impopolarità di Manganella.
C’è anche una parte minoritaria, quella all’interno del Consiglio comunale, che già da tempo è salita sul carro.
Sabato prossimo, l’opposizione si incontrerà per decidere sulle misure correttive che dovrà adottare il Comune. Il Pd non è stato invitato e allo stesso modo non si hanno notizie di una partecipazione del partito agli incontri della maggioranza.
E’ una strana posizione che dovrebbe chiarirsi proprio con l’approvazione delle misure correttive alle finanze dell’Ente. Il partito di Tonino Moscatt e di Carmelo Vitello è fermamente contrario a qualsiasi altro taglio sui servizi e alla esternalizzazione del servizio tributi, in tutto o in parte. A questi due punti si aggiungono altre azioni di rilancio che non hanno, comunque, una scadenza certa come, invece, ce l’ha l’approvazione delle misure correttive in discussione lunedì prossimo. Sarà dunque la seduta del Consiglio comunale a far decidere il Pd.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.