Il primo incontro dell’opposizione è andato decisamente bene sul piano di un’intesa comune da seguire da qui alla prossima tappa, molto presumibilmente, con appuntamento dopo il voto del Consiglio comunale alle misure correttive chieste dalla Magistratura contabile all’amministrazione della città.
Non faccio la cronaca degli interventi per non stancarvi, ma vi racconto i passaggi più interessanti iniziando dall’elenco dei presenti. C’erano, ovviamente, i padroni di casa Michele Montalbano, Santo Pitruzzella e Antonio Fallea, per FI Giovanni Bennardo, Art.4 Salvatore Lupo, Rino Scalia, Ripensare Favara Luca Gargano e Filippo Ceresi, Antonio Palumbo di Rifondazione Comunista, Giuseppe Lentini movimento socialisti riformisti e Antonello Crapanzano.
Gli onori di casa sono spettati a Michele Montalbano, portavoce di Ncd e promotore dell’iniziativa odierna di un incontro tra i partiti a porte aperte e con la presenza di giornalisti. Ma, dicevo, è bene andare con la cronaca degli interventi più significativi e iniziando con quanto detto da Antonio Fallea che ha fatto il quadro di un Consiglio comunale scomposto e per questo improduttivo. Il tentativo delle forze di opposizione di sedersi intorno allo stesso tavolo è uno sforzo, finalmente, composto della politica, destinato a dare risultati positivi.
Antonio Palumbo di Rifondazione comunista ha legato il suo ragionamento alle cose dette da Fallea, sottolineando che l’opposizione non rappresenta e non può rappresentare un cartello politico di forze ideologicamente omogeneo.
Allora quale è il collante che mette insieme gruppi politici diversi come può esserlo una cordata che parte da Forza Italia fino ad arrivare a Rifondazione comunista? La risposta l’hanno data in tutti i loro interventi i partecipanti all’incontro, li unisce Manganella e il suo malgoverno cittadino.
Anzi, Giovanni Bennardo, come è suo solito fare, ha utilizzato un proverbio per rafforzare i motivi che tiene unita l’opposizione raccontando la storiella locale nella quale un popolo smette di preoccuparsi di essere derubato perché essendo estremamente povero nulla gli si può più togliere e questo per Bennardo è l’unico merito di Manganella. Giovanni Bennardo ha, anche specificato di considerare come stazione d’arrivo la sfiducia ad sindaco.
I risultati che si contano alla fine dei lavori sono due. Il primo è l’accordo nel giudicare “illegittima” la misura correttiva dell’amministrazione comunale che prevede tagli al salario dei dipendenti comunali e ai servizi. Il secondo è l’intesa sull’unità dell’opposizione, anche alla luce di alcune contraddizioni, come quella del padrone di casa, Ncd, che ha due consiglieri nella maggioranza e due all’opposizione.
Con la programmazione del tavolo politico, Ncd ha dato il segnale forte di andare avanti, anche in presenza di difficoltà interne. Preferisce la nuova guida del partito, con portavoce Montalbano, non tacere più per nascondere disaccordi interni e punta al raggiungimento degli obiettivi degli iscritti e della gente.
Per altri versi, un ragionamento in armonia con la dichiarazione di Luca Gargano che ha detto basta ai piccoli interessi di bottega che hanno finito con il prevalere rispetto all’interesse verso la città.
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“Prima” dell’opposizione: l’unità c’è, il resto si vedrà
By franco.pullara3 Minuti di lettura
3 commenti
Come puó sedersi Antonio palumbo insieme a Fallea dopo il fattaccio del medico competente?? Come puó parlare Fallea di consiglio improduttivo se da mesi non va più in consiglio, ma partecipa solo alle riunioni di commissioni?? Come puó Bosco sceivere ai consiglieri comunali su tasse che il consiglio recepisce perche approvate da lui? Bo mi soprento ogni giorno di più
una riunione di contraddizioni e falsita’… la vera rovina di favara sono queste persone sedute in questo tavolo… Gargano dov’e’ stato negli ultimi anni? ha governato e i cellulari e i computer ai consiglieri glieli ha fatto avere lui… e ora fa u paladinu da giustizia… fallea si fa i cazzi so a muta muta e purtroppo gli altri nn hanno scuole alte e si fannu girari comu vonnu….
I carni arrizzanu! poveri noi