Le maggioranze nascono e si consolidano su un progetto politico, questa di Manganella, è chiaro a tutti, si salda attorno a staffette assessoriali e piccoli intessi politici. In assenza di un vero e proprio progetto politico, automaticamente, ha prevalenza la burocrazia sulla politica. Mi aiuto con un esempio per essere più chiaro. Il capitano di una nave prima di iniziare la navigazione disegna la rotta da seguire alla quale l’equipaggio deve attenersi. La stessa cosa, per similitudine, accade in politica. Sindaco e maggioranza devo avere un programma comune, una rotta da seguire. Vi pare che Manganella e chi lo sostiene abbiano un programma? Ci facciamo la domanda e lasciamo ad ognuno di noi l’ovvia risposta.
Torniamo all’esempio marinaro. In assenza di una rotta, l’equipaggio, senza specifici ordini, fa quello che vuole e la nave non ha una definita direzione.
Le misure correttive, allo stesso modo della rotta per la nave, dovevano essere “disegnate” dal sindaco e dalla sua maggioranza e passarle alla burocrazia e non viceversa. Questo fenomeno spiega i rinvii e le assenze in Consiglio. Personalmente, non avendo partecipato alla formazione delle misure correttive, non avrei il coraggio, ché di coraggio si tratta dovendone rispondere con il mio patrimonio nei confronti della Corte dei conti, di votarli. Non posso approvarle o bocciarle senza essere in possesso di tutte le informazioni, ché pesanti sono le “controindicazioni”. Del resto, una volta votate, le responsabilità sono del Consiglio comunale.
Sotto la lente di ingrandimento della Magistratura contabile ci sono anni di amministrazione della città e le misure correttive devono essere idonee a garantire la salute delle casse comunali, capaci di sanare eventuali errori attuali e del passato.
Torniamo alla nostra domanda. Manganella ha una maggioranza? Ha una maggioranza nata, sembrerebbe, dalla voglia di fare parte del potere per, dicevamo, piccoli interessi politici. L’approvazione delle misure correttive sono un momentaneo ostacolo, superato il quale i numeri in Consiglio torneranno in favore di Manganella, chè la “voglia” di un assessore in Giunta c’è sempre.
Intanto, Favara è governata come la nave nell’esempio riportato, senza rotta e senza un porto d’arrivo. La speranza è l’ultima a morire, ma è sempre più sola.
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