Il Consiglio comunale, ne abbiamo già dato notizia ieri sera, ha approvato, in una accesa seduta, le misure correttive facendole proprie con tre aggiustamenti di significativa rilevanza. Il primo riguarda lo stralcio del punto sulla diminuzione del salario dei dipendenti comunali, il secondo sulla totale esclusione alla esternalizzazione del servizio tributi e il terzo risultato positivo e di avere, finalmente, affrontato la questione dei costi della politica.
Si capisce bene che, a questo punto, il civico consesso ha vita propria grazie ad una parte della maggioranza non disponibile ad accettare a sacco d’ossa le proposte dell’amministrazione. L’altra parte della maggioranza ha dovuto, gioco forza, seguire il percorso tracciato.
Citiamo qualche fatto. Sono stati presentati tre emendamenti sulla esclusione di qualsiasi esternalizzazione del servizio tributi due da gruppi della maggioranza e uno dall’opposizione. E’ passato quello proposto da Francesco Salemi. Michele Lombardo e Pasquale Bottone approvato trasversalmente con i voti dell’opposizione.
Andiamo avanti. Antonio Palumbo di Rifondazione comunista è stato il primo a proporre lo stralcio delle spese del personale comunale. La proposta di Palumbo e dell’opposizione è stata colta, in un primo tempo, da Erica Matina e da Pasquale Bottone, che, quasi sicuramente, avranno convinto il resto della maggioranza.
Sul totale azzeramento delle spese della politica hanno espresso la loro disponibilità Erica Matina, Pasquale Bottone, Michele Lombardo, Antonio Alaimo, Giacomo Di Stefano, Francesco Salemi e, ovviamente, tutta l’opposizione ad accettare la proposta del collega Palumbo di protocollare la lettera al segretario comunale e rinunciare totalmente al gettone di presenza.
Questi fatti danno, inequivocabilmente, segnali positivi di autonoma esistenza in vita del Consiglio comunale. Con una parte della maggioranza che resta a sostenere Manganella, ma esercitando liberamente e dignitosamente il ruolo di consigliere comunale. E’ un segnale positivo che rare volte si è visto in passato e che testimonia il disagio del Consiglio comunale a causa dell’impopolarità dell’amministrazione comunale.
Torniamo adesso su alcuni aspetti della seduta di ieri.
Sull’azzeramento delle spese della politica si è registrata ieri la presa di posizione, dicevamo, di un gruppo della maggioranza che si è aggiunta all’opposizione. Unico intervento contrario all’azzeramento del gettone di presenza è stato quello di Gero Castronovo, che non riportiamo per un passaggio fatto dallo stesso dai contorni poco chiari. Chiaro è stato, invece, lo stupore dei presenti sulla contrarietà di Castronovo che fa parte del partito dei tagli ai costi della politica. Non avrà ascoltato Renzi e a scendere Carmelo Vitello.
Non vi racconto le cose dette da Manganella ché ad ascoltarlo può credergli solo chi ha vissuto in questi due anni e mezzo con le fette di prosciutto sugli occhi.
Ieri sera, comunque, è arrivato nell’aula consiliare animato da, una sorta, di sentimento di pacificazione che gli ha rovinato qualche minuto dopo il consigliere Lupo invitandolo a restituire “a titolo di risarcimento danni alla città, tutte le indennità percepite dal momento dell’insediamento ad oggi e fino al termine del mandato elettorale”. Ne è seguito un faccia a faccia al vetriolo che non ha dato dignità ai lavori e al luogo. Stessa cosa è avvenuta con il consigliere Antonio Palumbo, definito dal sindaco “maestro di bassezze” in un alterco sull’azzeramento dei costi della politica. Palumbo, dal canto suo, lo ha invitato a fare decidere la città su chi dei due è il vero maestro di bassezze. Non è mancato, per rovinargli, totalmente, la serata l’intervento di Bennardo che con i suoi modi originali ha spiegato che un risultato il sindaco lo porta a casa ed è quello che i favaresi ridotti in povertà non devono temere furti e rapine.
L’intervento di Francesco Salemi ha riportato il dibattito ai livelli dell’accettabilità.
Manganella, dal canto suo, in diverse occasione ha sottolineato che la sua amministrazione non ha prodotto debiti fuori bilancio, ma li ha ereditati dalla precedente amministrazione e sul personale ha ricordato che la colpa dell’attuale carico di spese sul Comune è dovuta alla scelta di chi lo preceduto di dare fondo al clientelismo assumendo centinai di impiegati.
Su questo ultimo punto, Manganella ha ragione da vendere. Anzi quella scelta di strumentalizzare la legge per scopi clientelari e personali è stata scellerata e oserei dire criminale per i contribuenti e per il futuro di tanti giovani, che non hanno accesso ai concorsi, gli unici previsti dalla stessa Costituzione per garantire l’ingresso nel pubblico impiego.
“I debiti fuori bilancio eredità di chi ha preceduto” è una specie di formula utilizzata da tutti i sindaci, per, in molte occasioni, nascondere le proprie responsabilità in tema di finanze pubbliche. Come dire la colpa è sempre degli altri. Non convince il fatto che certi argomenti non sono citati nei programmi e nei comizi elettorali e poi improvvisamente spuntano come scuse all’improduttività amministrativa.
Per concludere le misure correttive emendate in alcuni punti sono state approvate solo dalla maggioranza, adesso si dovrà attendere il parere della Corte dei conti. Intanto, le motivazione dell’opposizione alla non partecipazione nella fase finale del voto “sono contenute – a parlare è il consigliere Antonio Palumbo – nella relazione dei revisori del conto che giudicano la proposta dell’amministrazione, scarsa e includente e soprattutto non corrispondente alle richieste della Conte dei conti. Mentre il parere favorevole è relativo solo alla parte formale e non sostanziale”.
Aspetteremo e sapremo.
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Il Consiglio approva le misure correttive. Meglio, il Consiglio comunale si riscatta
By franco.pullara5 Minuti di lettura