Nella Tenda del Padre Abramo, senza ordini da rispettare, ognuno sa cosa deve fare per mantenere la cosa comune.
Dall’incontro di culture diverse ci si arricchisce reciprocamente. Dagli ospiti del convento francescano ci arriva un esempio da seguire che, certamente, porterebbe benefici immediati alla collettività, senza aspettare le azioni della politica.
La lezione è “la cosa di tutti è anche mia e la rispetto”, mentre nel resto del paese che si vede dalla collina sembrerebbe essere diversamente “la cosa comune è di nessuno, quindi ne faccio quello che voglio”.
Non si sono scelti un capo e nessuno si propone di farlo. I frati, dal canto loro, non hanno ordini da impartire, ma gli ospiti riparano finestre e porte, curano il giardino e gli animali, puliscono i locali e anche la chiesa, pure se di religione diversa, e vanno a fare la spesa. Chi di loro ha avuto la fortuna di trovare un lavoro fisso e di prendere in affitto una casa, quando può torna in convento e si rimbocca le maniche. Uno di questi è Alì, afgano di religione musulmana, che ha un posto di lavoro fisso e una casa in affitto, in modo da possedere tutti i requisiti per fare arrivare in Italia i suoi fratelli. Il sabato, Alì torna in convento tra i frati. E non è il solo.
Non è facile per chi non ha vissuto la loro triste esperienza dare un valore reale alle mura del convento. Per loro sono state le prima braccia che li hanno accolto e sono destinate a restare un costante punto di riferimento. Una sorta di famiglia in sostituzione di quella dei Paesi d’origine. E le famiglie si rispettano. Loro, quasi sicuramente, le rispettano più di noi, ché le cose si apprezzano quando non si hanno.
Il loro comportamento è talmente lontano dal nostro modo che la prima volta che sono stato nella Tenda del Padre Abramo ho pensato al grande sacrifico che dovessero fare i frati per controllarli. Avevo pensato a possibili liti tra gli ospiti e ad altrettanto possibili atti di vandalismo. Ed invece mi sbagliavo, il sacrificio da parte dei frati c’è, ma non va nella direzione del poliziotto che deve controllare, ma del fratello che apre le braccia e accoglie. E un fratello, insegnano gli ospiti della tenda, si rispetta. Si rispetta anche la casa comune.
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