La prima segnalazione che vogliamo proporre al lettore riguarda il nuovo libro del giornalista agrigentino Matteo Collura, volume che incentra la propria analisi sulla vita del drammaturgo che più di ogni altro ha contribuito a riscrivere e rivoluzionare la scrittura teatrale del novecento. “Il gioco delle parti” (Longanesi Editore), infatti, è la biografia di un sommo intellettuale agrigentino, Luigi Pirandello, scritta da un altro grande intellettuale agrigentino. Nell’opera di Collura, la vita del genio nato al Caos è osservata e studiata attraverso particolari filtri narrativi, quali la sua influenza letteraria ed il rapporto conflittuale con i figli. Ma le vicende sono anche narrate impiegando le stesse opere pirandelliane, che permettono di percorrere altresì il sentiero della vita sentimentale di Pirandello, indissolubilmente legata al suo rapporto, a volte morboso, con Marta Abba. Collura riporta inoltre un altro evento fondamentale avvenuto nella vita del drammaturgo agrigentino: la sua contestata, ma ingenua, adesione al fascismo. Il volume si apprezza per la coerenza del filo narrativo e per l’obiettività con la quale l’autore si è approcciato alla vita di una delle più straordinarie personalità letterarie del secolo scorso, intitolandone (felicemente) la biografia prendendo in prestito il titolo di una commedia dello stesso Pirandello.
La seconda segnalazione, invece, riguarda l’ultimo libro del sociologo, saggista e giornalista agrigentino Pippo Russo, il quale ha recentemente raccolto i suoi vivaci ed interessanti articoli pubblicati sull’edizione palermitana de La Repubblica, all’interno della rubrica Sicilianismi: ne è nata un’antologia di articoli, intitolata “Siculospirina” (Dario Flaccovio Editore). I sicilianismi di Russo analizzano in maniera perspicace, e spesso con intelligente ironia, il rapporto tra l’italiano e la lingua sicula, attraverso la narrazione di esilaranti aneddoti nati dalla traduzione di espressioni o parole del dialetto siciliano, spesso intraducibili (“tradurre a volte è tradire”), come l’uso dell’improbabile “ce la so” o del “non ho motivo per ringraziarla”, che addirittura nella sua sfortunata traduzione in italiano finisce coll’esprimere un significato addirittura opposto rispetto a quello dialettale. Ma ci sono anche le analisi di parole (e dei relativi significati) come “lagnusu”, “facciòlu”, “scioppetto” o di espressioni come “signor Lei”, “buttarsi malati” o “buttare voci”. Il tutto condito dalla sagace ironia dell’autore che, con competenza professionale e grazie alle sue esperienze vissute in prima persona, ci accompagna in un viaggio all’interno di una lingua matura, completa e dalla forte propensione per l’estrema sintesi. Caratteristica, quest’ultima, che spesso permette di condensare in un’unica parola un intero discorso, come a dire: “’a megliu parola è chiddra ca ‘un si dici”.
Antonio Fragapane
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“Il gioco delle parti” e “Siculospirina”: brevi recensioni
By vedisotto3 Minuti di lettura