Rosaria Spataro
Scegliere il proprio futuro o la propria strada non è mai impresa facile specie se tale futuro riguarda le sorti di un’intera comunità e non di un singolo individuo. Sul futuro ipotizzabile o meglio su un percorso reale e proficuo da intraprendere hanno discusso ieri a Porto Empedocle, gli esponenti politici locali, regionali e nazionali del Partito Democratico e i rappresentanti del mondo imprenditoriale, sindacale e dell’associazionismo.
Divisa tra cielo e mare – come probabilmente direbbero uno scrittore o un poeta – Porto Empedocle, città natale di Pirandello, di Camilleri e di Hamel, ha provato ad immaginare un futuro compreso, o equamente diviso, tra industria e turismo.
E la città di Porto Empedocle incarna, probabilmente, come tante altre realtà siciliane quel dualismo che nel tempo le comunità isolane si sono trovate a vivere: un dualismo che nasce dalla divisione tra storia e natura, cioè da quei due mondi paralleli che gli uomini nel tempo hanno saputo creare in territori ai quali la natura probabilmente aveva già affidato un suo corso ben preciso: bellissime coste e mare cristallino contornate da ciminiere e residui di un’industria che ha provato a nascere, morendo prima ancora di crescere.
Il mare africano di Pirandello e la magnificenza abbagliante della Scala dei Turchi si scontrano con le ciminiere dell’Enel e dell’Italcementi creando un connubio difficile da comprendere e da elaborare: una vocazione turistica naturale ed uno sviluppo industriale indotto, non completamente riuscito, ma esistente, vivo e alla ricerca di prospettive di sopravvivenza che oggi divengono ancora più difficili.
Il tema che il convegno di ieri, dal titolo “Porto Empedocle, Sviluppo sostenibile tra l’industria e il Turismo”, ha provato a trattare, si è diretto proprio in tal senso e cioè riuscire a disegnare, a prospettare uno sviluppo che possa contemperare la naturale vocazione turistica e quella industriale, cercando di potenziare entrambi i due aspetti dell’economia di un territorio che accanto all’esistenza di importanti insediamenti industriali come l’Enel, l’Italcementi, l’Italkali ed oggi le strutture produttive dell’eolico rappresentate dalla Moncada Group vuole affiancare e far crescere strutture ricettive, della ristorazione e dell’accoglienza proprie delle località turistiche.
Molti degli insediamenti produttivi attraversano in verità quello che ormai viene comunemente chiamato “il momento della crisi”: l’Italcementi ha già da diversi mesi posto in cassa integrazione 60 operai (e a dicembre si profila la chiusura dello stabilimento empedoclino ed il conseguente licenziamento dei lavoratori che ieri hanno presenziato ai lavori del convegno), la Vetem è in piena crisi, la Moncada Group ha da tempo de localizzato molte delle sue attività e diviene quindi naturale pensare che forse l’industrializzazione di Porto Empedocle volge al declino, il che obbligatoriamente comporta la fine di un’economia esistente e la perdita di tanti posti di lavoro con tutte le implicazioni che in termini sociali questo comporta.
Il comparto turistico di contro soffre la sindrome propria del turismo agrigentino: permanenze brevi e occasionali che nulla rendono all’economia locale; la carenza di strutture organizzate e attività collaterali alle visite ai monumenti ed alle spiagge fanno si che il turista non sia incentivato a permanere in questi luoghi per più di due o tre giorni per spostarsi poi verso altre località siciliane capaci di intrattenere meglio e più a lungo il turista.
Diversi e notevoli sono stati gli interventi che, effettivamente poco hanno avuto di retorico a beneficio di una discussione che ha toccato tutti i punti salienti programmati, affrontando e sottolineando – come ha fatto l’ex sindaco di Porto Empedocle, Orazio Guarraci, nei limiti che la tempistica in questo caso impone, quelli che sono i temi più urgenti da trattare a partire da una programmazione seria ed efficace che vada anche in parte a ridisegnare il territorio con la creazione di un polo industriale o produttivo allocato nell’area Italcementi a beneficio della realizzazione del polo turistico che partendo dalla contrada Kaos arrivi fino alla Scala dei Turchi e oltre.
“Si è provato ad immaginare nella giornata del 31 marzo – dichiara l’on. Giovanni Panepinto – verso quale percorso dovrà procedere la città di Porto Empedocle se davvero vuole assecondare entrambe le sue vocazioni ed in questo caso lo “sviluppo sostenibile” sembra essere l’unica strada percorribile se si vogliono far coesistere le due anime di Vigata: a fronte di una crisi economica che non consente più a nessuno di potere operare scelte sbagliate o rimanere nel limbo diviene oggi, più che mai necessario, disegnare un progetto di sviluppo capace di innescare e potenziare processi di crescita che vadano ad incentivare le importanti strutture produttive esistenti o a riconvertire gli impianti che stanno soffrendo gli effetti devastanti della crisi economica che già a Porto Empedocle ha spiegato i suoi effetti negativi provocando la cassa integrazione per i dipendenti dell’Italcementi, per il quale stabilimento si prospetta oggi la definitiva chiusura a meno che non si riesca a riconvertire l’impianto della SS 115 destinandolo alla lavorazione della kainite estratta nello stabilimento dell’Italkali. A fronte di quanto discusso e pensato nel tempo è ora arrivato il momento di mettere in moto operativamente sia le forze politiche e sociali che vorranno intervenire in questo processo di crescita che le forze imprenditoriali che nel territorio hanno già di fatto allocato le proprie aziende o intendono farlo ed, al contempo, riuscire a trovare le soluzioni che consentano alle aziende in crisi di non abbandonare il territorio ed evitare così di “regalare” a Porto Empedocle altri scheletri di un’industria mai completamente decollata ma che ha lasciato i segni profondi e tristi di una dismissione che ancora deturpa profondamente il paesaggio ed il litorale e questo lo si può fare iniziando subito a programmare con tempi certi gli step di tale processo”.
“Abbiamo riunito intorno allo stesso tavolo – afferma Tonino Moscatt – gli esponenti agrigentini ed empedoclini della politica, dell’industria, del turismo, i rappresentanti delle aziende operanti nel territorio, i rappresentanti delle istituzioni, per gettare le basi di un progetto che sappia riscrivere, rinnovandolo, il percorso che conduce verso il futuro di uno dei centri strategici della provincia di Agrigento che, in ragione delle sue grandi potenzialità, ha il diritto-dovere di proiettarsi al domani avendo ben chiare le linee guida che dovranno essere seguite per raggiungere gli obiettivi di crescita capaci di restituire alla cittadina empedoclina rinnovato benessere e soprattutto prospettive di sviluppo reale.
Al convegno hanno preso parte anche i deputati Maria Iacono e Angelo Capodicasa, l’onorevole Michele Cimino e sono intervenuti Massimo Bruno, Responsabile nazionale relazioni esterne ENEL; Italcementi Group; Enrico Morgante, Italkali; Salvatore Moncada, Moncada Energy.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.
1 commento
Un nuovo orizzonte per Porto Empedocle – SiciliaOnPress – SiciliaOnPress http://t.co/dSu2YczKGS