Ho incontrato Piero Mangione, segretario provinciale Cgil pensionati, per conoscere i numeri, che non tradiscono mai, sull’economia del nostro territorio. Che c’entrano i pensionati? C’entrano, ché al momento sono una delle pochissime risorse economiche della nostra provincia. A livello provinciale parleremo in un’altra occasione, come dire, ci stiamo lavorando. Mentre mi piace anticipare i dati relativi a Favara, anche perché costituiscono una sorta di anticipazione sull’altro articolo che riguarderà tutto l’agrigentino.
“Sono dati rilevati – ci dice Mangione – nel 2007 fonte Inps, ma posso assicurarvi che nulla è cambiato sotto la luce del Sole, anzi se cambiamento c’è stato è in peggioramento”.
A Favara su una popolazione di circa 33.000 abitanti i pensionati Inps nel 2007 erano 8.394, divisi in 1.906 pensioni di vecchiaia, 2.035 di invalidità, 2.072 superstiti, 905 assegni sociali, 1.476 invalidi civili.
“Il 70% dei pensionati – continua Mangione – non supera i 700 euro al mese, mentre a livello Italia la stessa percentuale si ferma a 1.000 euro. In particolare, le pensioni di invalidità civile arrivano, meglio dire si fermano, a 260 euro al mese, al minimo contributi e vecchia a 470 euro”.
Ovviamente, forniremo, dicevo, in un altro articolo i dati aggiornati al 31 dicembre del 2013.
Intanto, anche se poco o quasi nulla è cambiato, il motivo di iniziare dal 2007 è per sottolineare la cronicità e la persistenza della mala politica che ci condanna, per altri motivi che si aggiungono alla povertà, alla bassa qualità di vita.
Ritornando ai numeri è chiaro, a questo punto, che nella platea dei contribuenti favaresi ci sono oltre 8.000 persone sotto la soglia della povertà. Questo è il dato iniziale che ci interessa nel nostro ragionamento.
Si aggiunge il periodo attuale di gravissima crisi economica, quando è difficile trovare una sola famiglia che non abbia nel suo interno almeno un disoccupato.
Ora a fronte di questa terrificante situazione siamo condannati, non solo a vivere i disagi, ma anche ad ascoltare le giustificazioni non condivisibili della politica.
La politica dice che le tasse e i servizi vanno pagati. E fin qui nulla da eccepire. Il fatto strano è che i politici si fermano e non vanno oltre al ricordare il dovere di pagare le tasse e i servizi. Non entrano nello specifico. Se l’acqua, bene primario, ha un costo questo deve essere sostenuto dai contribuenti e i nostri eroi, dicevamo, non vanno oltre questo concetto. Non entrano nel dettaglio del costo del servizio. Anzi, ci mettono davanti il muro di un servizio gestito non in house, del Comune che nulla può fare e chi più scuse ha più ne metta. Stesso discorso per il servizio di igiene ambientale. Nessuno osa infilare il naso nei costi. Si inviano le bollette e va da se che schizza in alto il numero degli evasori. La gente, nella stragrande maggioranza, non paga perché non può pagare. Poi facciamo un bel ragionare di Stato e di legalità. A Favara, tra l’altro, ci stiamo preparando a festeggiare proprio la legalità. Festa che ogni anno vede l’assenza e la non partecipazione del popolo, ma non perché non apprezzi la legalità almeno come concetto, ché per vederla non l’ha quasi mai vista. Come può percepire lo Stato e la legalità, una vedova che vive di una pensione di riversibilità, nella migliore delle ipotesi, di 700 euro al mese e con i figli a casa, disoccupati e che deve contribuire a sostenere il servizio di igiene ambientale, in media 600 euro all’anno, l’irpef sul povero reddito, le bollette di Girgenti acque. Allo stesso modo, come possono i circa 2.000 pensionati di vecchiaia.
Sarebbe bello ascoltare dall’amministrazione comunale, dai consiglieri, dai partiti politici, dai deputati locali, dai movimenti politici e dai parroci una musica diversa che abbia lo stesso punto di vista dei cittadini che vivono nella povertà. Non è vero che non si può fare nulla e falso è affermare che non si può controllare e agire sui costi dei servizi.
Del resto, i contribuente chiedono per loro un vestito dalla taglia giusta e nulla di più.
Mi aspetto, sulle cose dette, riflessioni da parte dei politici e dagli amministratori, che si sono succeduti dal 2007 a oggi, così come li aspetto dalla gente.
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