Lui è un volto noto al pubblico televisivo italiano, e agrigentino in particolare. Lo si ricorda ancora, infatti, condurre il Vg dell’emittente Teleacras. Adesso sono molte di più, e in tutta Italia, le case che riesce a raggiungere con la sua voce e il suo “mezzo busto”. Stiamo parlando di Carmelo Sardo, giornalista agrigentino da anni conduttore del Tg5 e che da qualche mese si ritrova tra le pagine e le recensioni letterarie col suo primo romanzo, “Vento di tramontana”, che non smette di regalargli forti emozioni e notevoli soddisfazioni. Lo abbiamo raggiunto per i lettori di siciliaonpress.com, e ci siamo fatti raccontare, tra le altre cose, come nasce e vive la sua nuova veste di scrittore.
Ciao Carmelo, il tuo esordio letterario, “Vento di tramontana”, ti ha dato l’ennesima soddisfazione: l’editore francese First ne ha acquistato i diritti e lo ha appena pubblicato in Francia, intitolandolo “Les nuits de Favonio”. Come ti senti ad essere tra i pochi autori italiani tradotti Oltralpe già alla loro opera prima?
Per un romanziere esordiente come me è stata un’emozione incredibile quando Mondadori mi ha informato che una delle più note case editrici francesi aveva chiesto i diritti di “Vento di tramontana”. Non ho neppure rilanciato sull’offerta. Ho subito accettato orgoglioso di essere tradotto peraltro da Anais Bokobza, una delle più grandi traduttrici, che devo dire ha fatto un lavoro straordinario perché non era facile trasportare alcune espressioni tipiche del dialetto siciliano alla lingua francese. Quando poi “Les nuits de Favonio” è uscito, con quella bellissima cover, ho provato una grande gioia nel vederlo accostato dalla stampa parigina a uno dei più grandi film francesi degli ultimi tempi “Un profeta”, ambientato proprio in un supercarcere.
Ma ritorniamo al romanzo, uscito nel 2010 per i tipi della Mondadori. Il protagonista, come è successo anche a te, è un militare di leva che si ritrova immerso in una complessa realtà, a lui completamente sconosciuta, quella di un carcere di massima sicurezza. A parte la chiara impronta autobiografica, come nasce l’idea sulla quale hai costruito il tuo lavoro di scrittura?
E’ successo che quattro anni fa ho casualmente ritrovato in un baule della mia casa agrigentina dove sono cresciuto, uno zaino dove dentro c’erano ancora i quattro quaderni che risalivano al periodo del mio servizio militare in cui annotavo tutto quello che successe in quei nove mesi di servizio nel supercarcere di Favignana. Non li rileggevo da quasi 25 anni ed è stata una grossa sorpresa e una grande emozione: lì ho capito che dentro potesse esserci un romanzo. Poi con la maturità professionale e la mia passione per la lettura e la scrittura, mi è venuto facile raccontare quelle storie e modificarne poi lo sviluppo attingendo alla fantasia del romanziere alimentata da anni e anni di letture di grandi scrittori sudamericani come Amado, Mutis, Borges, Munoz Molina, che mi hanno aiutato nel tratteggiare gli scenari aspri e ammalianti dell’isola di Favonio, Favignana nella realtà.
continua…
Antonio Fragapane
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“Les nuits de Favonio”: intervista a Carmelo Sardo (parte prima)
By vedisotto3 Minuti di lettura