Dopo la processione dei fedeli che hanno accompagnato la Madonna al Calvario, padre Goffredo, con le sue riflessioni, ha commosso i presenti chiamandoli a considerare il dolore di una madre che sopravvive al proprio figlio.
Ha citato ad uno, ad uno i nomi dei ragazzi vittime di incidenti stradali, di malattia, fino ad arrivare alle bambine Bellavia, morte a causa del crollo della loro abitazione.
Ha riaperto le piaghe di Favara come se volesse curarle e il silenzio attento della gente ha fatto da corona alle sue parole. Padre Goffredo è originario del Congo in suo nome per intero è Kilwembo Malosa Goffredo. E’riuscito a farsi apprezzare per la sua profonda umanità e cultura, operando nella parrocchia della Madonna del Transito, dove il disagio e la povertà si toccano con mano. I suoi parrocchiani, dal canto loro, lo hanno adottato come un familiare.
Ieri sera, ha dato uno scossone ai favaresi rassegnati a sopportare, proprio partendo dal dolore della Madonna e di tutte le mamme che assistono alla morte del figlio e che coraggiosamente continuano nella loro segnata esistenza.
E’ stato un appello all’accettazione e, nello stesso tempo, a continuare il cammino intrapreso. Padre Goffredo non lo ha detto esplicitamente, ma è come se ci avesse suggerito che è il coraggio di continuare che manca, purtroppo, ai favaresi, segnati da un passato e da un presente di sofferenze inflitte da una mentalità sbagliata dalla quale non riusciamo a liberarci.
Don Mimmo Zambito, ex arciprete di Favara, adesso a Lampedusa, ci diceva spesso che i favaresi sono una sorta di folla che fatica a diventare popolo. Ieri sera, a tal proposito, per pochi minuti i presenti davanti al Calvario, ascoltando le parole di padre Goffredo sembravano essere un popolo. Ed è già un grande risultato.
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