Il deputato Mangiacavallo: “Stralciamo dalla Finanziaria-bis la norma sui consorzi di bonifica e approviamola subito. La legge di stabilità avrebbe dovuto avere la precedenza sul mutuo che serve a pagare le imprese del Nord”. Palmeri: “Cerchiamo di limitare i danni e diamo risposte a tutto il comparto agricolo”.
Campagne al collasso senz’acqua e tantissime varietà ortofrutticole che rischiano di sparire dalla tavola dei siciliani.
Tra le pieghe dei ritardi della Finanziaria c’è il futuro incerto di tantissime famiglie che lavorano nei campi e di tantissime colture siciliane.
“La semina di tante varietà che dovevano essere piantate ai primi di aprile – afferma il deputato Matteo Mangiacavallo – è stata rinviata a causa della mancanza di fondi previsti in Finanziaria per fare partire la campagna irrigua. Coi tempi dilatati che si sono dati governo e parlamento e con quello perso da Crocetta e dalla sua maggioranza in rimpasti e nomine assessoriali, rischiano di rimanere soffocate le istanze di tanti imprenditori agricoli e piccoli coltivatori siciliani che aspettano l’acqua per irrigare i propri campi. Con questi ritardi stiamo provocando un danno enorme all’economia siciliana, fondata prevalentemente sull’agricoltura. Si aspettava l’acqua per gli inizi di aprile, non ci sarà prima di giugno. E’ una vergogna”.
“Il Movimento 5 Stelle – dice Mangiacavallo – aveva chiesto al governo d anticipare l’arrivo in aula delle finanziaria-bis al mutuo miliardario, che rischia di imprigionare per trent’anni il futuro dei siciliani e perlopiù serve a pagare imprese del Nord, ma non ci ha ascoltato nessuno. Ora i nodi vengono al pettine. Cerchiamo di salvare il salvabile, quantomeno in agricoltura, stralciando dall’impalcatura della Finanziaria la norma sui consorzi di bonifica, per portarla immediatamente in aula”.
“I danni per l’agricoltura – afferma la deputata Valentina Palmeri – ormai ci sono. Cerchiamo di limitarli al minimo, dando risposte ad alcuni dei tanti problemi che attanagliano il settore, come quello delle reti di distribuzione obsolete o delle tariffe elevate, solo per citare qualche esempio. Passata l’emergenza si potrà prendere in considerazione il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue, opportunamente trattate”.