ASSOFOR, Associazione di categoria rappresentativa di 50 Enti di Formazione professionale accreditati in Sicilia, condivide la dichiarazione dello Stato di crisi inizialmente proclamata delle Associazioni Cenfop e Forma Sicilia, a cui è seguita quella di Anfop e Asef.
Un anno fa il Governo regionale aveva assunto la decisione di rieditare gli interventi di formazione ordinaria in Sicilia attraverso la seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziandoli con le risorse del Piano Giovani.
Questo -lo ricordiamo- dopo un importante dibattito con le Parti sociali e un impegno assunto con il Parlamento siciliano, nella direzione di salvaguardare le migliaia di lavoratori e un patrimonio di conoscenze ed esperienze proprie del Settore.
Una Legge, dal 1976, disciplina la Formazione Professionale, una materia di competenza primaria della Regione Siciliana, che in tutti questi anni ha realizzato un fondamentale Diritto all’Istruzione e alla Formazione per decine di migliaia di Siciliani, di ogni età ed estrazione sociale.
Il Governo, per bocca dell’Assessore al ramo Nelli Scilabra, aveva, per il secondo anno, deciso di economizzare rispetto alle risorse messe a disposizione il primo anno, con l’intenzione di mettere a frutto tali economie per la terza annualità, prospettando di utilizzare altresì risorse del Piano Giovani integrandole con quelle comunitarie della nuova programmazione.
Gli Enti per il tramite delle Associazioni di Categoria, avevano accettato, pur non senza timori, anche perché consapevoli che un taglio dei finanziamenti avrebbe comportato, come sta avvenendo, tensioni per la difficoltà oggettiva di ricollocare gli esuberi conseguenti.
Tuttavia hanno accolto la soluzione proposta, nella prospettiva accennata di salvaguardare la terza annualità e nell’attesa di conoscere quali proposte avrebbe messo in campo il Governo per riformare il Settore.
ASSOFOR intravedeva i primi segnali di un cambiamento, innanzitutto nel metodo di ricercare insieme con gli Attori del sistema soluzioni condivisibili, nell’indicare le figure professionali da formare attraverso un’analisi dei fabbisogni delle imprese e ricerche di mercato, nella volontà di stabilire regole più rigide per accreditare gli Enti e gestire le attività da affidare.
Le dichiarazioni che abbiamo ricevuto in questi giorni, senza proposte chiare e/o la ricerca della più ampia auspicabile condivisione, diverse nel metodo e nelle finalità, giungono a noi come una doccia gelata e non possono non generare le sofferte determinazioni che gli Enti hanno dovuto esternare.
Da troppi mesi registriamo l’assenza di un vero e produttivo confronto con le Parti sociali, attraverso il quale edificare un invocato processo di Riforma… non sommario o frettoloso, che si concluda nelle sedi deputate.
Se poi la decisione del Governo è quella di far chiudere gli Organismi formativi operanti in Sicilia, diversamente da quello che avviene nel resto del Paese, che questo non avvenga procurando loro un brusco rallentamento delle commesse, che genererà centinaia di fallimenti, in anni di congiuntura economica così pesante.
A dire la verità, purtroppo, questo sta già avvenendo per effetto del rallentamento di tutte le procedure amministrative, anche a causa della ormai cronica carenza di personale in forza preso il Dipartimenti competente a cui non possono supplire solo le assistenze tecniche o altri rimedi.
Non si chiudono i rendiconti dalle attività espletate a partire dal 2008, non riceviamo i relativi saldi, i mandati dei primi e secondi acconti ritardano mesi e mesi, le polizze fideiussorie rimangono attive per tempi biblici, poca chiarezza nelle regole e tutele. Questa situazione, da tempo lamentata, ci sta stritolando. Si può e si deve invertire la rotta.
Qualunque sia la volontà di Governo e Parlamento, rivolgiamo un accorato appello a tutte le forze politiche e istituzionali, in primo luogo al Presidente della Regione Rosario Crocetta, affinchè venga riaperto il dialogo e si ricerchino soluzioni per uscire da una crisi, che, prima ancora di essere proclamata dalle Parti sociali, è viva nella realtà dei fatti e non si rimuove con battute o annunci ad effetto.
Avv. Oliveri Antonio
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