Lunedì 5 maggio i “Lavoratori liberi ma non liberati” ex sportelli multifunzionali si sono autogestiti e organizzati per partecipare in massa ad una manifestazione in Via Trinacria. Lavoratori stanchi che si rifiutano di essere rappresentati da un sindacato poco incisivo o peggio che rappresenta e ha rappresentato interessi diversi dalla loro naturale collocazione (vale la pena specificare che la loro azione avrebbe dovuto essere diretta ai lavoratori), di essere ammortizzati, di essere identificati con chi ha lucrato, sperperando risorse pubbliche. Dal 23 aprile si trovano nella condizione di lavoratori: licenziati, con un preavviso di licenziamento o sospesi dal lavoro, anche questa un’altra anomalia, infatti si registrano disparità di trattamento causati dalla situazione che ha in seno l’ente di appartenenza di ciascun lavoratore.
Dopo giorni di presidi e sit in su base provinciale, attraverso il tam tam della rete, il passa parola e comunicazioni telefoniche, i lavoratori hanno deciso di far sentire la propria voce in un unico coro il 5 maggio.
Percorriamo le varie tappe di questa incresciosa vicenda che li vede protagonisti di un momento di disperazione e di grave incertezza futura. Fino a circa due settimane fa erano confortati da notizie positive che giungevano da tutte le direzioni a partire dal Presidente, dalla Dirigente Generale e passando dall’assessore di turno. Tutto ad un tratto la certezza sbandierata in ogni dove comincia a vacillare, evidentemente il mostro a sette teste ha lavorato incessantemente fino ad invertire la rotta, trovando terreno fertile sulla debolezza della non facile soluzione di alcuni tecnicismi emersi nella fattibilità del progetto Y. G., a partire dalla situazione paradossale che vedrebbe i lavoratori, già fortemente provati da ritardi biblici delle loro spettanze pregresse, a dover affrontare con questo meccanismo del “raggiungimento degli obiettivi” gravissimi ritardi nei pagamenti oltre ad essere aggravati dalle farraginose procedure che il fondo sociale europeo impone, per non parlare dell’abbassamento di alcuni livelli contrattuali in quanto non previsti dalla “mission” delle Y.G.
Premesso che le Y.G. non devono essere visti come il finanziamento che consente agli operatori di trovare collocazione lavorativa, ma come l’opportunità data ai giovani fruitori di tali benefici e supportati da personale qualificato e specializzato, quest’ultimo avrebbe già dovuto trovarsi in carico stabilmente presso i C.P.I.
Percorriamo il nostro passato impegno nella Pubblica Amministrazione. Senza voler citare circolari, direttive e norme nazionali ci troviamo nell’assurda e surreale situazione di essere professionalità indispensabili nell’erogazione dei servizi previsti dalla legge, ma trattati peggio dei lavoratori a cui si deve elargire un sussidio. Lavoratori che da tempo avrebbero dovuto essere stabilizzati dentro i C.P.I., con notevole risparmio economico da parte della Pubblica Amministrazione che avrebbe evitato lo spreco economico nell’affidamento dei finanziamenti gestiti dagli enti. L’assurdo è che si è provveduto alla stabilizzazione presso i Servizi per l’Impiego degli LSU con aggravio di spesa per il bilancio regionale, mentre non si pensa minimamente a inserire organicamente all’interno dei Servizi per l’Impiego gli operatori degli Sportelli Multifunzionali, personale altamente qualificato nell’erogazione dei servizi previsti dalla legge e sul quale l’amministrazione ha investito ingenti somme di danaro per la loro qualificazione. I lavoratori pertanto rivendicano:
1. La stabilizzazione di tutto il settore
2. La regolarità retributiva
3. Il pagamento immediato delle spettanze pregresse
4. Nell’attesa di una indispensabile stabilizzazione, chiedono all’interno delle Youth Guaranthee:
a. La definizione di un contratto chiaro con elencati istituti contrattuali
b. Durata del progetto
c. Modalità operative
d. Definizione della data d’inizio.
Il comitato libero dei lavoratori ex sportelli multifunzionali
1 commento
http://t.co/MYblWmigDk http://t.co/DOCSYgl3GK