Era la mattina del 9 maggio del 1978 e l’Italia veniva scossa dal ritrovamento del cadavere del presidente della Dc Aldo Moro: fu la fine, tragica, di un incubo collettivo. Ma quella mattina pochissimi organi di stampa si occuparono dell’uccisione di un giovane siciliano, perpetrata molto lontano da Roma: Peppino Impastato, nativo di Cinisi, in provincia di Palermo, trovato morto tra i binari della ferrovia e dilaniato dall’esplosivo utilizzato per non permettergli più di realizzare e svolgere il lavoro che era solito fare, ovvero denunciare i mafiosi e le loro azioni, irridendoli dalla sua Radio “Aut”, e palesare ai più i misfatti e gli intrighi del potere criminale e politico. All’inizio la sua morte fu addirittura fatta passare prima come la conseguenza di un attentato terroristico che lo stesso Impastato avrebbe tentato di commettere, poi per un suicidio sotto le rotaie: ma considerando la sua “militanza nella legalità”, ben presto si capì perché a lui fosse stata riservata una carica di tritolo e non le solite armi da fuoco.
Dopo quel tragico 9 maggio, Peppino divenne subito un simbolo della lotta antimafia, quando ancora uomini come Falcone e Borsellino erano magistrati sconosciuti. Sulla sua vita è incentrato il bel film “I cento passi” (così intitolato perché tale era la distanza che separava la casa di Impastato da quella del superboss di Cinisi Gaetano Badalamenti), e, ancora oggi, alla sua memoria si collegano molte iniziative antimafia finalizzate alla realizzazione di campagne di denuncia contro i soprusi e le violenze della criminalità. E per omaggiarne il ricordo da tempo è in atto l’iniziativa “Una strada in ogni città per non dimenticare”, rivolta a tutti i sindaci italiani che vogliano intestare una via o un luogo pubblico a Peppino Impastato.
Ci auguriamo che decisioni di questo tipo possano essere replicate nel maggior numero possibile di casi in tutta Italia, ma soprattutto nella nostra regione e nella nostra provincia, luoghi dove, a volte, sfuma la memoria di certi eventi. Non ci si stancherà mai abbastanza d’affermare, infatti, che la vera essenza di un monito oggi più che mai auspicabile e mai retorico, è che non si dovrebbe mai smettere di ricordare e valorizzare le esperienze di quegli uomini che hanno dimostrato, anche a costo della loro stessa vita, come la difesa della libertà di tutti noi debba sempre e necessariamente prevalere sui silenzi e sulla mendacia, “fumo negli occhi” che molto spesso rappresenta la via più comoda, ma che invece risulta essere l’origine e al contempo la causa di conseguenze a volte irrimediabili.
Antonio Fragapane
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2 commenti
http://www.italiapost.info/128693-radio-aut-viene-riaperta-la-fondo-peppino-impastato-torna-36-anni-dopo/ complimenti per il plagio.
Gentile direttore, l’articolo da me scritto è il riassunto di un mio precedente pezzo, pubblicato in due parti, il 06/05/2010 e l’11/05/2010. A scanso di ulteriori equivoci eccole i due link:
http://www.perlacitta.it/2010/05/06/in-memoria-di-peppino-impastato-1-di-2/
http://www.perlacitta.it/2010/05/11/in-memoria-di-peppino-impastato-2-di-2/
Spero di aver definitivamente chiarito.