Valentina Piscopo
7 maggio 1987- 22 aprile 1999. Proprio oggi, Stefano Pompeo avrebbe compiuto 27 anni. Una vita spezzata a soli 11 anni, troppo innocente per capire cosa sia il male, troppo piccolo per scegliere il suo destino. Basta un niente è tutto cambia. La sera del 22 aprile 1999, Stefano decide di uscire con il padre poiché quest’ultimo doveva macellare un maiale per poi consumarlo, nella campagna di Antonio Cusumano assieme al fratello Giuseppe, ritenuto il capo di una cosca del paese.
I due arrivano poco dopo le 18. Alle 20,40 Stefano decide di salire sul fuoristrada del Cusumano guidato da Vincenzo Quaranta, per andare a comprare il pane e approfittando dell’occasione, anche per farsi un giro. Dopo un breve tratto, l’auto viene colpita da tre colpi di fucile, dei quali uno raggiunge Stefano alla testa. Il bambino arriverà in ospedale già morto. Due settimane più tardi avrebbe compiuto 12 anni.
Inconsapevole vittima sacrificale di quella mafia che compie stragi, che lascia madri distrutte e famiglie annientate da un dolore perpetuo. Favara, terra amata ed odiata, emblema di una contemporanea società che vuole scollarsi di dosso una fama, da sempre, difficile da gestire, promuove la Festa della Legalità. Infatti, nella giornata di domani, giovedì 8 maggio a partire dalle ore 9.30, appuntamento davanti I.C. “ Falcone- Borsellino” per dare vita alla catena umana per ricordare Stefano Pompeo, vittima di mafia ma, anche, vittima di una società in cui il valore della vita umana, anche quella di un bambino, conta poco o nulla. Favara non deve e non vuole dimenticare Stefano. Già nel lontano 29 settembre 2003, venne intitola la villa comunale di Via dei Mille al piccolo Pompeo. Oggi, quella villetta comunale, ritrovo di tanti bambini, non brilla più come una volta. Ma possiamo ancora fare qualcosa. Il Prof. Gaetano Cusumano invita l’amministrazione comunale, tutti i cittadini, i bambini delle scuole e tutti i presenti al corteo di domani, di fermarsi alla villa e, in un mutuo soccorso, farla risplendere nuovamente. Anche questo è un modo per dire “Stefano, noi non ti dimentichiamo!”.
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