Rosaria Spataro
Esulta la Sinistra, o meglio esulta il PD, piange la Destra ed il M5S dovrà cercare di capire ed interpretare la discrepanza tra le piazze gremite ed il risultato elettorale non combaciante.
Da quello che emerge dai dati ormai definitivi il risultato italiano è questo, naturalmente in controtendenza con quello europeo che premia le Destre ed soprattutto i movimenti di protesta.
A fronte comunque di un buon risultato, i grillini che ritenevano di avere inglobato tutto il voto di protesta, di delusione, di rifiuto della vecchia politica che anima l’Italia ormai da un paio d’anni e che soprattutto ritenevano di aver conquistato quella parte di elettorato di sinistra che non si ritrovava più nella nuova linea del partito, diviso tra il pensiero-mito di Berlinguer ed il yuppismo di Renzi, simpatico, accattivante e giovane ma poco, molto poco di sinistra, non hanno ricevuto dalle urne quel boom di attestazioni che si attendevano che invece è andato senza mezzi termini al PD.
Già da stanotte i primi exit-poll parlavano di un ottimo risultato del Pd ma quasi il 41% forse non se lo aspettavano neanche loro.
Il Centro-Destra, su dichiarazione del portavoce Enrico Toti, “piange” l’assenza di Berlusconi che, invero, così assente non è sembrato ma di sicuro sconta la divisione e le lotte intestine che lacerano Forza Italia ormai da un anno: prima la scissione del gruppo Alfano e le conseguenti faide scatenatesi dopo la fuoriuscita del delfino del Cavaliere hanno contribuito ad indebolire un partito già pesantemente gravato da scandali, vicende giudiziarie ed un conto da pagare sul crollo economico di una nazione che i poteri forti dell’Europa hanno fatto in modo che venisse attribuito in gran parte alla scriteriata azione politica del Cavaliere.
Buoni risultati hanno ottenuto i partiti minori come la Lista Tsipras, voce della protesta e della sinistra radicale e la il NCD di Alfano che con una nuova (?) reunion con i democratici cristiani di Casini riesce a superare lo sbarramento per ottenere seggi nel Parlamento Europeo.
In Sicilia vince e convince il PD che ottiene un risultato molto al di sopra delle aspettative e che naturalmente non può che essere definito “storico”; le beghe o meglio le vere e proprie lotte all’interno del partito in Sicilia che negli ultimi giorni hanno visto la forte contrapposizione tra il Presidente Crocetta ed il resto del partito non hanno pesato sul risultato finale dato che in tutte le province siciliane il PD ottiene risultati lusinghieri, frutto del lavoro e dell’impegno di quegli esponenti di partito che a differenza del Presidente Crocetta hanno preferito lavorare sul campo e con la gente piuttosto che impiegare tempo ed energie in futili bagarre atte solo a distogliere l’attenzione sulle reali emergenze della Sicilia.
Al di là del risultato vero e proprio e dei numeri che decideranno quanti e quali neoeuroparlamentari siederanno a Bruxelles, stamattina è d’obbligo prendere atto di un’Italia che comunque rimane molto distante dal concetto e dal sistema Europa ed i dati sull’astensionismo parlano chiaro e divengono sempre più preoccupanti: il voto non è un diritto/dovere che consente all’elettore di scegliere, è invece una delle tante incombenze a cui è chiamato il cittadino nello svolgimento della vita sociale e civile; la politica è sempre più lontana e mai, o quasi mai da le risposte o le soluzioni ai problemi della collettività. Il Sud Italia e la Sicilia in particolare sono state ancora una volta le regioni e le comunità che meno hanno votato con percentuali davvero molto basse (difficilmente in una provincia siciliana si è superato il 30%), dimostrando, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, la stanchezza ed il distacco di un corpo elettorale svuotato ormai di ragioni e motivazioni al punto tale da rinunciare a quello che ormai non è più visto neanche come un diritto: il voto.
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