Dalle notizie diffuse in questi giorni si apprende che IL CIAPI, società in house della Regione Sicilia, è attenzionata dalle autorità giudiziarie, per avere gestito un progetto che prevedeva l’inserimento di quasi 1800 lavoratori provenienti dagli Sportelli Multifunzionali e che un recente provvedimento avrebbe consentito agli stessi un ulteriore periodo di lavoro in attesa della riforma dei CPI.
La percezione che si registra è la sincronizzazione tra le informazioni giornalistiche dei risultati negativi forniti dagli investigatori e gli eventi risolutivi ma temporanei proposti dal Governo per i lavoratori.
Non tutto avviene per caso, gli investigatori fanno il loro dovere “questo è il compito cui sono preposti!”, essere strumento utile allo Stato per garantire che tutto avvenga nel rispetto della Legalità.
Ci sono però aspetti in questa vicenda che lasciano molto perplessi. Nella tragedia di Seneca si pronuncia quella frase ormai famosa “cui prodest scelus, is fecit” (Colui al quale il delitto porta giovamento, quello ne è l’autore). Nella fattispecie stiamo assistendo ad una lotta dove il contendere è il mercato del lavoro. I Contendenti hanno messo in campo tutte le possibili risorse per accaparrarsi un settore che è perno principale della politica, usando ad arte i preposti della Legalità. Non importa quante persone moriranno in battaglia (perché a loro dei lavoratori non gliene frega niente), l’importante è far capire che tutto si fa per la LEGALITA’ e il rispetto della DEMOCRAZIA.
Ma la cosiddetta “democrazia”, se mai ci fosse stata, è una parola dietro cui spesso ci si trincera per garantire il malaffare di cui ormai le cronache sono piene. La verità si nasconde in un business che arriva o supera i 300milioni di euro e i grandi manovratori non possono perdere questa partita.
Mi chiedo se i dirigenti del CIAPI fossero a conoscenza del vespaio di interessi in cui si erano invischiati. Al di là delle procedure più o meno corrette, quale ruolo ha la Corte dei conti in questa battaglia giocata con questa violenza inaudita, se solo si pensa che quasi tutto il finanziamento copre il personale preposto al “PROGETTO SPARTACUS”? Dov’era questa grande Istituzione in tutti questi anni in cui il malaffare regnava sovrano dentro i Palazzi del potere? Quali controlli sono stati effettuati per evitare disastri eclatanti e sperperii di cene, gite, soggiorni e stipendi da nababbi? Gli unici colpevoli sono i lavoratori che hanno rubato uno stipendio di 1200 euro, colpa molto grave, sia per la giustizia ordinaria che per quella amministrativa, infatti sono loro che pagano e pagheranno queste beghe di potere.
Per ogni giorno di ritardo una famiglia muore e muore la speranza di sopravvivere in questo sistema che diventa sempre più bieco e incomprensibile.
Il potere ormai è perversione, si gioca a chi meglio può esercitarlo e per questo uso illecito si usa qualsiasi arma, “Il fine giustifica i mezzi “. Se vogliamo poi analizzare la tempistica, notiamo che, con sorprendente precisione, ad un’azione risolutiva (si fa per dire) corrisponde immediatamente una reazione di contrasto che scoraggia qualsiasi forma di interlocuzione diversa da quella precostituita.
L’unica forma di difesa per la sopravvivenza ormai è la lotta contro questo sistema becero e obsoleto, dove compaiono sempre gli stessi attori che hanno imparato un solo spartito e lo ripetono con la stessa monotonia di sempre, ma restano e sono solo “sepolcri imbiancati” che hanno distrutto e continuano a distruggere quello che di buono potrebbe nascere.
Leonardo Cino
3 commenti
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“IL CIAPI navigatore nella tempesta”. Di Leonardo Cino.
[…]Per ogni giorno di ritardo una famiglia muore e… http://t.co/snK17HYkwY
sono mie opinioni su un sistema ormai allo stremo