La notizia ha suscitato un effetto mediatico tanto imprevedibile quanto diffuso e discusso. Ma, a nostro avviso, non discutibile: c’è un tempo per tutto. Grillo e Casaleggio sottoscrivono sul loro blog nientemeno che un invito al Premier Matteo Renzi ad avviare un confronto sulla nuova legge elettorale. Duplice è la motivazione ufficiale offerta dai due leader dei pentastellati. Primo: il M5S ha elaborato una propria proposta di legge elettorale basata su un sistema proporzionale fortemente riveduto e corretto. Secondo: Il Premier Renzi non viene più considerato, come Monti e Letta, un nominato in quanto le elezioni europee lo hanno di fatto legittimato nella sua carica di Primo Ministro.
Ecco cosa hanno scritto Beppe e Gianroberto “…sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario: il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato. La legge M5S è di impronta proporzionale, non è stata scritta su misura per farci vincere come è stato per l’Italicum, scritto per farci perdere. E ora? Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà”.
Sorvoliamo sulle battute, che di questo si tratta, sulla richiesta, stavolta da parte del PD, di trasmettere l’eventuale incontro in diretta streaming. Il problema è molto più serio. L’incontro del Nazareno aveva spiazzato i grillini: Berlusconi & Co. intuirono l’imminente calo di immagine e di voti che di lì a poco si sarebbe abbattuto su Forza Italia e l’unico modo per arginare la disfatta, in attesa di tempi migliori, fu quella di appoggiare le riforme che Renzi sciorinava a tamburo battente. Sulla Legge elettorale si sperava di andare ad un ballottaggio che vedesse alleati i Forzisti col PD, lasciando fuori il M5S che, tra l’altro, continuava la sua politica isolazionista. Renzi molto semplicemente, ma anche maliziosamente, giustificò l’incontro col ‘condannato’ Berlusconi, ripetendo in tutti i dibattiti televisivi che le riforme costituzionali si fanno a maggioranza relativa e dato che Grillo si era tirato fuori, non gli restava che dialogare con Forza Italia e quindi con Berlusconi. Ob torto collo il PD dovette ingoiare il rospo.
Ma sono stati i dodici milioni di voti raccolti alle Europee, il 41% dei votanti ad accelerare la “storica mossa di Grillo? Crediamo proprio di si. Vista la maggiore posizione dominante del PD e le previsioni al rialzo per il futuro, L’ex comico genovese ha deciso di accelerare la svolta del suo movimento, consapevole, prima e ora, di non poter continuare col gioco del congelamento dei voti di un quarto del Parlamento.
Primum vivere, deinde philosophari. Vista l’incompatibilità (attuale) col partito di Berlusconi, Luigi Di Maio, parlamentare giovane e intelligente, vice presidente del Senato e quindi la più alta carica dei grillini in Parlamento, candidamente ammette: “…è chiaro che l’Italicum vogliono cambiarlo al Senato e in questo modo il patto del Nazareno è sempre più debole e noi siamo a un bivio, ovvero la legge elettorale deve farla Silvio Berlusconi o il Movimento 5 Stelle? E’ Berlusconi l’ago della bilancia? Vogliamo esserlo noi l’ago della bilancia”. E poi: “Aspettiamo una risposta, diamo il tempo al governo di trascorrere la domenica, poi vediamo domani cosa succede”. Ma su un eventuale faccia a faccia tra Grillo e Renzi trasmesso in streaming, Di Maio annuncia, di fatto, un’altra novità: “Non credo sia essenziale”. Ma subito dopo scrive “lo streaming si farà” (da La Repubblica del 15/6/2014).
Renzi adesso si starà fregando le mani? Tempo… Matteo Salvini, Lega Nord e vincitore alle Europee, ha chiesto anche lui un incontro sul Senato, ma sul referendum anti-Fornero ha stretto un’alleanza con Forza Italia.
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