Il 6 maggio del 1906 rappresenta per la storia della nostra isola una data storica, di fondamentale importanza ed avente connotazioni culturali, artistiche, sociali e sportive di grande rilievo. Ma, causa la lontananza temporale dell’avvenimento, in pochi saprebbero collegare tale data con l’evento che ne derivò. Ebbene, era il 6 maggio del 1906 quando sulle Madonie ebbe inizio la prima edizione della corsa d’auto più antica al mondo: la mitica Targa Florio. L’occasione che attualizza tale evento è data dalla mostra “I Florio e la Targa. Il fascino di un’epoca” che si terrà a Catania dall’8 novembre al 6 dicembre, presso la Galleria-Museo MOGAM, ovvero la Modern Gallery of Arts and Motors. L’evento sarà organizzato dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, tramite la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”, in collaborazione con la Fondazione Targa Florio. In mostra, accanto all’esposizione di prestigiose auto da corsa ci saranno alcune opere di importanti artisti futuristi come Boccioni e Sironi ed inoltre saranno visibili i cimeli storici messi a disposizione dalla Fondazione stessa.
L’automobile era stata inventata da soli vent’anni (1886), dunque la sua storia allora era ancora da scrivere, e fu nelle polverose, ripide ed affascinanti strade madonite che si cominciò a viverla. In quell’anno in Italia circolavano poco meno di 3500 veicoli, circa una cinquantina in Sicilia, ed in questo contesto fu Vincenzo Florio, quello del marsala e della flotta mercantile, che decise di organizzare una gara che sin dall’inizio ebbe uno scopo pratico molto particolare, ovvero dare la possibilità ai costruttori di poter utilizzare le strade siciliane come banco di prova per i loro test tecnici sui motori e sulle soluzioni migliori da apportare ai veicoli destinati poi alla commercializzazione. E tutto ciò è ulteriormente testimoniato da un’eloquente frase di Ettore Bugatti, il quale scrisse che “un costruttore, il quale segua regolarmente la Targa Florio, può attingervi insegnamenti che gli sarebbe impossibile ottenere altrimenti, sia pure attraverso prove e collaudi su pista o in laboratorio. Tutte le ricerche che la partecipazione alla gara rende necessarie concorrono direttamente al miglioramento generale dell’automobile moderna”. I settant’anni della Targa, infatti, hanno costituito anche, ma non solo, un fondamentale strumento per il progresso e l’evoluzione della tecnologia applicata direttamente al mondo dell’auto, quindi indirettamente alla nostra vita quotidiana, scandendone miglioramenti qualitativi di sicuro spessore.
Nell’anno della prima edizione, erano attivi in Italia una quarantina di costruttori d’auto, ma di queste case ne sopravvissero solo alcune. Nomi come Nazzaro, Scat, SPA, Isotta o Itala sono ormai entrati a pieno titolo nella storia dell’automobile, ma, ad oggi, non sono che lontani ricordi, pur essendo state auto che dominarono le prime edizioni della Targa Florio. Il successo nella corsa siciliana non era però solo un avvenimento da copertina, o una notizia che attirava l’attenzione mediatica in una giornata sportiva. Il vincitore della Targa, oltre agli onori ed ai riconoscimenti ricevuti, rendeva indiscutibile la qualità dell’auto guidata e la tecnologia che la supportava e la caratterizzava. Le case automobilistiche facevano a gara per accaparrarsi i migliori tecnici, i migliori piloti ed i migliori fornitori per entrare nella storia della corsa, evento che significava inoltre una sicura ribalta mondiale in termini pubblicitari e di prestigio economico ed imprenditoriale, a tal punto che tutti i più prestigiosi marchi devono alla corsa madonita molti dei loro più bei giorni di trionfi ed allori iridati.
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Antonio Fragapane
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