Valentina Piscopo
Il suo none è Loky, ha 22 anni e viene dalla Nigeria. La sua pelle è scura come il cioccolato fondente. Il suo spirito porta cicatrici invisibili di dolore, angoscia e paura. Loky è approdato sulle coste lampedusane circa due anni fa quando, spogliandosi dei panni di cittadino nigeriano, decide di affidare la sua vita ( ed i suoi risparmi) agli “scafisti”, malfattori incalliti che traghettano lungo il Mediterraneo, come moderni Caronte, le vite, i sogni e le speranze di numerosi uomini, donne e bambini. Ma chi è Loky? La sua è la storia di un migrante che abbandona la sua terra ed i suoi affetti per ricerca di darsi una nuova possibilità di vita. Arrivato a Favara, è stato accolto per i primi sei mesi in una comunità di extra comunitari, allo scadere dei quali è stato costretto a cercarsi una casa, condividendola con altri nigeriani. Diciamo che trova un “lavoro”. Chissà quante volte vi sarà capitato di andare a fare la spesa in uno dei supermercati di Via Cap. Callea e vedere un ragazzo davanti alle porte scorrevoli che, con sorriso disarmante, vi voleva aiutare? E scommetto che, alcuni di voi, si sono fermati per dare qualche moneta, altri, invece, sono passati spediti e ,magari, infastiditi.
Beh.. quel giovane che dispensava sorrisi, anche quando lo si trattava con malagrazia, era Loky. Il 18 febbraio 2014Loky viene trasportato d’urgenza all’ospedale di Caltanissetta per emorragia celebrale. E, da quel momento in poi, di Loky non si hanno più notizie. Passano i giorni, le settimane e di Loky non ci sono tracce, fin quando gli impiegati del supermercato, preoccupati, non vanno a trovare Frà Giuseppe. Un nome una garanzia a Favara, specialmente quando si tratta di solidarietà e amore sconfinato per il prossimo, soprattutto se è di un altro colore. E’ la fine si marzo quando, in modalità guerriero armato di “Pace e Bene”, Frà Giuseppe si attiva e ,con la macchina piena del ragazzi della tenda di Abramo e dei coinquilini (che nel frattempo ha rintracciato), si reca all’ospedale di Caltanissetta a vedere come sta Loky. “I dottori erano felicissimi quando ci hanno visto arrivare, perché sono stato l’unico a cercarlo, visto che la comunità dove stava prima lo aveva abbandonato.
Immagina che era così tanta la gioia di saperlo vivo, che tutti i ragazzi si sono messi a ballare in ospedale”, racconta Frà Giuseppe. I medici, gli dicono che, una volta uscito dal coma, Loky era in uno stato di semiparalisi e che per migliorare è necessaria la riabilitazione. Non se ne sta fermo Frà Giuseppe diventato, ormai, “Papà bianco africano” e si mobilita per trovare tutti i documenti necessari per farlo trasferire a Cefalù, in una struttura per la riabilitazione. E così, durante il venerdì santo, Papà bianco africano riesce nella sua missione. Infatti, adesso Loky riesce a muovere la gamba sinistra grazie alla riabilitazione. Ma la situazione è temporanea e a differenza della comunità che “lo ha abbandonato ( sottolinea sempre Frà Giuseppe), una settimana fa sono andato a parlare con i servizi sociali del comune di Favara, al fine di trovare un posto dove abitare ed essere seguito”.
Nel frattempo, un avvocato che frequenta la comunità francescana si sta occupando di tutta la parte legale e burocratica di Loky. E’ tanta la rabbia di Frà Giuseppe. “Le comunità che si occupano degli extracomunitari, una volta che non ricevono più i soldi per il loro mantenimento, li abbandonano al loro destino Questi sono peccati di speculazione che gridano vendetta al cospetto di Dio”, tuona Frà Giuseppe. Con le giuste cure e la corretta assistenza, Loky può ancora riscrivere il suo futuro. Ma Loky è stato fortunato perché ha incontrato sul suo cammino Frà Giuseppe, il Papà buono africano. Ma ad ogni angolo di cielo, ci sono 10, 20, 30 migranti senza nome che sfilano sulle strade dell’indifferenza. Dovremmo valorizzare ed aiutare queste comunità ecclesiali che operano nel silenzio della compassione, della bontà e dell’altruismo. Perché la felicità esiste. Dobbiamo solo trovare la misura che ci appartiene. E seguire l’esempio di Frà Giuseppe e della Confraternita della tenda di Abramo potrebbero essere la nostra perfetta misura.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.