Si trascina la polemica sulla questione Pd dentro o fuori l’amministrazione del sindaco renziano, Manganella. Un vicenda, crediamo, unica in Italia, così come da tre anni a questa parte uniche e sole sono, quasi tutte, le scelte della politica favarese. Può capitare in qualsiasi realtà che un sindaco eletto da una componente politica transiti da un partito all’altro dello stesso schieramento. A Favara il primo cittadino si sposta, senza difficoltà dal centrodestra al centrosinistra. E se ciò non bastasse a rendere unico l’evento, con il sindaco aderisce al Pd tutto il suo movimento politico, così come se uno solo pensasse per tutti.
In casa del Partito democratico l’ingresso del sindaco piuttosto di entusiasmare, ha prodotto un certo fastidio che si è concretizzato in una presa di distanza, meglio, in una sorta di convivenza da separati in casa, che è diventata l’occasione buona consumata dagli altri partiti per attaccare e provocare i democratici, accusati ancora oggi di non saper decidere se appoggiare o non appoggiare l’amministrazione del tesserato Manganella. Al sindaco questi fatti gli scivolano addosso, non se ne cura, e lancia appelli, l’ultimo in ordine di tempo, sulla pacificazione paesana per chiudere in bellezza il mandato elettorale. Come dire, prima ti massacro per anni e poi ti offro la pace, sulla parola.
Ma davvero il Pd non è stato chiaro? Tonino Moscatt, in una intervista pubblicata sul nostro giornale, è stato molto netto e, nello stesso tempo, nel rispetto del suo ruolo istituzionale molto elegante, nell’affermare che il suo partito non è interessato a partecipare alla giunta e che la riappacificazione chiesta da Manganella deve passare da un confronto diretto dello stesso sindaco con la città e quindi con la Chiesa, i sindacati, le associazioni e i singoli cittadini. Giovanni Panepinto ha tagliato corto con “Sasa, che è renziano immagini un attimo come avrebbe trattato la questione Renzi. Ha liquidato Letta con otto righe alla direzione nazionale del PD. In un caso come quello di cui parliamo avrebbe mandato un telegramma, con scritto stop”.
Oggi rincara la dose Carmelo Vitello, segretario comunale, mentre lo farà in una futura intervista Giovanni Mossuto, responsabile provinciale Enti locali.
“Il Pd – ci dice Vitello – che non ha perso tempo, come qualcuno vuole sostenere, ha presentato un documento dettagliato sui provvedimenti politici da adottare. Il documento è frutto della volontà del direttivo del partito che ha colto i disagi e le attese dei favaresi. Si tratta di 45 componenti che insieme ragionano e propongono, così come deve avvenire in un grande partito come il nostro. Il segretario cittadino è il rappresentante e il tutore di questa volontà. E’ anche il momento di sintesi, viceversa si allungherebbero i tempi. Propone, ascoltati tutti i componenti, e sottopone alla votazione, mentre la maggioranza decide. Il Pd ha fatto conoscere quale è la sua posizione relativamente alla questione giunta Manganella. Non siamo interessati. Lavoriamo per la città come partito politico restando fuori dal progetto del sindaco”.
Resta la contraddizione tra il direttivo e la segreteria del partito, da una parte, e suoi consiglieri comunali, dall’altra, che appoggiano incondizionatamente il primo cittadino.
“Le scelte del partito – continua Carmelo Vitello – vincolano tutti, non esclusi i consiglieri, che si assumono le loro responsabilità, come ognuno di noi quando agisce politicamente in contrasto con le direttive. Nei tempi e nei modi opportuni anche questi aspetti saranno valutati e giudicati, ma come si fa in un vero partito politico come il nostro e non come qualcuno vuole fare passare. Quella che conta ripeto e sottolineo è la volontà del Pd.
Sulla particolare nostra attuale difficoltà, la parte del leone la sta facendo l’Ncd. Ed è un paradosso essere attaccati proprio dal Nuovo centrodestra. Manganella è stato scelto da Nino Bosco, suo è il progetto elettorale. Non è stato capace di trovare una personalità da candidare a sindaco al suo interno e ha cercato all’esterno, con i risultati che tutti noi conosciamo. Ha uno strano modo di procedere Nino Bosco che, quando sbaglia, ha la memoria corta, viceversa quando c’è da accaparrarsi un merito va anche oltre i ricordi e cade nella fantasia, come nel caso della scuola Mendola lanciato da Tonino o per quanto riguarda la questione dei migranti ospitati nel palazzetto dello sport, quando determinanti sono stati l’intervento e la costante presenza di Tonino Moscatt. L’Ncd si affanna a venirci dietro. Penso che sarebbe pure disponibile ad entrare in giunta, qualora il nostro partito decidesse di farlo, ma noi abbiamo deciso di restarne fuori”.
Al di là della polemica con l’Ncd che avrà modo, se vorrà, di replicare, la chiarezza c’è nelle dichiarazioni di Vitello e altra ce ne sarà, dicevo, con l’intervista a Giovanni Mossuto, che sarà pubblicata a breve.
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