Beata innocenza dei bambini, che nasconde ai loro occhi i momenti e gli aspetti tristi della vita.
Oggi sessantenni, da bambini giocavano con il “carritteddru”, che era una tavola montata su tre cuscinetti a sfera spinta nelle discese e sul quale potevano salire al massimo due bambini. Un gioco dell’Italia povera del Dopoguerra, realizzato dagli stessi bambini.
Quel giorno erano in tre a giocare: Francesco Schifano, Lillo Cammilleri e Giuseppe Pitruzzella, quando la zia di Francesco lo chiamò dicendogli “sbrigati a tornare a casa che devi partire per l’America”. I tre si lasciarono con un innocente “ci vediamo domani”, si sono rivisti dopo 53 anni. “Ero piccolo – ricorda Giuseppe Pitruzzella – non potevo sapere che cosa fosse l’America e non immaginavo la distanza. Ma non ho mai dimenticato la mia ingenua domanda”.
Non l’ha dimenticata neppure Francesco che in America, lontano dagli amici ha dovuto iniziare, con fatica, un nuovo modo di vivere e che l’indomani e chissà per quanti altri indomani avrebbe voluto trovarsi con Peppe e Lillo in una stradina di Favara. Poi la ricca America lo ha ricompensato per i sacrifici fatti.
Si sono lasciati bambini e riabbracciati con i capelli bianchi a ricordare “il gioco con il carritteddru – dice Lillo Cammilleri – o con il pallone e a ricordare l’amichetto partito per l’America, del quale ho sempre chiesto notizie”. E a ricordare la beata innocenza di bambini, che in qualche occasione insegna a vivere gli adulti.
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