L’albo d’oro della Targa contiene i nomi delle marche più blasonate della storia dello sport automobilistico mondiale: Bugatti dal 1925 al 1929, Alfa Romeo, con Nuvolari tra gli altri, dal 1930 al 1935, Maserati dal 1937 al 1940, Ferrari nel 1948, Lancia dal 1952 al 1954, Mercedes nel 1955 e Porsche dal 1956 fino al 1973 per ben undici volte. Ma nel 1977, un tragico incidente, che causò la morte di due persone che assistevano alla gara, determinò la fine della corsa più antica del mondo, la quale però è ancora oggi esistente grazie al circuito rallistico internazionale, formula agonistica che rappresenta il presente, ed anche il futuro, della Targa Florio.
Ma occorre anche concentrare l’attenzione sul valore mediatico e sulle connotazioni altamente culturali legati alla Targa Florio. Sin dalla prima edizione del 1906, si organizzarono molti eventi paralleli alla gara, dalle sfilate di moda nell’Europa della belle èpoque, sino agli allestimenti d’arte realizzati dagli autori delle avanguardie pittoriche come Anastasi (1907) o Bradley (1929). I trofei della gara erano commissionati ad artisti del calibro di Lalique, Bistolfi e Cambellotti, divenendo essi stessi vere e proprie opere d’arte. Inoltre, il coinvolgimento culturale era anche di tipo letterario, con “contaminazioni” di molti autori della letteratura mondiale assunti dai più importanti quotidiani e dalle più autorevoli riviste, sportive e non, per la redazione di articoli e commenti divenuti successivamente veri e propri testi d’autentica narrativa d’autore.
Infine, come è facile immaginare, sono numerosissimi gli aneddoti che scandiscono la centenaria storia della Targa Florio. E’ infatti sulle Madonie che nel 1920 fa la sua prima apparizione un’auto dal nuovo marchio, che diventerà poi leggendario, frutto dell’esperienza meccanica e tecnologica acquisite durante il periodo bellico: è la Torpedo 20-30 HP ES, prima vettura ad essere contraddistinta dal biscione Alfa Romeo, che un giovane ventiduenne di nome Enzo Ferrari portò al secondo posto assoluto. Successivamente, nel 1923, sulle stesse auto dell’azienda appare sul cofano delle vetture il simbolo del quadrifoglio, da allora e sino ancora ad oggi sinonimo di sportività “pura” per le auto Alfa Romeo. Inoltre, per il profondo legame che le molte vittorie avevano istaurato con la casa di Stoccarda, i modelli più sportivi del marchio teutonico Porsche, per molti anni hanno riportato la dicitura “Targa” accanto al nome del modello.
Ma due curiosità tra tutte potranno sicuramente rendere nel modo migliore il senso della natura quasi mitica che nel corso degli anni ha acquisito la corsa siciliana: ci sono dei luoghi in Giappone ed in Nuova Zelanda dove “adepti” della Florio hanno ricreato una parte del percorso originario della gara, piantando anche segnali stradali “siciliani” e sfruttando la somiglianza di quei posti con le caratteristiche morfologiche dei pendii e delle curve delle Madonie. Inoltre, nel museo del circuito della “Mille Miglia” di Indianapolis sono conservati numerosi cimeli della Targa Florio, quasi a voler unire idealmente due tra le più importanti, affascinanti e competitive corse della storia dell’auto. Senza, infine, dimenticare che le storiche cantine Florio di Marsala, vanto enologico della famiglia Florio nel mondo, da alcuni anni etichettano una particolare riserva del loro migliore marsala d.o.c. col nome “Targa Riserva – 1840”, in tal modo imprimendo un ulteriore e particolare aspetto al clima leggendario che aleggia sulla gara, grazie all’uso di un prodotto indissolubilmente legato alla tradizione culturale siciliana in generale, ed ai Florio in particolare.
Per la tutela e la conservazione dell’immenso patrimonio culturale, artistico e sportivo legato alla corsa madonita, è stata creata la Fondazione Targa Florio, con lo scopo ulteriore di divulgare la cultura del made in Italy automobilistico nel mondo, provvedendo all’organizzazione di convegni ed eventi ed avvalendosi della collaborazione di esperti e specialisti nella gestione dello “scambio culturale” in ambito internazionale.
Dunque, nel corso dei decenni tanti sono stati i cambiamenti legati alla corsa, dalla formula di gara alle caratteristiche delle auto coinvolte, dai piloti alla guida all’indotto che gira attorno alla gara, ma la Targa Florio, unica ancora nel suo genere, testimonia sempre di un connubio indissolubile tra uomini ed auto, fra polvere ed asfalto, tra velocità estreme e controllo dei limiti umani, ovvero il fascino delle sfide più ardue da accettare unite al continuo progresso tecnologico che le rende sempre più lontane dall’esaurirsi, in un contesto di curve a gomito, pendenze, rettilinei immersi in un paesaggio incomparabile e dal fascino esclusivo.
Antonio Fragapane
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