Girgenti acque ha promosso una gara rivolta ai propri dipendenti “Cerca e trova l’abusivo”, noi utenti del servizio idrico e clienti di Girgenti acque potremmo organizzarne un altro “Cerca e trova l’acqua”.
Personalmente, negli ultimi quindici giorni, ho dovuto ricorrere alla fornitura di tre autobotti. Vittima in prima persona ho voluto capire il fenomeno che asseta.
A Favara il problema è diffuso e lo è allo stesso modo in tutte le città servite da Girgenti acque. In pratica nei 27 Comuni che hanno consegnato le loro reti al privato sono tornate le autobotti, come in piena crisi idrica, quando gli invasi erano vuoti per mancanza di piogge.
Un passo indietro nel passato, quando con Girgenti acque avremmo dovuto farne dieci in avanti.
Ricordiamo che l’attività della società con presidente Marco Campione ha iniziato a gestire il servizio idrico nel lontano maggio 2008, sei anni fa. Oggi avremmo dovuto avere la fornitura h24 e senza interruzioni, invece, dicevamo, sono tornate le autobotti.
La responsabilità è solo di Girgenti acque? No! La responsabilità è della stragrande maggioranza di politici che piuttosto di approvare il piano tariffario e aprire il rubinetto degli investimenti, ha preferito alimentare il clientelismo. Posti di lavoro a tempo determinato e indeterminato che si sono trasformati in fette di prosciutto da mettere sugli occhi. La tariffa rinviata per anni è stata approvata dal commissario ragionale nel giugno 2012, si sono persi quattro anni.
Torniamo all’acqua che non c’è, o perlomeno non c’è per tutti. I fontanieri e il personale in prima linea è disponibilissimo verso la clientela, fanno del loro meglio e a tutte le ore, gli invasi delle acque pubbliche sono pieni, non c’è stata, come in passato, la siccità. Eppure, in quasi tutti i Comuni gestiti da Girgenti acque ci sono punti critici. Ci sono zone svantaggiate che non ricevono adeguatamente la fornitura. Occorrerebbe che i colonnelli dell’azienda intervenissero con una programmazione diversa e maggiormente efficace per assicurare l’acqua a tutti.
Gli agrigentini, così la maggioranza degli italiani, che hanno votato favorevolmente il ritorno alla gestione pubblica attraverso lo strumento di democrazia diretta del referendum, accettano pazientemente il rispetto della decisione popolare avendo, almeno al momento, un servizio migliore da parte del privato, rispetto a quello offerto, nel passato, dal pubblico. Ma se le cose vanno male allo stesso modo perché dovrebbero pazientare?
Quando il guadagno non c’è, la perdita è sicura, recita una massima. Non abbiamo l’acqua h24.
Non sono state realizzare le nuove reti interne delle città, di conseguenza si continua a perdere circa il 50 per cento del prezioso liquido immesso nelle condotte. Tradotto in numeri, Girgenti acque distribuisce circa 40 milioni di metri cubi, il 50% li acquista da Sicilia acque e l’altra metà proviene da fonti proprie. Poi sempre una metà della quantità si perde e a pagare è l’utenza, esattamente come in passato. A questo punto, centomila volte meglio il pubblico.
Con la gestione pubblica del servizio, c’erano professionisti in grado di confezionare persino i miracoli per alleggerire gli effetti dell’emergenza idrica, si inventarono anche i collegamenti temporanei tra un sistema idrico e l’altro per dare l’acqua nella fascia costiera della provincia, altro che, gli attuali, problemucci di punti svantaggiati.
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