Valentina Piscopo
E’ stato presentato ieri pomeriggio, 21 luglio 2014,alle ore 18.00 nella splendida cornice dell’ex Convento dei Filippini ad Agrigento, il libro di Pietrangelo Buttafuoco “ Buttanissima Sicilia. Dall’autonomia a Crocetta, tutta una rovina”. Già il titolo, Buttanissima Sicilia, punta con forza il dito sulla situazione in cui versa la nostra regione, definita dal Buttafuoco “ fogna del potere”. A moderare l’incontro, l’assessore del comune di Agrigento Maurizio Masone che ha introdotto i lavori leggendo alcune delle pagine del libro spiegando anche che “ il libro ha tre temi principali: L’autonomia siciliana; la mafia e il concetto dell’antimafia; l’analisi della situazione siciliana, partendo da Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, predecessori di Rosario Crocetta”. Di grande importanza e valenza non solo politica ma anche storica e culturale, l’intervento dell’on. del Partito democratico Angelo Capodicasa. “ Il libro di Buttafuoco è un libro duro, dai passi pesanti che merita un dibattito approfondito.
La Sicilia è, come si legge nel libro, diventata la fogna del potere. Tutto il male- continua l’on. Capodicasa –è individuato dall’autore nell’autonomia della Sicilia. Si chiede ,infatti, l’avvento di un commissario e l’intervento di Renzi”. Il deputato nazionale non condivide con l’autore la nascita dell’autonomia siciliana come patto tra stato e mafia. “ Non è un dato fondato né politicamente né storicamente. E’ un assunto troppo assoluto. L’autonomia siciliana- conclude Capodicasa- è uno strumento che può essere utilizzato nel bene e nel male”. Per il vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava, “ Un libro comincia a vivere già dal titolo. Buttanissima Sicilia è un titolo eccellente ed eccezionale, perché è un titolo siciliano che ha sangue e sostanza. Non è un libro catastrofico, ma è un libro d’amore. E’ un libro sulle infinite cose che potevano accadere e che non sono accadute. E’ un libro- continua Fava- efficace tanto nello stile quanto nella provocazione, dove la particolarità sta nelle descrizioni, come quella di Raffaele Lombardo, “ senza sole né sorriso”. Ma Claudio Fava non poteva non parlare di mafia e antimafia, temi scottanti del libro. “Buttafuoco parla di una antimafia che si è fatta liturgia, dove i morti della mafia diventano idoli.
La lotta alla mafia è quella che fa morte e ferisce la Sicilia”. Dalla chiara e netta posizione è l’intervento del segretario regionale del Partito democratico Fausto Raciti. “ Dico che di questo libro c’era bisogno. Il dramma di questa Sicilia è l’assenza di intellettuali capaci di dire la verità senza sottostare al potere. E’ un libro- continua Raciti- che denuncia l’epoca in cui viviamo, facendo una sorta di autopsia al Crocettismo. C’è un filo di continuità tra Crocetta ed il suo predecessore ( Lombardo). Purtroppo il Pd è stato vittima ma anche complice di questo modello che è nato con Lombardo e che continua in questa esperienza”. Per quanto riguarda l’annoso problema dell’autonomia siciliana, il segretario regionale ha affermato che” il problema della Sicilia non è l’autonomia. Basta fare un giro nelle regioni del Mezzogiorno per vedere che la situazione non è migliore.
La questione principale è: c’è in questa regione, ancora la possibilità che, attraverso la politica, vi sia la partecipazione dei cittadini? Si può riconsiderare l’autonomia come un modo per allargare l’ambito della discussione ai cittadini? A queste domande nessuno di noi può sottrarsi”. Attesissimo l’intervento dell’autore di Leonforte, Pietrangelo Buttafuoco. Venti minuti di intervento che hanno catalizzato l’attenzione dei presenti, guadagnandosi più di un applauso ( sempre meritato). “ Mi rendo conto che quello che ho scritto, quello che sto dicendo adesso è qualcosa che tutti voi, specialmente chi di voi rappresenta la coscienza politica, sapete e conoscete. Io dico che c’è un’emergenza che in politologia si chiama stato d’eccezione che necessita di un decisore. La situazione è ormai precipitata. Mentre era in uscita il libro, sono usciti i dati Istat e venivo a sapere che ci sono 11 milioni di poveri assoluti in Italia, la maggior parte dei quali in Sicilia. Questoè il manifesto di una disfatta che non può più consentirci di restare fermi. Abbiamo bisogno di qualcuno che non sia ‘personaggio’ e che faccia venire fuori il pittoresco di Sicilia. Abbiamo necessità di procurare un trauma a noi stessi. Abbiamo necessità di dire basta perché sappiamo come, ormai, la Sicilia sia diventata un argomento ultimo nella scena nazionale. Cosa bisogna fare? Innanzitutto prendere coscienza. Io sto facendo una campagna ‘lettorale’ , con la e privativa.
Al posto delle sezioni, io ho le librerie. Io ho questo strumento ( indicando il libro), quello di poter dire a tutti i siciliani di riprendersi la centralità del dibattito politico su una situazione di pura emergenza, perché non c’è famiglia che non abbia almeno un disoccupato in casa. Non c’è famiglia in cui per i propri figli non si riesca ad immaginare come unico pezzo di carta un biglietto aereo”. Parole durissime e piene di rabbia quelle di Pietrangelo Buttafuoco che parla di una Sicilia senza un progetto politico “banale e semplice(…)” una Sicilia dove pure la mafia è diventata un problema secondario”. Allora se è veramente questa la Sicilia in cui viviamo, non può non essere se non Buttanissima.
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