Aldo Mucci
Lo sanno anche le pietre, i poveri nel Mezzogiorno sono notevolmente aumentati, dal 9% al 12%. Complessivamente sono oltre 6 milioni i poveri in Italia. E’ quanto emerge nell’ultimo report dell’Istat che classifica circa il 10% della popolazione come poveri assoluti, ovvero coloro che “non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa”. La prima cosa da fare è rimboccarsi le maniche e cominciare a “ragionare”, senza discorsetti teorici, senza le solite diatribe su sinistra e destra,anche perché il povero è povero.
Oggi le Italie sono due: quella dei poveri e quella dei ricchi,dei ladri, dei cialtroni, degli intrallazzisti. Il ceto medio è praticamente sparito. Nel frattempo, i poveri, in fila nei corridoi della Caritas, aspettano la prima “mossa” del Governo. Parlano tra di loro, sono entusiasti del nuovo corso politico. Sono tutti giovani, preparati e con tanta voglia di fare, dice Antonio “vecchio” ospite del centro. Per fortuna c’è la Caritas, organismo pastorale della CEI per la promozione della carità, aggiunge Calogero. Mentre parliamo,la politica è in fermento, le mediazioni ed i patti, sono all’ordine del giorno, con “virate”improvvise da sinistra a destra, seguito dal proverbiale patto del Nazareno. Calogero,”indigente europeo”come ama definirsi, sostiene che il disagio e l’indigenza non sono più marginali, ma sono ormai componenti strutturali del paese, per cui è prioritario discuterne. Non è certo entusiasta nell’apprendere che il “nuovo”corso politico litiga su come sarà strutturato il nuovo Senato.
Il “nuovo”, aggiunge, è la povertà che galoppa a ritmi cicardiani. Ormai in Italia non è più un diritto il lavoro, non è più un diritto la casa, ormai essere povero è solo una colpa individuale e non una piaga sociale, aggiunge con un sorriso.
Una delle caratteristiche della nostra democrazia è il correre ciecamente alle riforme. Si chiede una riforma e questa non fa in tempo ad essere votata che si accantona, si corre ad un’altra.
Calogero si rimette in fila, con il piatto di plastica lucida, ancora vuoto. Accenna ad una canzone di Pierre Antoine Muraccioli, cantante francese, detto Antoine: “Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai. Tu sei ricco e ti tirano le pietre Non sei ricco e ti tirano le pietre Al mondo non c’è mai qualcosa che gli va e pietre prenderai senza pietà! Sarà così finché vivrai Sarà così – Se lavori, ti tirano le pietre. Non fai niente e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai capire tu non puoi se è bene o male quello che tu fai (….) E il giorno che vorrai difenderti vedrai che tante pietre in faccia prenderai! Sarà così finché vivrai Sarà così”. Calogero si ferma un attimo a riflettere: “No, se sei ricco non ti tirano le pietre, dice sorridendo, ed aggiunge facendo spallucce: “La povertà non fa più notizia, la riforma del senato si”.
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Una verità che nessuno dice.Povera Italia