Un’altra provincia, quella di Agrigento, è stata utilizzata per fare da sfondo a due dei grandi capolavori del maestro Pietro Germi, il quale, infatti, girò interamente a Sciacca i suoi In nome della legge del 1949 e Sedotta e abbandonata del 1964. Purtroppo però, relativamente a questi due film, occorre ricordare che i luoghi ripresi, ormai, non esistono più a causa degli stravolgimenti edilizi avvenuti nel corso degli anni: dunque, andarli a rivedere o volerli visitare, oggi, appare impossibile.
Altro luogo magico della nostra isola sono le Isole Eolie, in provincia di Messina, dove nel 1960, un altro grandissimo maestro, Michelangelo Antonioni, ha girato il suo L’avventura, film nel quale le meraviglie paesaggistiche e naturali di Panarea sono state magistralmente fotografate tanto da poter essere considerate veri e propri protagonisti aggiunti del film. Altra isola eoliana, Salina, è stato il teatro naturale che ha visto l’avvicendamento della trama del film Il postino, noto per essere stato l’ultimo film interpretato dal compianto Massimo Troisi e girato nel 1994 dal regista Michael Radford, dell’episodio Mal di luna, il secondo del film Kaos del 1984, di Paolo e Vittorio Taviani ispirato alle novelle di Luigi Pirandello, ed infine di Stromboli terra di Dio, girato nel 1949 dal sommo Roberto Rossellini sulle pendici del vulcano omonimo. In tali opere dominano, accanto alla recitazione dei protagonisti, le panoramiche delle isole che si specchiano sul mare azzurro che le circonda, la splendida luce che le caratterizza unitamente alla vigorosa, ed a tratti selvaggia, natura degli spazi eoliani.
Spostandoci nell’ugualmente “cinematografica” provincia di Ragusa, è opportuno ricordare che è stata la location, a partire dal 1948, di Anni difficili di Luigi Zampa, girato a Modica, capitale, insieme a Noto, del barocco non solo siciliano, ma dell’intero sud d’Italia. In seguito, nel 1993, de Il ladro di bambini di Gianni Amelio, opera che ha “registrato” la bellezza delle spiagge e del litorale ragusano, nel 1996, del film Marianna Ucria di Roberto Faenza, e nel 1998 de La stanza dello scirocco di Maurizio Sciarra, film girato in parte nello splendido Castello di Donnafugata, e che ne ha evidenziato le strutture architettoniche interne ed i relativi preziosi arredi. E come non ricordare i c.d. “luoghi di Montalbano”, ovvero gli splendidi scorci marini, gli ambienti del barocco siciliano e le vedute aeree di Scicli, Noto, Modica e Ragusa Ibla, presenti nelle inquadrature dei tanti film del regista Alberto Sironi, ispirati alle avventure del commissario Montalbano del “nostro” Andrea Camilleri.
Infine, a conclusione di questa breve ed esemplificativa carrellata, appare opportuno citare le zone adiacenti alla cittadina di Sutera, in provincia di Caltanissetta, dove, nel 1987, il regista Michael Cimino, premiato nel 1978 con cinque oscar per Il cacciatore, diresse il suo Il Siciliano, incentrato sulla vita del bandito Salvatore Giuliano: film con attori, allora, in ascesa che ebbe sicuramente il merito di accostare ad una produzione dell’industria di Hollywood, luoghi e territori allora poco conosciuti, ma che ben presto cominciarono ad essere apprezzati per la loro ruvida e penetrante potenza visiva.
Inoltre, anche il grande regista Francis Ford Coppola, per le tre parti del suo Il Padrino, rispettivamente del 1972, 1974 e 1990, scelse ambienti siciliani per girare molte delle scene presenti nei tre film: Forza d’Agrò ed il borgo medievale di Savoca, in provincia di Messina, il Castello degli Schiavi, costruzione settecentesca a Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania, oltre agli ambienti neo-rinascimentali di Villa Malfitano a Palermo, prestigiosa residenza della famiglia Whitaker che la fece costruire nel 1889, ed alla scalinata dell’ottocentesco Teatro Massimo.
Pertanto, sembra chiaro che i luoghi ed i territori isolani non siano stati utilizzati solo per ospitare riprese cinematografiche che fotografassero i soliti clichè sulla Sicilia intesa come terra di mafia e di malaffare, ma anche, e direi soprattutto, per accompagnare magistrali piani sequenza, per integrarsi perfettamente con le trame degli innumerevoli film e per “partecipare” attivamente alle vicende dei protagonisti delle pellicole. Territori silenti ma allo stesso tempo carichi di suoni e di ritmi, a volte quieti e tranquilli altre vibranti e frementi, addormentati ma che all’improvviso possono esplodere con una carica tale da svelare la loro impareggiabile bellezza ed il loro ineguagliabile fascino naturalistico.
La nostra isola da sempre affascina il turista e lo spettatore, grazie alla sua storia complessa ed articolata, alle sue tradizioni dalle mille sfaccettature, alla sua cultura millenaria e variegata ed ai suoi scenari unici, che coniugano asprezza a linearità e tortuosità a semplicità: terra degli opposti. Alla fine ci si rende conto che la Sicilia è lo specchio dei siciliani che la abitano e la vivono ogni giorno, ne permea carattere e forma mentis, tanto da creare un tutt’uno tra luoghi ed individui, tra modi d’essere e modi d’agire: un’indissolubile simbiosi tra i siciliani, la loro terra, tanto amata, discussa e criticata e quel mare colore del vino.
Antonio Fragapane
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