L’autore delle tavole – realizzate utilizzando una suggestiva tecnica chiaroscurale che conferisce alle immagini un opportuno pathos e sottolinea agli occhi del lettore la drammaticità delle atmosfere narrate – ha dichiarato d’essersi ispirato alle particolari figure contenute nelle carte siciliane e napoletane, cercando di cogliere il più possibile l’iconografia dei personaggi in esse presente. Il volume ha il merito di raccontare la curiosa leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso con un tono asciutto – affrancato da quella rischiosa atmosfera di mito che potrebbe pericolosamente aleggiare sulla stessa – evitando in tal modo di renderla ingiustamente affascinante e di darle un significato che travalichi oltremisura la sua portata, frutto, del resto, d’immaginazione creativa. Tale narrazione, infatti, sarebbe servita a fondare il mito della genesi delle tre mafie, al fine di voler conferire loro dignità plurisecolare, tentando di crearne addirittura una vera e propria genealogia, che si perderebbe nelle fosche nebbie degli ultimi sei secoli della nostra storia.
La vicenda dei tre fratelli di Toledo è ulteriormente caratterizzata da un richiamo diretto all’epica cavalleresca e alle sue tradizioni religiose, spesso costellate da numerose superstizioni. Le stesse che tale racconto vorrebbe far coincidere con le “regole sociali” che in seguito avrebbero reso così temibili e pericolose cosa nostra, la camorra e la ‘ndrangheta, organizzazioni in possesso di veri e propri codici comportamentali scritti, la cui esistenza sarebbe stata addirittura confermata dal ritrovamento (avvenuto anni fa in Australia) di un vero e proprio libro-mastro contenente specifiche regole di condotta criminale.
In Osso, Mastrosso e Carcagnosso vi sono anche specifici richiami alle suggestioni massoniche che tanto mistero hanno contribuito a creare nei secoli con i loro segreti riti d’iniziazione e con le loro simbologie d’affiliazione. Il tutto condito con l’espediente grafico dell’uso delle immagini tipiche dei santini religiosi, a rimarcare un certo parallelismo tra i tre cavalieri spagnoli del ‘400 e gli odierni mafiosi, i quali, oggi come ieri, pretendono molto pericolosamente di rintracciare una qualche giustificazione sia alle loro regole – tramite le pagine delle Sacre Scritture – che alle loro azioni, interpretando in maniera del tutto fuorviante le condotte di alcuni santi e alterandone al contempo parole e frasi pensate, riferite e scritte in contesti del tutto diversi. La realtà mafiosa non deve infatti mai essere separata dalla sua più vera e autentica essenza, ovvero la violenza unita alle peggiori sopraffazioni.
Antonio Fragapane
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La leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso (parte seconda)
By vedisotto2 Minuti di lettura