Oggi il suo partito ha ufficialmente e definitivamente sfiduciato Manganella, Favara lo ha fatto da tempo, girandogli le spalle, 13 consiglieri comunali hanno presentato la proposta di sfiducia, che dovrà essere discussa e approvata con una maggioranza qualificata di venti voti favorevoli a chiudere l’attuale esperienza, mentre in dodici lo appoggiano.
Attualmente, il governo della città è affidato al sindaco e a dodici consiglieri comunali convinti ad oltranza a resistere in tutte le condizioni “climatiche”.
Ora, su questi elementi ragioniamo.
Manganella ha dovuto affrontare una situazione difficile resa ancora più grave dal particolare momento di aumento della povertà per una crisi economica che sembra non avere fine. Ma conosceva perfettamente gli ostacoli da affrontare e ha promesso, in campagna elettorale, di superarli tutti. Invece, clamorosamente, in tre anni di amministrazione ha aggiunto ai problemi precedenti, i danni prodotti dalla sua incapacità politica. Non ha chiuso un solo procedimento iniziato, dall’Aipa, al personale, dal sacco appeso della spazzatura alle ville comunali, per non parlare delle sue stesse ordinanze regolarmente e “rigorosamente”, inosservate.
E’ riuscito, esclusivamente, ad imporre aumenti di tasse, scusandosi lui e i suoi 12 con il dire “per salvare Favara dal dissesto finanziario”, “per salvare il posto di lavoro a oltre 300 precari”.
Non dicono, lui più i dodici, che Favara e i precari dovevano essere salvati già tre anni fa con un lavoro serio nell’organizzazione del personale che è una risorsa, trasformata in uno spreco con la gestione Manganella. E siccome i nodi arrivano al pettine, dopo tre anni di inoperosità amministrativa, pagano i contribuenti per salvare i precari e Favara, meglio, per coprire gli “orrori” di chi non sa amministrare la città.
A questo punto sappiamo che si pagano più tasse per coprire i buchi del bilancio, per “salvare”, e non, certamente, per migliorare la qualità di vita dei cittadini. E allora perché continuare a credere in Manganella? E, nello specifico, perché i dodici si accaniscono ad appoggiarlo? Alla prima domanda si trova la risposta nell’atteggiamento che ha la città verso il sindaco, nelle recenti decisioni del Pd e nella presentazione della mozione di sfiducia da parte dell’opposizione.
Difficile è, di contro, trovare una risposta alla seconda questione. Non hanno un programma condiviso, sono in contrasto con le decisioni dei loro stessi partiti politici, non c’è nulla di visibilmente concreto che dovrebbe tenerli uniti, eppure hanno costituito una sorta di “comitato patronale” che al grido “salviamo” vota aggravi fiscali che la gente non può più sostenere.
Intanto, sanno e sappiamo che se davvero vogliamo salvare Favara, è necessario chiudere prima di subito l’attuale triste esperienza politica firmata Manganella.
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