TERREMOTO NEL SETTORE. RISPOLVERANDO LA NOTA 27703 DEL 2013 L’AMMINISTRAZIONE REGIONALE DOVRA’ SPAZZARE VIA MOBILITA’ ORIZZONTALE E CONTRATTO DI SOLIDARIETA’. CHE ACCADRA?
Stop ai licenziamenti, ai contratti di solidarietà e alla procedura di mobilità prevista dalla legge n.223 del 23 luglio 1991?
A chiarirlo il dirigente generale del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello, con la nota 27703 del 2013 che ha ristabilito la condizione di miglior favore per i dipendenti della formazione professionale nei casi di sospensione dal lavoro o riduzione oraria del personale degli Enti formativi. Direttiva che però sindacati, enti formativi e l’ex assessore Nelli Scilabra hanno dimenticato. Che succederà? La noa produce ancora effetti, oppure è superata? Certo è che un problema lo pone.
L’amministrazione regionale pone fine alle scorribande nelle praterie della illegittimità di sindacati ed enti che, nonostante la vigenza della direttiva della dottoressa Corsello hanno proceduto in maniera difforme?
Non ultimo, l’utilizzo dei contratti di solidarietà nel settore e la mobilità orizzontale con unico elenco regionale.?
Con la citata nota rispolverata ad hoc con il rientro della dottoressa Corsello alla guida del dipartimento regionale Lavoro, ritorna centrale, infatti, la procedura di cosiddetta ‘mobilità interna’ prevista dalla circolare assessoriale n.10 del 5 ottobre 1994.
Rispolverare la direttiva della dottoressa Corsello, oggi dirigente generale del dipartimento Lavoro è indispensabile per cominciare a fare chiarezza nel settore della Formazione professionale e nelle procedure da adottare per evitare di scemare nell’illegittimità e quindi illegalità.
In tal senso, la nota della dottoressa Corsello è chiara: “Gli enti formativi dovranno attivare le procedure contemplate dalla richiamata circolare prima di far ricorso a quelle previste dalla legge regionale n.10/2011, al fine di garantire, in caso di fabbisogno di personale, i dipendenti inseriti nelle apposite liste detenute dai Servizi Centri per l’Impiego”.
La nota precisa la modalità di accesso nei casi di sospensione o riduzione di orario di lavoro garantendo ai lavoratori del settore il mantenimento dei livelli occupazionali e non più il licenziamento e la fuoriuscita definitiva dalla Formazione professionale come accaduto nei mesi scorsi con gli accordi sindacali di licenziamento.
Alla luce della rilettura della citata nota della dottoressa Corsello e di quanto accaduto nelle scorse settimane tramontano definitivamente le soluzioni pasticciate come mobilità orizzontale e contratto di solidarietà, che alcuni sindacati e taluni enti di formazione avevano ‘inventato’ pur di venire incontro a certa politica che aveva tentato di salvare dalla mozione di censura l’ex assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, scaricando sui lavoratori il maggior peso del taglio del finanziamento della terza annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con le risorse del Piano Giovani.
Così come con la citata nota n.27703 la dottoressa Corsello stoppa anche le procedure di licenziamento previste da taluni enti a danno degli operatori ex sportelli multifunzionali ancora alle prese con il complesso processo di ricollocazione lavorativa dopo la conclusione, lo scorso 22 aprile, del progetto Prometeo presso il Ciapi.
Difatti, la richiamata nota a firma del dirigente generale del dipartimento Lavoro precisa che: “Con la legge regionale n.10/2011 il legislatore ha adottato misure di ulteriore tutela, rispetto a quelle già previste dalla legge regionale n.4/2003, istitutiva del Fondo di garanzia. A seguito di ciò sono state diramate le apposite circolari attuative con le quali, tuttavia, non si è inteso, comunque che fosse venuto meno il meccanismo previsto dalla circolare n.10/1994 che regolamenta le modalità relative alle liste di mobilità provinciali istituite presso gli uffici del lavoro per i casi di sospensione o riduzione oraria nel rispetto di quanto stabilito, per altro, dal Contrato collettivo di lavoro di riferimento. In ragione di quanto precede codesti organismi dovranno attivare le procedure contemplate dalla richiamata circolare prima di far ricorso a quelle previste dalla legge regionale 10/2011”.
Per chiarirci, prima si accede alle liste di mobilità provinciale per il ricollocamento dei lavoratori presso altri enti formativi e solo successivamente si procede alla richiesta di accesso agli ammortizzatori sociali.
Eppure sindacati ed enti formativi non ne hanno tenuto conto, che succederà?
Ed ancora dalla lettura della nota si chiarisce come: “La previsione della circolare n.10/94 si aggancia alla disciplina contenuta nell’articolo 132 della legge regionale n.4/2003, che ha istituito il Sicilia il Fondo di garanzia. Da ciò si evince, palesemente, che il personale non è licenziabile, almeno nel senso tecnico dell’estinzione di ogni rapporto di diritto occupazionale e retributivo a carico del sistema. Questa norma conclamata nella Formazione professionale e nei contratti collettivi di settore, nella Regione siciliana è maggiormente riconosciuta da tutto il quadro normativo che regolamenta il settore come la legge regionale n.24 del 6 marzo 1976, la n.25 del 1 settembre 1993, e la n.10 del 7 giugno 2011”.
In Sicilia, quindi, le leggi regionali vigenti garantiscono al personale della Formazione professionale misure di ulteriore tutela e garanzia rispetto al quadro normativo nazionale e gli operatori non possono essere licenziati.
A cosa è servito quindi l’accordo del 5 agosto del 2014 tra Governo regionale, sindacati ed enti formativi? Accordo poi disatteso dalle successive scelte amministrative dell’esecutivo regionale. Un caso infinito che fa comodo a chi ha pratica in maniera fuorviante e strisciante clientele con assunzioni selvagge fuori del sistema degli enti formativi.
Beh, un brutto colpo, lo ribadiamo, per tutti coloro, tra sindacati, enti formativi, politici, faccendieri del settore, ed affaristi che avevano liquidato, facendo finta di dimenticare la nota n.27703/2014, con leggerezza e disprezzo il sistema normativo regionale in vigore che in tutta la Penisola da 40 anni c’invidiano.
La citata nota della dottoressa Corsello pone fine alla libera interpretazione della legge regionale n.10 del 7 giugno 2011 posta in essere strumentalmente da certa parte sindacale troppo vicina al ‘Governo rosso’ del presidente Crocetta.
Eppure nelle scorse settimane tutti l’hanno dimenticato. Come mai?
Sindacati, non tutti – chiariamolo – troppo ubbidienti per scelta politica o per pochezza di idee – al Governo dello scatafascio nella Formazione professionale, hanno avallato, strumenti e storture danneggiando gli operatori della Formazione professionale.
E adesso come la mettiamo?
Il contenzioso tra lavoratori, enti e Regione siciliana è destinato ad amplificarsi ancora di più.
La nota della dottoressa Corsello, che è bene tornare ad attualizzare, potrebbe mettere in dubbio anche i licenziamenti avvenuti – troppo frettolosamente – nei mesi scorsi.
Saranno in tanti, tra gli operatori del settore della Formazione professionale, a fare il ‘mea culpa’.
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Formazione, la dottoressa Corsello boccia sindacati ed enti? Stop ai licenziamenti?
By vedisotto6 Minuti di lettura
17 commenti
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