RESTA ALTA LA TENSIONE NEL SETTORE. LA CIRCOLARE 10/94 CANCELLATA, IL FONDO DI GARANZIA INSUFFICIENTE A GARANTIRE L’INTEGRAZIONE ALL’INDENNITA’ DELLA CIGD. IL CASO CLOW DEL 2012: LA REGIONE NON APPOSTA LE RISORSE PER TEMPO NEGANDOLA AGLI OPERATORI
Resta alta la tensione sociale nella formazione professionale. Fino a quando non sarà fatta chiarezza nel settore, resta a rischio l’applicazione nella Formazione professionale siciliana degli strumenti di sostegno al reddito.
Il Governo regionale sarebbe inadempiente con lavoratori e ministero del Lavoro e metterebbe a dura prova l’applicazione degli istituti di tutela e garanzia reddituale previsti dalla normativa nazionale e dal contratto collettivo di lavoro. Prima o poi l’esecutivo regionale dovrà rendere conto a Roma e Bruxelles.
Secondo quanto riferitoci da attenti osservatori delle dinamiche nel settore, a questo risultato si giungerebbe per due ragioni.
Da un lato, la disattenta lettura della legge n.10 del 7 giugno 2011 che ha modificato il Fondo di garanzia istituito dal legislatore siciliano con l’articolo 132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003.
Dall’altro, la mancata erogazione delle politiche attive del lavoro che in Sicilia.
La materia è ostica, proviamo a chiare alcuni passaggi normativi.
Sul primo punto va subito detto che, sugli strumenti di sostegno al reddito si applica la legge dello Stato. Sul tema, che tanta confusione ha alimentato nei giorni scorsi, va chiarito che la Regione siciliana non ha alcuna competenza.
Nel settore della Formazione professionale questo si traduce nella sola possibilità, per l’esecutivo del presidente Rosario Crocetta, di intervenire, come peraltro già previsto dalla Legge regionale n.10 del 7 giugno 2011, con misure complementari di integrazione e anticipazione rispetto agli interventi previsti dalle disposizioni nazionali vigenti.
Cosa che in questi due anni non è stata fatta, almeno non compiutamente da Crocetta & C, perché servivano risorse finanziarie per alimentare l’apposito capitolo di spesa del bilancio regionale e non sono state sufficienti. I lavoratori, per esempio, lamentano la mancata copertura per il 2012 del fondo di garanzia per il riconoscimento dell’integrazione all’indennità di Cigd fino al raggiungimento dell’80 per cento della propria retribuzione. Su questa partita anche i parlamentari all’Ars hanno vigilano in maniera distratta.
La verità è che negli ultimi due anni di governo targato Rosario Crocetta, le risorse sono sempre state insufficienti per garantire una corretta applicazione delle norme vigenti e tutelare i lavoratori del settore.
A conferma che esecutivo regionale a parole ha ripetuto insistentemente di garantire gli 8000 operatori del settore che non rischierebbero il licenziamento e dall’altro si ostina a non finanziare compiutamente il capitolo di spesa che permetterebbe ai lavoratori, sospesi dal circuito, di potersi aggiornare, qualificare, riqualificare oppure accompagnati alla fuoriuscita dal settore.
La legge n.10 del 2011 ha apportato modifiche al funzionamento del Fondo di garanzia, introdotto con l’articolo 132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003, mettendo in soffitta definitivamente la circolare 10 del 5 ottobre 1994, sostituita dall’accordo tra sindacati, enti e amministrazione regionale del 5 agosto scorso, recepito dal Governo regionale con apposita delibera di giunta e contenuto nel decreto interdipartimentale dello scorso 14 ottobre sulla mobilità orizzontale.
La Regione ha il compito di intervenire con misure complementari agli strumenti nazionali di sostegno al reddito e di riqualificazione professionale previsti dalle normative nazionali vigenti e dai contratti di settore e secondo le relative modalità di applicazione. Cosa che non ha fatto. Questo significa che l’esecutivo Crocetta è in grande difficoltà in questo momento nei confronti dei lavoratori e dello Stato perché non ha ottemperato al disposto normativo.
In poche parole, accedere agli strumenti di sostegno al reddito, previsti dalla normativa nazionale e contrattuale, significa poter utilizzare la Cassa integrazione guadagni in deroga e il contratto di solidarietà difensiva. Il primo previsto dalla normativa ed il secondo dal contratto collettivo di lavoro.
E per farlo l’assessorato regionale alla Formazione professionale avrebbe dovuto stanziare risorse apposite nel capitolo di bilancio relativo al Fondo di garanzia, per prevedere nel piano regionale dell’offerta formativa appositi interventi di aggiornamento, qualificazione, riqualificazione, o riconversione dei soggetti sospesi. E questo non è avvenuto.
Il Governo regionale da un lato ha chiuso gli enti, revocando l’accreditamento ed il finanziamento e dall’altro non ha provveduto a riqualificare il personale sospeso che ha già beneficiato, per il passato, della Cigd. Stessa cosa può dirsi per gli operatori ex sportelli multifunzionali che dallo scorso 23 aprile sono sospesi per effetto della conclusione del progetto ‘Spartacus’ del Ciapi e del mancato aggancio alla gestione delle azioni della ‘Youth Guarantee’ da parte del Governo Crocetta, nonostante oltre sei mesi di promesse e impegni solenni, ovviamente disattesi.
Qualcuno ha informato Il Governatore Crocetta che ai lavoratori in contratto di solidarietà (cds) spetta l’integrazione fino all’80 per cento dello stipendio in busta paga, come prevista dall’articolo 1 della citata legge n.10/2011? E siccome, come confermatoci da autorevoli osservatori, l’istituto del contratto di solidarietà è contemplato nel Contratto collettivo di lavoro del settore e costituisce una misura di sostegno al reddito come previsto dal primo comma dell’articolo 1 della richiamata legge n.10/2011, l’integrazione agli oltre 2 mila e 500 operatori, in contratto di solidarietà, va riconosciuta.
Sarebbe ‘cosa buona e giusta’, secondo le citate indiscrezioni, che Governo regionale e Parlamento siciliano provvedano ad appostare entro fine anno, le risorse necessarie in sede di bilancio previsionale per garantire la copertura all’articolo 132 della legge regionale n.4/2003, come modificata dalla legge regionale n.10/2011.
Adesso si pone una delicata questione, una partita che il Governatore Crocetta dovrà giocarsi con il governo nazionale in ordine alla legittimità del suo operato, ma anche con i lavoratori stanchi delle belle parole che non hanno portato a nulla.
Certo è che il Governo regionale si è disinteressato di quanto previsto dalla normativa che regola il funzionamento degli ammortizzatori sociali e non ha attuato i percorsi di riqualificazione per i soggetti sospesi dal lavoro.
Questione delicata che si collega al secondo punto oggetto della nostra disamina: la mancata erogazione delle politiche attive del lavoro che in Sicilia. Su questo versante insistenti voci raccontano di come il settore sconterebbero l’inadeguatezza del Governo regionale del presidente Crocetta, incapace di mettere a regime le attività previste dal Piano della ‘Garanzia giovani Sicilia’.
Mancano i Servizi per il Lavoro e la Sicilia soffre la mancanza di strumenti adeguati ed efficaci per contrastare la disoccupazione e sostenere i lavoratori sospesi dal circuito produttivo. Stallo che potrebbe portare alla perdita di parte dei 178 milioni di euro stanziati dal Piano della ‘Youth Guarantee’ per la Sicilia.
Ed allora, come intende la Regione dare risposte al ministero del Lavoro in ordine alla mancata somministrazione delle politiche attive del lavoro a tutti i percettori di ammortizzatori sociali. Del resto, chi ha fatto la politica attiva del lavoro ai 1753 sportellisti?
Del resto, secondi le citate indiscrezioni, è fallito il ‘modello-Ciapi’ fermamente voluto dall’esecutivo Crocetta ed avallato dai partiti che ne sostengono la maggioranza parlamentare all’Ars, fino al punto da approvare una norma ad hoc che ha dato un ruolo centrale – solo sulla carta- all’ente siracusano di proprietà della Regione siciliana.
Il Ciapi non si è dimostrato all’altezza dei compito affidatogli dal Governo regionale non riuscendo ad imporsi come utile alternativa al sistema degli enti formativi sia nella gestione dei corsi di formazione che per l’attuazione delle politiche attive del Lavoro in Sicilia.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
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Formazione, Governo Crocetta inadempiente e confusionario? A rischio copertura contratto di solidarietà
By vedisotto7 Minuti di lettura
27 commenti
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Credo ci siano scritte alcune gravi inesattezze nell’articolo: la circolare 10/94, emessa in adozione dei criteri stabiliti dalla Commissione Regionale per l’Impiego, espressamente prevista dal CCNL di categoria, non è stata in alcun modo “abolita” dalla legge 11/2010, la quale, al massimo, ha modificato quanto già disposto dalla 4/2003. Né l’accordo del 5 agosto 2014 può abrogare la C.A. 10/94, non essendo stato emesso in attuazione di nessuna delibera della C.R.I., come invece avvenuto per la C.A. 10/94.
Dunque, la C.A. 10/94 è pienamente vincolante sia per gli enti che per la Regione; diversamente, non si spiegherebbe la NOTA 27703 DEL 2013 con la quale la Corsello invita gli enti a seguirne le procedure.
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