UNA COMUNITA’ CHE NON RIESCE A STRUTTURARE SERVIZI A SOSTEGNO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E’ SENZ’ANIMA. QUELLA DEL GOVERNO CROCETTA SUL MERCATO DEL LAVORO E’ STATA AD OGGI UNA ‘MATTANZA’
Orfana dei Servizi per l’Impiego (Spi), la Sicilia si avvia verso la marginalizzazione economica e sociale penalizzando le generazioni future.
Una comunità che non riesce a regolare il mercato del lavoro, che si mostra incapace di sostenere le ragioni dei più deboli, dei disagiati, dei disoccupati, che arranca nella erogazione delle politiche attive del lavoro è senza futuro. La Regione siciliana spinta verso il definitivo fallimento dal condottiero rivoluzionario, il presidente Rosario Crocetta, è il simbolo di una terra senza futuro.
La parabola degli Sportelli multifunzionali dal 2001 al settembre 2013 è la prova più tangibile dell’attaccamento del Governo Crocetta e dei partiti che lo sostengono all’Ars agli interessi di parte. Una politica al governo della Sicilia lontana dal popolo, dai disoccupati, cassaintegrati, deboli, disagiati, donne senza lavoro, over 50, precari.
Il mondo si evolve e cambia le sue regole e la Sicilia del Governatore Crocetta resta totalmente insensibile al mutamento ed anzi distrugge ciò che ha trovato senza sostituirvi nulla di buono.
A ricordarci la recente storia della Sicilia, vista dalle scellerate scelte nel mercato del lavoro, attuate dagli ultimi due governo guidati dall’ex presidente Raffaele Lombardo e dall’attuale Rosario Crocetta, una attenta riflessione di chi, tra gli altri, c’era, nel recente passato, ed aveva profuso ogni sforzo possibile per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di dotare la Sicilia di un moderno mercato del lavoro con regole certe e funzionanti.
Un attento osservatore specializzato che ha analizzato per il nostro giornale i fatti legati al mercato del lavoro attualizzandoli, con piglio tecnico, al presente caratterizzato dalla produzione ‘del nulla.’
In una nota trasmessa in redazione, il citato osservatore del settore ricorda che “Nel 2011, il dipartimento regionale lavoro, aveva avviato una riflessione, delineando un percorso per l’accreditamento per mettere su un moderno meccanismo di incontro domanda e offerta di lavoro. Un percorso attivato non all’interno dei propri uffici, ma avviando un confronto con tutti gli attori, pubblici e privati, Università, Camere di Commercio, Imprese, Sindacati, rappresentanti delle Organizzazioni degli enti. Un lavoro di qualità che alla fine del quale era stato definito un documento portato anche all’apprezzamento della competente Commissione regionale per l’Impiego, documento in cui venivano stabilite le modalità per l’accesso al sistema dell’accreditamento per i servizi per il lavoro”.
È lo stesso osservatore che sottolinea: “Se fosse stato avviato, oggi, ci troveremmo in presenza di soggetti già accreditati perché in possesso di competenze qualificate ed accertate, perchè verificate, cui affidare, perché complementari ai Servizi per l’Impiego, se necessario, una specifica parte di servizi attraverso ovviamente procedure di evidenza pubblica. E gli sportelli multifunzionali sarebbero stati gli eredi naturali di questo sistema proprio perché in possesso di soggetti qualificati e di una innegabile esperienza. Certo sarebbe venuto meno la certezza del pagamento mensile degli stipendi del personale se non in presenza di un servizio attivo che portasse risultai efficaci ed efficienti”.
Opportunamente il citato osservatore ricorda che “l’Italia ha un sistema di Servizi per il lavoro giudicato complessivamente piuttosto arretrato e storicamente basato solo su servizi pubblici. Solo di recente ci si è resi conto che la chiave del successo è la collaborazione fra pubblico e privato, per cui recentemente alcune Regioni si sono dotate di servizi in cui collaborano proficuamente soggetti pubblici e privati accreditati”. In Sicilia è andata esattamente al contrario con la centralizzazione del servizio presso il Ciapi di Priolo.
È lo stesso a riferirci di alcune esperienze regionali affermando che: mentre la Toscana ha fatto da apripista avviando il processo di accreditamento dei soggetti privati cui sono seguite la Lombardia il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, riferisce l’osservatore – la Regione Siciliana ha fatto di meglio cancellando la presenza dei privati, monopolizzando con il Ciapi l’erogazione della politiche del Lavoro e ‘congelando’ 1753 professionisti del settore. Risultato? Fallimento totale e ‘macelleria sociale’.
“Non era difficile capire che da soli i Centri per l’Impiego non ce l’avrebbero fatta ad affrontare la nuova fase – rimarca il nostro osservatore – dato che in tempi più recenti è stata la crisi economica a spingere le Regioni a ragionare con maggior concretezza sui possibili metodi di collaborazione tra pubblico e privato”.
Ed allora, gli sportelli multifunzionali perchè sono nati e cosa avrebbero dovuto essere?
A spiegarcelo il richiamato osservatore che, proseguendo la disamina, chiarisce: “in un sistema in cui i servizi per il lavoro sono fondamentali per l’incremento dell’occupazione e per favorire l’incrocio domanda e offerta di lavoro, la Regione Siciliana, lungimirante, ha messo in piedi già nel 2000 un sistema che sarebbe dovuto traghettare nei nuovi Servizi per il lavoro”.
Ed in effetti l’idea era centrata e la strada individuata era quella giusta.
Difatti, sottolinea il nostro osservatore: “che tale sistema sia importante è confermato dal fatto che la stessa Commissione Europea nello stabilire le regole per lo stanziamento delle nuove risorse comunitarie 2014-2020, stabilisce tra le condizionalità ex ante – condizionalità che devono essere soddisfatte prima dell’avvio del programma – che è necessario avere un sistema dei servizi per il lavoro efficiente, efficiente nell’accezione alta dei Pes (Public Employment Services), degli Spi. Quindi non solo i Centri per l’Impiego, non solo la parte pubblica dei servizi per l’impiego ma a trecentosessanta gradi. E allora, nell’ambito delle competenze attribuite tra Stato e Regioni il tema dell’accreditamento dei soggetti privati è divenuto sempre più fondamentale. Che siano poste in essere azioni per riformare i servizi di promozione dell’occupazione, mirate a dotarli della capacità di offrire servizi personalizzati e misure del mercato del lavoro di tipo attivo e preventivo in una fase precoce, aperti a tutte le persone in cerca di lavoro, con focus sulle persone ad alto rischio di esclusione, comprese le persone di comunità marginalizzate”.
Non a caso l’amministrazione regionale nel 2010, aveva pubblicato un bando, una procedura quindi di evidenza pubblica, per la selezione di progetti che finanziati per tre anni (avvisi 1 e 2 del 2010) prorogabili per altri tre. Il Bando prevedeva un numero determinato di sportelli con una precisa distribuzione territoriale, una precisa dotazione di risorse finanziarie per ognuno, una precisa dotazione di figure professionali ed impegno orario di ognuno di essi. Azzerato dal Governo Crocetta senza proroga e senza soluzione.
Conveniamo con la conclusione del richiamato ‘prezioso osservatore’ che occorre senza alcun indugio “costruire le condizioni perché il progetto di strutturare i Servizi per l’Impiego utilizzando le professionalità operanti negli ex sportelli multifunzionali, possa continuare a camminare con le proprie gambe evitando i corto circuiti del recente passato che hanno provocato il vuoto come l’esperienza degli avvisi pubblici 1 e 2 del 2010 ha insegnato”.
Nota a margine
La strategia europea per l’occupazione (Seo) è stata centrata su precise fondamenta, La Sicilia di Rosario Crocetta se ne è discostata provocando il corto circuito del mercato del lavoro siciliano.
L’Europa oggi sembra essere meglio preparata ad affrontare tali difficoltà avendo concentrato tutti i propri sforzi verso la definizione di politiche economiche e sociali basate su approcci integrati.
I più recenti “orientamenti” europei, già a partire dal 2000, avevano sottolineato l’importanza della centralità dei Pes e di come le azioni da questi adottate, verso il miglioramento dell’occupabilità, avrebbero dovuto privilegiare un approccio preventivo piuttosto che coercitivo, senza trascurare il contesto locale quale luogo ideale dove far nascere la nuova crescita occupazionale e imprenditoriale.
I Pes oggi sono chiamati ad una nuova sfida che è quella della qualità dei servizi, indirizzando le azioni verso una maggiore conoscenza degli utenti che consenta di personalizzare l’offerta rispondendo a standard predefiniti.
In Sicilia tutto ciò appare ‘ostrogoto’. La nostra terra, senza riferimenti e con un termometro politico da ‘febbre da cavallo’ assomiglia sempre più al ‘Far West’ dove sopravvive che la spara più grossa (non la pallottola, ovviamente).
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Sportelli multifunzionali: Dal modello di successo alla ‘macelleria sociale’. Parabola di una Sicilia fallita
By vedisotto7 Minuti di lettura
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