COMPLESSE INDIGINI CHE HANNO SVISCERATO INADEMPIENZE ED ILLICEITA’ IN UNA GESTIONE PIU’ CHE ALLEGRA. 80 LAVORATORI IN MEZZO ALLA STRADA
Revocato l’accreditamento all’Ecap di Palermo, ente di formazione con circa 80 lavoratori che da oggi sono senza futuro.
Con decreto dirigenziale n.6764 del 19 novembre scorso, il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Gianni Silvia, ha “interdetto con effetto immediato all’Ecap di Palermo, avente sede in via Porrazzi, n.6 a Palermo, lo svolgimento di qualsivoglia attività di orientamento e formazione professionale nell’ambito della Formazione professionale”.
Giunge a conclusione così il prevedibile destino già da mesi segnato dell’Ecap di Palermo, ente di formazione già toccato dall’inchiesta ‘Corsi d’oro’ della Procura della Repubblica di Messina che ha portato all’emissione di un’Ordinanza da parte della Sezione Giudici per le indagini preliminari del Tribunale.
Un intreccio di società operanti non solo in provincia di Messina e riconducibili al deputato del Partito Democratico, Francantonio Genovese.
Risvolti anche penali emergono dalla lettura del provvedimento dell’amministrazione regionale.
Diverse sono le inadempienze accertate oltre ai profili di possibili illeciti nella gestione dell’ente riportati nel citato decreto dirigenziale e che sintetizzano la voluminosa attività investigativa che ha coinvolto diversi organi.
È stata accertata l’irregolarità dell’ente in merito al versamento dei contributi già a partire dal febbraio del 2014. L’Ecap di Palermo, inoltre, non ha versato ai lavoratori le indennità di competenza dell’Inps e non ha rispettato l’articolo 7, comma 10 della legge regionale n. 25 del 29 dicembre 2008, sul “divieto di assunzione di personale a tempo determinato e indeterminato, anche appartenente al collocamento obbligatorio…”.
Oltre all’anomalia riscontrata sul canone di locazione del locale di via Porrazzi, 6 a Palermo.
Una strana storia di sub-affitto da una società riconducibile alla ‘galassia Genovese’ a 180 mila euro l’anno oltre l’Iva e poi preso in affitto, dal 2013, direttamente dal proprietario del locale ad 84 mila euro più Iva. Ed ancora, in riferimento al noleggio di beni e attrezzature, nel decreto si parla chiaramente di “spreco di denaro pubblico e spesso di arricchimento illecito”. Accusa gravissime contestate all’Ecap di Palermo che nel decreto di revoca vengono circostanziate: “Nella maggior parte dei casi i noleggi delle attrezzature sono stati effettuati ricorrendo a ditte riconducibili agli stessi amministratori degli enti, spesso a tal uopo costituite, frequentemente in assenza di gare o a forme di evidenza ed a prezzi platealmente esagerati”.
Diversi gli uffici coinvolti nell’indagine, come dicevamo.
La Procura della Repubblica di Messina che, “nell’ambito del procedimento penale 7696/2011 (Registro Generale del Giudice per le Indagini Preliminari n.2298/12) ha chiesto informazioni relative all’accreditamento ed all’erogazione di finanziamenti nei confronti dell’Ecap di Palermo”.
Il Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, Gruppo di Palermo, che ha effettuato accertamenti amministrativi sull’Ente Ecap di Palermo come richiesto dall’amministrazione regionale.
Gli uffici del dipartimento della Formazione professionale oltre ai collegamenti riscontrati tra ’Ecap di Palermo ed altre società coinvolte nello scandalo ‘Corsi d’oro’ con l’Ordinanza su richiesta di applicazione di misura cautelare emessa il 17 marzo scorso dal Tribunale di Messina, Sezione dei Giudici per le indagini preliminari. Provvedimento che chiarisce come “il noleggio di beni ed attrezzature, nonché l’affitto di locali, asseritamente funzionali allo svolgimento dei corsi e come tali posti a carico del finanziamento regionale, sono divenuti occasione di facile ‘spreco’ di denaro pubblico e spesso arricchimento illecito”.
Una sorta di sistema di ‘scatole cinesi’ dove svariate società erano collegate ad un unico centro d’interesse che garantiva consistenti guadagni illeciti, potere politico ed elettorale.
Nella richiamata Ordinanza dello scorso marzo si rileva che “ l’ulteriore sviluppo investigativo ha consentito di appurare che a detto centro di interessi sono riconducibili ulteriori enti di formazione. Una costellazione che fa da pendant una parallela rete di società ed enti, del pari riconducibile al medesimo centro d’interessi, impiegata per giustificare, attraverso meccanismi di fatturazione per operazioni in tutto o in parte inesistenti, la sistematica sottrazione di consistenti volumi di denaro”.
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Formazione: Chiude i battenti l’Ecap di Palermo. Revocato l’accreditamento
By vedisotto4 Minuti di lettura