Fanno bene a ribellarsi gli enti religiosi che operano da sempre in Sicilia per istruire, formare e specializzare i minori in obbligo scolastico ed a rischio dispersione.
Il governo regionale del presidente Rosario Crocetta e dei partiti che lo sostengono all’Ars, sin dall’insediamento dopo le elezioni regionali del 28 ottobre 2012, non ha mostrato particolare interesse al settore – e di conseguenza – al futuro dei giovani siciliani, abbandonandoli, di fatto a se stessi.
Dopo due anni di disattenzioni, ne viene fuori una miscela esplosiva che penalizza il ruolo strategico dello Stato e l’attaccamento alle istituzioni che sembra sempre più barcollare in Sicilia.
Ritardi nella programmazione, riduzione dei finanziamenti, mancata rendicontazione delle attività formative degli anni precedenti, sono solo alcune delle criticità che l’esecutivo regionale non ha voluto affrontare con piglio risolutivo in una filera di rilievo pubblico e costituzionale come l’Istruzione e Formazione professionale (IeFP ex Oif).
Ci sono 12 mila minori a rischio dispersione scolastica e un migliaio di operatori, dipendenti degli enti formativi che operano nella filiera dell’Oif, con il futuro incerto per l’inadeguatezza del Governo regionale.
E ci sono quasi 400 mila Neet, giovani che non lavorano, non studiano e non cercano lavoro che ingrossano l’esercito dei siciliani senza futuro per i quali il Governo Crocetta ben poco ha fatto finora.
Un dato per tutti: rispetto all’esercito di Neet solamente in 30 mila si sono avvicinati allo strumento del Piano della Garanzia Giovani Sicilia e di questi in 15 mila hanno chiesto di essere orientati.
Una sfiducia nell’istituzione Regione siciliana che si taglia col coltello e che pregiudica ogni sforzo compiuto nella direzione di un cambiamento partendo dai giovani e dai minori in obbligo scolastico che vivono condizioni, spesso, di grande disagio.
Accade così che ancora una volta, a distanza di poche settimane, che Confap Sicilia, l’associazione che annovera gli enti di ispirazione cattolica: Cfp S. Giovanni Apostolo, Ciofs-Fp, Cnos-Fap, Endo-Fap, Engim Sicilia, si ritrova a dover alzare la voce per richiamare l’attenzione su un settore di pubblico interesse, indispensabile per garantire un futuro di legalità a giovani in obbligo scolastico che vivono condizioni di disagio.
Le parole del presidente della Conferenza episcolape italiana (Cei), Cardinale Angelo Bagnasco, suonano come una chiamata alle armi per arrestare un circolo vizioso che potrebbe mettere in ginocchio la società siciliana.
Il cardinale Bagnasco sulla Formazione professionale ha dichiarato nei giorni scorsi che:“Le Scuole professionali sono il salvacondotto educativo e professionale per i ragazzi avviati al lavoro”.
Guai a ridimensionarne il ruolo sociale indispensabile. Eppure il Governo regionale ha ridotto gli stanziamenti. Perché?
Ed allora non è peregrino affermare che il cambio di guardia alla guida dell’assessorato regionale alla Formazione professionale non ha apportato alcun elemento di novità e discontinuità col passato.
Da Nelli Scilabra a Mariella Lo Bello l’unico elemento di dissonanza è che la prima è studentessa fuori corso all’università di Palermo e la seconda ex sindacalista della Cgil di Agrigento.
Ed in tanto la filiera dell’Obbligo formativo ha imboccato la via del tramonto in perfetta sintonia con le altre filiere del sistema formativo regionale: Interventi e Servizi.
Un disegno diabolico che sembra spingere verso la strada i minori in condizioni difficili e nel circolo della povertà i lavoratori e le loro famiglie.
Oltre 8 mila operatori, decine di migliaia di minori e giovani ed un servizio di rilevanza costituzionale che ad oggi non viene erogato in una Regione fallita non solo economicamente ma anche nel suo fulcro principale: la costruzione di una società basata sul lavoro. Formazione e l’istruzione di giovani e minori messi al guado da una politica sorda e insensibile. Cosa aspetta il presidente della Regione ad annunciare il fallimento della sua azione politica e amministrativa nel settore e porre fine a questa agonia?
Sarebbe un gesto di umanità ed porrebbe fine allo stillicidio che dura da troppo tempo.
Si paghino gli stipendi arretrati ai lavoratori, si garantiscano le attività formative destinate a minori, giovani entro i 35 anni di età, donne e fasce deboli della popolazione.
Si chiudano i rendiconti con gli enti formativi e si abbassi la saracinesca per qualche tempo, si metta in salvaguardia il personale dell’Albo regionale e solo dopo mettere seriamente mano alla riforma per ripartire.
Il governo della rivoluzione decida per una volta e metta da parte gli annunci e certe analisi prive di sostanza che hanno solo alimentato sofferenze e inutili aspettative, sistematicamente tradite.
Lo sconquasso è sotto gli occhi di tutti.
E poi lascia senza parole un passaggio della direttiva che autorizza l’avvio dell’attività formativa per l’annualità 2014/2015. Si precisa nella stessa che il finanziamento ‘potrà essere integrato’. Che significa? Ricominciamo con l’extrabudget? Le integrazioni al finanziamento in sede di programmazione delle attività formative sono state oggetto di recupero coatto da parte dell’amministrazione regionale. È un tranello per spingere verso il fallimento gli enti formativi sulla falsa promessa di un extrabudget, o cosa?
È giunto il momento di dire basta. Il Governo la smetta di tergiversare contribuendo al caos che non porta da nessuna parte.
Fanno bene le associazioni degli enti formativi laici e cattolici, ad assumere l’iniziativa di interpellare il ministero dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca scientifica e l’Unione Europea stanchi di un Governo regionale che gioca con tanti giovani minorenni in dispersione, allorquando riduce i finanziamenti alla filiera ed aumenta il numero delle ore formative.
Gli enti formativi con 45 mila euro a corso, cifra assolutamente irrisoria e abbondantemente sotto la media delle altre regioni della Penisola e le regole strambe che l’amministrazione pretende, non potranno garantire la dovuta formazione e preparazione.
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Nel ‘Far West’ della Formazione sotto tiro anche minori ed Enti religiosi
By vedisotto5 Minuti di lettura
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