Valentina Piscopo
In merito alla preoccupante situazione della Sanità agrigentina, interviene con una nota stampa, l’Unione Provinciale del Partito democratico. “La Sanità agrigentina vive in questi giorni dei momenti di grave tensione e fermento a seguito delle dichiarazioni del Direttore Generale dell’ASP n° 1 di Agrigento Dott. Salvatore Lucio Ficarra che ha affermato, a causa di un vistoso e pesante buco di bilancio, la necessità di riorganizzare il Personale Medico dipendente dalla stessa ASP nella quale vi sarebbero circa 100 Medici in “esubero” nella medicina territoriale a fronte di vistose carenze di Medici negli Ospedali. La soluzione di questo problema- continua la nota- sembra facile e a portata di mano: “ricollocare” i Medici dai Servizi dove sono in esubero a quelli dove sono in carenza; esaurita questa prima fase di ricollocamento all’interno della stessa ASP n° 1 vi sarebbero 2 anni di tempo per mettere in mobilità regionale i Medici che non abbiano trovato collocazione idonea; trascorsi i 2 anni, qualora non vi sarà stata possibilità di mobilità, vi è lo spettro del licenziamento.
A fronte di questo procedimento, che appare ispirato ad un principio di risanamento economico di una azienda in crisi, sorgono spontanee alcune osservazioni: La Sanità non è assimilabile ad una qualsiasi Azienda e la materia di cui tratta (la Salute) è troppo importante e fondamentale per essere trattata come un settore merceologico qualsiasi; gli Operatori della sanità e in particolare i Medici non sono tra di loro intercambiabili, specie in un’era in cui si va addirittura verso la superspecializzazione e pertanto non si possono spostare dei Medici da un settore ad un altro senza creare gravi disservizi e allarme sociale. Ma gli “esuberi” di cui si parla come è possibile che si siano determinati? Forse i Medici in questione si sono impossessati dei posti che occupano con la forza o hanno fatto dei regolari concorsi con il beneplacito delle USL o ASL che li hanno banditi e con l’Assessorato Regionale alla Sanità che li ha avallati? Come e perché adesso risultano in esubero e che colpa possono avere i Medici in questione per potere rischiare il licenziamento o il rischio professionale di andare a svolgere delle delicatissime attività che non hanno mai svolto? Possono pagare loro delle verosimili scelte politiche sbagliate degli anni e dei Politici precedenti? Siamo assolutamente certi che i buchi di bilancio sono da ricondurre alla presenza di queste figure professionali che lavorano ormai da molti anni (dai 15 ai 20 anni) in attività che certo possono essere meglio razionalizzate e rimodulate, ma che non possono certamente essere azzerate improvvisamente, sacrificandole sull’altare del risanamento economico? Tutti siamo convinti che la medicina ospedaliera è fondamentale e va potenziata e arricchita di uomini e mezzi; ma allo stesso modo da tempo ormai ci diciamo che la Medicina del territorio è fondamentale e va rivalutata e rafforzata: non sembra che questi provvedimenti vadano in questa direzione.
Probabilmente va fatta qualche ulteriore e attenta riflessione sulla modalità di ripianare i debiti pregressi, sulla necessità di trattare la Sanità, cioè la Salute della Gente, con molta attenzione e non usando la clava, ma agendo con opportuna valutazione delle diverse situazioni, avendo come prioritario e irrinunciabile obiettivo il miglioramento delle condizioni di lavoro degli Operatori, che si traduce sempre nel miglioramento dell’offerta di Salute. Per questo motivo- conclude la nota stampa- si invita la Dirigenza dell’ASP a volere sospendere i provvedimenti già determinati e a volersi confrontare con le OO.SS., con la Conferenza dei Sindaci e le Organizzazioni politiche al fine di trovare delle soluzioni utili e condivise, nell’interesse primario della Salute dei Cittadini”.
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Unione Provinciale PD: Sanità agrigentina – Il risanamento economico non metta a rischio i servizi
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